CASTELNUOVO
[Comune di Castelfiorentino]
«CASTELNUOVO
di Val d’Elsa. Castello con parrocchia (S. Maria Assunta) nel
piviere di Cojano, Comunità Giurisdizione e 7 miglia toscane
(ERRATA:
a settentrione) a scirocco di Montajone, Diocesi di Volterra,
Compartimento di Firenze (1).
Questo
castello, che ha torre con mura semidirute, è situato in costa alla
sinistra dell'Elsa sulla strada comunitativa che staccasi dalla via
provinciale al ponte di Granajolo sull'Elsa per salire a Cojano.
Sta
in mezzo a quattro tenute che sono il modello dell’agricoltura
toscana: quella di Cojano
del
marchese Garzoni Venturi situata a ostro di Castelnuovo: a levante la
fattoria di Cambiano,
e a ostro quella di Granajolo,
entrambe
del marchese Pucci: e a ponente la tenuta assai più nota di Meleto
del
marchese Ridolfi.
Castelnuovo
fu uno dei 36 castelli dell’antico distretto Sanminiatese.
Sino
dal secolo XIII era capoluogo di comune, i di cui confini trovansi
designati nel trattato del 1297 fra i Fiorentini e i Sanminiatesi,
dove si tratta della fissazione dei termini fra le respettive
giurisdizioni civili o contadi.
Dopo
però la dedizione di Sanminiato e del suo territorio alla Repubblica
fiorentina, (anno 1370, 17 febbrajo) (2) fu fatta una nuova
convenzione (anno 1370, 29 aprile), per la quale si staccarono dalla
giurisdizione politica di Sanminiato quei popoli dell'antico suo
distretto, i quali, lungi dal seguire il partito Ghibellino, si erano
poco innanzi dati ai Reggitori di Firenze.
Fu
uno di questi Castelnuovo che si dichiarò immediatamente soggetto
alla Repubblica fiorentina, dalla quale ebbe l’onore di essere
dichiarato capoluogo di comunità e di potesteria, aggregando al suo
tribunale civile i comuni di S.
Quintino e
di Canneto.
(LAMI, Monum.
Eccl. Flor.)
A questi tre popoli posteriormente fu unito anche l’altro di
Barbialla, per cui Castelnuovo di Val d’Elsa si disse talvolta
Castelnuovo
di Barbialla.
(Vedere
BARBIALLA)
Sennonchè
in forza del regolamento dei 23 maggio 1774 sull’organizzazione
economica delle Comunità del contado fiorentino, i popoli di
Castelnuovo, di Canneto; di S. Quintino e di Barbialla furono riuniti
alla Comunità di Montajone, di cui tuttora essi fanno parte. –
Vedere MONTAJONE
Comunità.
La
parrocchia di Castelnuovo sino dal secolo XIV era prioria, vale a
dire la prima chiesa filiale della pieve di Cojano, con la canonica
per abitazione del parroco mentre i curati delle altre chiese
succursali o cappellanie erano consueti convivere con il pievano
collegialmente. –
Vedere l’Articolo
CANONICA.
A
quella stessa età dipendevano dalla canonica di S. Maria di
Castelnuovo la cappella curata di S. Lucia, ora confraternita in
Castelnuovo, l'ospedale di S. Jacopo dentro il castello, e quello di
S. Francesco vicino a Castelnuovo, ora entrambi distrutti. Alla
stessa parrocchia fu aggregata la chiesa dei SS. Ippolito e Cassiano
a
Meleto,
chiesa da lungo tempo profanata, e la cui fabbrica esiste tuttora nel
centro della tenuta di Meleto. –
Vedere MELETO
di Val d’Elsa.
La
parrocchia di S. Maria a Castelnuovo, nel 1551, contava 351 abitanti,
nel 1745 era aumentata sino a 698, e nell’anno 1833 aveva 836
abitanti.»
[Estratto
da E. Repetti Emanuele, Dizionario...Cit.,
Vol. I, Firenze, 1833, pp.
579-580]
NOTE
E RIFERIMENTI
(1)
Al tempo in cui scrive il Repetti, Castelnuovo faceva parte del
Comune di Montaione, anziché di Castelfiorentino come al presente.
Come scrive più avanti lo stesso Repetti, tali ambiti
giurisdizionali furono fissati con il Regolamento del Granduca Pietro
Leopoldo datato 23 maggio 1774, nell'ambito della più vasta
operazione di ridefinizione amministrativa e giurisdizionale delle
varie comunità, che spesso è indicata complessivamente come
“Riforma Comunitativa”.
(2)
Come sappiamo l'assedio si concluse a favore dei Fiorentini il 9
gennaio 1370. Al mese di febbraio vanno ascritti i vari patti di
assoggettamento.
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