Prosegue
il viaggio alla scoperta delle cosiddette fonti “cronachistiche”,
ovvero quelle raccolte di notizie e informazioni che esulano dagli
atti ufficiali, ma che contengono molte indicazioni sulla storia di
San Miniato e del suo territorio. Dopo aver proposto le “Croniche”di Giovanni Sercambi
e la “Cronaca Fiorentina” di Marchionne di Coppo Stefani,
è la volta di un altro autore del Trecento fiorentino: Simone di Baldo della Tosa.
Membro
di un'eminente famiglia fiorentina discendente dai Visdomini, nacque
sul finire del '200. Ricoprì numerosi incarichi di carattere
pubblico, in particolare negli ambiti diplomatico e militare, di cui
ci fornisce egli stesso notizia all'interno dei suoi Annali.
Questa sua opera è una raccolta di memorie, disposte temporalmente
fra il 1115 e il 1346 (benché egli muoia nel 1380), pubblicate per
la prima volta nel volume Cronichette
Antiche di varj scrittori del buon secolo della lingua toscana,
a cura di DomenicoMaria Manni,
stampato a Firenze nel 1733.
Interessante
la riproposizione di fatti e avvenimenti dei secoli XII e XIII, di
cui certamente non può essere stato testimone diretto, ma che ebbe
modo di conoscere attraverso le opere dei suoi contemporanei, ed in
particolare di Giovanni Villani. Come nelle altre “cronache”,
vengono riportate le vicende sull'ipotetico abbandono di San Miniato
da parte dei suoi terrazzani (1197), la distruzione del borgo di San Genesio a seguito della Prima Lega Guelfa, o Lega di San Genesio
(1200), la ricostruzione del centro abitato da parte dei Lucchesi
(1240), fino alla definitiva distruzione operata dai sanminiatesi
(1248). Incidentalmente, testimonia l'influenza fiorentina sul
castello di San Miniato nei primi anni del '300, ricordando di essere
stato chiamato egli stesso a presidiare la Rocca
di San Miniato
(1324) durante il periodo in cui Castruccio Castracani
e Ludovico il Bavaro
minacciavano da vicino la guelfa Firenze. Di interesse anche le
notizie riguardanti due sanminiatesi, o comunque originari di San
Miniato, come la morte del Vescovo di Firenze Giovanni Mangiadori
(1274), e il rapporto di lavoro con Iacopo Ciccioni (1337) del quale
annota anche la morte (1340). Infine, un cenno brevissimo alla morte
del Giudice di Gallura nei pressi di San Miniato (1275), ovvero il
capo di quel piccolo regno territorialmente circoscritto alla
Sardegna nord-occidentale: il Giudicato o Regno di Gallura,
dal XII secolo sotto la forte influenza di Pisa. Simone della Tosa
non lo dice, ma il Giudice di Gallura era Giovanni Visconti,
padre di Nino, celebrato da Dante nel Purgatorio.
D.
M. Manni (a cura di), Cronichette
Antiche di varj
scrittori
del buon secolo della lingua toscana,
Firenze, p.
125.
Di seguito
proponiamo il regesto delle notizie sanminiatesi contenute negli
Annali
di Simone della Tosa:
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