di
Francesco Fiumalbi
Fin dal 1370, anno
della conquista da parte di Firenze, San Miniato faceva parte dello
stato fiorentino, prima Repubblica, poi Ducato e infine
Granducato di Toscana. Tuttavia, il territorio sanminiatese non fu
annesso al cosiddetto “contado”, bensì al “distretto”
fiorentino, ovvero quella parte di territorio che originariamente non
faceva parte dell'antica giurisdizione di Firenze, ma che vi era
entrata a far parte attraverso conquiste o annessioni.
Il
ruolo di San Miniato, all'interno del così definito scacchiere
toscano, fu quello di sede di Vicariato. Come abbiamo visto nel post
“LE
FORCHE DI SAN MINIATO BASSO”,
la figura del vicario costituiva il rappresentante dello Stato a cui
erano delegate diverse funzioni, come l'amministrazione della
giustizia con funzioni anche politiche, informative ed esecutive, e
la sovrintendenza all'ordine pubblico con mansioni militari,
organizzative e logistiche.
Con
la riforma comunitativa di Pietro
Leopoldo
furono gettate le basi per la ripartizione della Toscana in
“compartimenti”: Firenze (che comprendeva anche Livorno e il suo
porto), Pisa, Grosseto e Siena, a cui nel 1827 si aggiunse Arezzo.
Successivamente nel 1848 fu creato il Compartimento di Pistoia, poi
soppresso dopo tre anni e nel 1849 si aggiunse anche quello di Lucca,
che era stato annesso al Granducato. Storia a parte fece la Provincia
di Massa e Carrara, inizialmente territorio emiliano, poi unito alla
Toscana solo nel 1881.
Con l'Unità d'Italia
quelli che erano stati i “compartimenti” toscani divennero
“province”, così come stabilito dal Regio Decreto del Regno di
Sardegna, n. 3702 del 23 ottobre 1859, poi esteso a tutta Italia con
la Legge Comunale e Provinciale del 20 marzo 1865. Con queste
disposizioni normative erano istituiti anche i “circondari”, enti
intermedi fra “provincia” e “mandamento” e San Miniato era la
sede di uno di questi. Senza entrare troppo nei dettagli, l'istituto
del “circondario” raccoglieva alcuni uffici distaccati della
provincia, come la Sottoprefettura e il Tribunale di Prima Istanza
(che poi divenne la “pretura”). Una successiva riforma
dell'istituto provinciale avvenne dopo cinquant'anni, con il Testo
Unico del 4 febbraio 1915, n. 148 “Legge Comunale e Provinciale”.
Di
lì a poco, negli anni '20 del '900, vi fu tutta una serie di
cambiamenti nell'assetto delle province toscane: nel 1923 alcuni
comuni di Massa e Carrara furono assegnati a La Spezia; nel 1927 fu
costituita la Provincia di Pistoia, poi ampliata nel 1928 con i
comuni della Valdinevole che fino a quel momento erano lucchesi; due
comuni aretini furono assegnati nel 1927 alla Provincia di Perugia.
Ma la novità più grande fu la costituzione della Provincia di
Livorno, nel 1925, grazie al diretto interessamento del gerarca
fascista Costanzo
Ciano,
padre del più noto Galeazzo
Ciano.
A
farne le spese, si fa per dire, furono le province di Pisa e di
Grosseto, che cedettero a Livorno i comuni che ancora oggi ne
costituiscono la giurisdizione. Particolarmente svantaggiata ne uscì
Pisa, che fu compensata dall'assegnazione di cinque “terre” del
Valdarno Inferiore che storicamente erano sempre rimaste sotto la
giurisdizione del compartimento, poi provincia, di Firenze. In
particolare, furono quei comuni che appartenevano all'antico
“vicariato” fiorentino di San Miniato e che fino a quel momento
costituivano buona parte dell'allora “circondario” di San
Miniato: San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Montopoli, Castelfranco
di Sotto e Santa Maria a Monte, con le eccezioni di Fucecchio, Empoli, Montaione e Cerreto Guidi che rimasero a Firenze. Questi comuni, unitamente ad
altri, costituirono un nuovo “circondario”, con sede ad Empoli,
che in tempi molto recenti è stato in qualche modo riproposto come
“Circondario
Empolese-Valdelsa”,
anche se si tratta di tutta un'altra cosa. Il Circondario di San
Miniato, monco dei comuni rimasti nella provincia fiorentina,
continuò ad esistere anche sotto alla giurisdizione di Pisa, fino
alla sua definitiva soppressione. In questo modo fu accontentata
anche Empoli, che nel 1923 aveva chiesto alla Giunta Provinciale di
trasferire la Sottoprefettura da San Miniato ad Empoli, in virtù del
crescente ruolo demografico ed economico e del miglior collegamento
stradale e ferroviario. Richiesta che sul momento non era andata a
buon fine. [Archivio Storico del Comune di Empoli, Delibere
della Giunta,
Delibera n. 54 del 13 novembre 1923, su segnalazione dell'amico Carlo
Pagliai – Della
Storia d'Empoli].
San Miniato non fu mai
completamente entusiasta dell'assegnazione alla Provincia di Pisa,
anche perché la decisione fu presa, probabilmente, a Roma, attorno ad un
tavolo, senza la benché minima volontà di interpellare i
diretti interessati. Tuttavia, va anche detto che non ci furono
nemmeno particolari movimenti di protesta. D'altra parte se si chiede
ad un sanminiatese se si senta più pisano o fiorentino, molto
probabilmente la risposta sarà nessuna delle due cose. Anche perché
San Miniato non seguì le orme di Castelfiorentino (1149), Empoli
(1182), Fucecchio (1330), Santa Croce sull'Arno (1333), Santa Maria a
Monte (1348) e Montopoli (1349) che si dettero più o meno
volontariamente a Firenze, bensì fu conquistata attraverso un
assedio molto lungo. Inoltre, negli anni successivi almeno fino al 1424,
non mancarono tentativi di rivolta anche molto cruenti, sobillati dai
Pisani e che portarono nefaste conseguenze. I Fiorentini furono i
primi alleati dei Sanminiatesi per scacciare i Vicari Imperiali, ma
furono anche quelli che neanche un secolo dopo li sottomisero. Senza
considerare che i Pisani furono sempre in agguato, come con Uguccione
della Faggiuola fra il 1313 e il 1316, e nel momento del bisogno
lasciarono ai Visconti di Milano l'onere di difendere San Miniato
dall'assedio dei Fiorentini; i quali lombardi ad un certo punto
tentarono di fare il colpo grosso, ma vista la malaparata badarono di più a
riportare la propria pelle in Val Padana. Ma questa è un'altra
storia e ne parleremo diffusamente in un prossimo post.
Alla fine, forse è
stato inevitabile che i sanminiatesi siano cresciuti, di generazione
in generazione, con un bel po' di diffidenza verso gli altri
“popoli”, vicini e lontani. E questo sentimento, probabilmente,
sta anche alla base del mancato attecchimento delle varie istanze per
riportare San Miniato in Provincia di Firenze, anche in tempi molto
recenti.
La Torre di Pisa, il simbolo della Città
Foto di Francesco Fiumalbi
Di seguito è proposto
il Regio Decreto n. 2011 del 15 novembre 1925 (pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 274 del 26 novembre 1925), con il quale il
Comune di San Miniato fu assegnato alla Provincia di Pisa:
Aggregazione
alla provincia di Livorno di alcuni Comuni della provincia di Pisa e
dell'isola di Capraia, ed alla provincia di Pisa di alcuni Comuni
della provincia di Firenze; istituzione del circondarlo di Piombino e
trasferimento ad Empoli del capoluogo del 3° circondario della
provincia di Firenze.
VITTORIO
EMANUELE III
PER
GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE
D'ITALIA
Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla
proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari
dell’interno;
Abbiamo
decretato e decretiamo:
Art. 1.
I
comuni di Collesalvetti, Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona,
Castagneto Carducci, Sassetta, Campiglia Marittima, Suvereto e
Piombino sono staccati dalla provincia di Pisa e il comune di Capraia
Isola da quella di Genova ed aggregati alla provincia di Livorno.
Art. 2.
I
comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Maria a
Monte, Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno sono staccati
dalla provincia di Firenze ed aggregati a quella di Pisa, primo
circondario.
Art. 3.
È
istituito il terzo circondario della provincia di Livorno con
capoluogo Piombino e con i comuni di Cecina, Bibbona, Castagneto
Carducci, Sassetta, Campiglia Marittima e Suvereto.
I comuni di Collesalvetti, Rosignano Marittimo e Capraia Isola sono uniti al primo circondario.
I comuni di Collesalvetti, Rosignano Marittimo e Capraia Isola sono uniti al primo circondario.
Art. 4.
I
Comuni, già compresi nella circoscrizione del circondario di San
Miniato e rimasti alla provincia di Firenze, costituiranno il
circondario di Empoli, comune nel quale avrà sede il capoluogo.
Art. 5.
Con
successivi decreti, da promuoversi dai Ministeri competenti, verranno
approvati i progetti da predisporsi d’accordo fra le rappresentanze
delle Provincie interessate, o, in caso di dissenso, d’ufficio, per
la separazione del patrimonio e il reparto delle attività e
passività, e sarà provveduto a quant’altro occorra per
l’esecuzione del presente decreto, che sarà presentato al
Parlamento per la conversione in legge.
Ordiniamo
che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto
nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno
d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato
a Roma, addì 15 novembre 1925.
VITTORIO
EMANUELE.
MUSSOLINI
– FEDERZONI.
Visto,
il Guardasigilli: ROCCO.
Registrato alla Corte dei conti, con riserva, addì 26 novembre 1925.
Atti del Governo, registro 242, foglio 174. – GRANATA.
Registrato alla Corte dei conti, con riserva, addì 26 novembre 1925.
Atti del Governo, registro 242, foglio 174. – GRANATA.
Io ho abitato per anni alla Catena,poi 6 anni all'Ontraino, 4 anni a ponte a Egola E ora da più di trenta a metà strada fra la Catena e San Miniato, sono proprio un pesce fuori l'acqua, poi col calcio tifo Pisa. abbiate pazienza se qualche volta - vò difori!
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