Ora stanno la gente di M. Luchino, e cavalcano spesso le terre di quella contrada che si teneano per
lo
Comune di Pisa, e faceauo grandissima guerra, e levavano grandissime
prede di bestiame grosso, e ardeano le case, e faceauo grandissimo
danno; e tutta quella brigata, la quale era ribella, forniano Io
campo della gente di M. Luchino (la quale era a Colle Salvetti) di
vettovaglia. E voglio che tutta gente sappia che se quella contrada
non fosse ribellata, la gente di M. Luchino non vi potrebbe essere
stata,
perocché la vettovaglia era loro venuta meno,
e non ne poteano avere da nessuna parte, e spesse volte avea nel
campo loro grande necessità di pane e di vino. Molte volte
cavalcavano quelli del campo presso all'antiporto di Pisa, ed i
cavalieri di Pisa cavalcavano presso al campo loro, e l'una gente
facea danno all' altra.
Ora,
stando quelli del campo in tale maniera , la infermità era grande
nel campo per lo lungo tempo che erano stati a campo; lo puzzo era
terribilissimo, ed era sì grande e si pericoloso, ed anco aveano
spesse volte necessità di vettovaglia , sicché non poteano
sostenere, e sì levarono da campo, e cavalcarono in Maremma nelle
contrade che si erano ribellate; e se nel campo avea infermità, in
quelle contrade l'avea via maggiore, sicché non vi poteano durare, e
molta buona genie vi morie, tra' quali fue M. Benedetto Maccaioni, lo
quale era uno de' maggiori caporali di quella oste, ed sua posta e
per suo amore era ribellata tutta quella contrada. Ora, vedendo gli
altri caporali dell'oste che la infermità era così grande, e
vedendo morire oggi l'uno e domane l'altro, deliberarono di partirsi
della contrada, e tornarsi in Lunigiana per tema di non venire sì
meno della gente loro che' Pisani non gli sconfiggessono; e, presa
l'ordine tra loro del partire, subitamente una mattina molto per
tempo si partirono della contrada, e ravalcarono verso lo castello di
San Miniato; e tanto
folle cavalcarono che molta gente rimase sfelata per
Io affanno dell'andare, e per lo grande pericoloso caldo che era; e
tanto cavalcarono che giunsono a Santa Gonda presso al castello di
San Miniato , e quine si posarono tutta quella notte, e la mattina
molto per tempo si partirono, e con le schiere fatte cavalcarono
tanto quel giorno che giunsono la sera tardi al Ponte a San Quirici,
presso alla città di Lucca a mezzo miglio. La notte sul mattino si
levarono, e cavalcarono a Camajore ed a Pietrasanta, ed in quelle
contrade; e quine, siccome quelle persone che erano state molto
affannate, e la maggior parte di loro erano infermi per la corruzione
dell'aere, e per quella molta fatica, e per lo mal vivere che fatto
aveano stando a campo, si riposarono grande tempo, che non feciono
alcuna contro a' Pisani, ne contro a' Lucchesi, ne' Pisani a loro. E
voglio che tutta gente sappia, se i Pisani gli avessono voluti
offendere quando si partirono da Santa Gonda e andarono al Ponte San
Quirici, gli avrebbono sconfitti e morti; e non volsono per lo
migliore.
Anonimo,
Istorie
Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC
all'anno MCCCXLVIII,
in Antonio Maria Biscioni (a cura di), Istorie
Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC
all'anno MCCCXLVIII e Diario del Monaldi,
Firenze 1733, rist. Milano, Tipografia di Giovanni Silvestri, 1845,
pp. 368-370.
Nessun commento:
Posta un commento