a
cura di Francesco Fiumalbi
Indice del post:
INTRODUZIONE
LA CARRIERA MILITARE
LA PRIMA GUERRA
MONDIALE
LA MORTE
IL CORDOGLIO
IL RITORNO DELLA SALMA
L'INTITOLAZIONE DELLA
STRADA
NOTE BIBLIOGRAFICHE
Post correlato:
INTRODUZIONE
In
questo post sono raccolte le informazioni relative al sanminiatese
Paolo Maioli [San Miniato, 17 gennaio 1864 – Laghi (VI), 20 agosto
1918]. Figlio del medico Giuseppe Maioli, Direttore degli
“Spedali Riuniti” di San Miniato, si avviò fin da giovane alla
carriera militare. Il 19 febbraio 1898 sposò Luigia Pini [San
Miniato, 1865 – 2 dicembre 1950], figlia di Gaetano, dalla quale
ebbe un figlio, Giuseppe Maioli [San Miniato, 1 febbraio 1899 – 2
dicembre 1956], anch'egli avviato alla carriera militare (01).
Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, raggiungendo il grado di
Generale. Morì all'età di 54 anni, a seguito di ferite riportate
durante una ricognizione sul Monte Majo, nel territorio che
attualmente appartiene al Comune di Laghi in Provincia di Vicenza.
Rientrata la salma a San Miniato nel 1922, gli fu intitolata la
strada che collega Piazza Buonaparte con Piazzetta Pancole. In questa
pagina è proposta una sintesi della sua biografia, oltre a documenti
e notizie dell'epoca, riportate in appendice.
Nella
pagina PAOLO MAIOLI – DOCUMENTI E TESTIMONIANZE è contenuta la
trascrizione di numerosi testi, fra cui articoli di giornale,
deliberazioni ed estratti di pubblicazioni.
Il Generale Paolo
Maioli
Immagine
tratta da «La
Rocca»,
anno I, n. 13, 7
settembre 1919, p. 2.
LA
CARRIERA MILITARE
Paolo Maioli si avviò
fin da giovane agli studi presso il Collegio Militare di Firenze e,
successivamente, all'Accademia Militare. Appena diciannovenne, nel
1883 venne nominato Sotto Tenente di Artiglieria, ovvero quella parte
dell'esercito che opera attraverso l'uso di armi da fuoco pesanti, a
lunga gittata. Appena due anni dopo, nel 1885 venne avanzato a
Tenente e nel 1893 fu promosso a Capitano. Divenne Maggiore nel 1908,
prestando servizio in vari Reggimenti dell'Artiglieria.
Nel
1913, durante un'esercitazione, rimase vittima di una caduta da
cavallo che lo costrinse ad una lunga convalescenza, un periodo di
riposo forzato durato circa due anni e mezzo, fino al settembre del
1915 (02).
Durante
il periodo in cui rimase a San Miniato, fra le varie cose, fu eletto
Presidente Onorario della Ven. Arciconfraternita di Misericordia, con deliberazione del 14 dicembre 1917 (03).
LA
PRIMA GUERRA MONDIALE
Il 24 maggio 1915,
giorno dell'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale contro
l'Impero Austriaco, Paolo Maioli aveva ripreso servizio all'interno
di un deposito di artiglieria, lontano dalle linee del fronte. Chiese
ed ottenne, nel settembre del 1915, di poter raggiungere le
avanguardie. Promosso Colonnello, assunse il comando del 2°
Reggimento d'Artiglieria da Campagna, nella zona di Monfalcone (oggi
Prov. di Gorizia).
Prese
parte a varie battaglie, passando poi nel 7° Reggimento. Nel marzo
1917 fu promosso Brigadiere Generale e venne destinato al comando
della 69° Divisione. Nonostante il suo grado di Generale, era
solito rimanere a fianco dei suoi sottoposti, non senza risparmiarsi
da fatiche e pericoli (03).
LA
MORTE
Il 20 agosto 1918, mentre si trovava a capo di un piccolo gruppo in ricognizione sul Monte Majo (oggi nel Comune di Laghi in Provincia di Vicenza), venne colpito mortalmente da una scheggia. Trasportato all'ospedale da campo della 27° Sezione di Sanità, morì il giorno stesso (04).
Il 20 agosto 1918, mentre si trovava a capo di un piccolo gruppo in ricognizione sul Monte Majo (oggi nel Comune di Laghi in Provincia di Vicenza), venne colpito mortalmente da una scheggia. Trasportato all'ospedale da campo della 27° Sezione di Sanità, morì il giorno stesso (04).
Al tempo, la morte del
Generale Paolo Maioli generò dolore, ma anche ammirazione,
specialmente nelle truppe al fronte, per la dedizione e lo sprezzo
del pericolo dimostrati a costo del sacrificio della vita. La sua fu
certamente un'azione ammirevole: essendo generale, non aveva obbligo
di stare in prima linea, addirittura in ricognizione verso le più
avanzate postazioni nemiche.
Tale sacrificio gli valse il conferimento della Medaglia d'Argento alla Memoria da parte del Re Vittorio Emanuele III, con decreto del 27 maggio 1920. Nella motivazione, contenuta nel Decreto del Ministero della Guerra del 23 dicembre successivo si legge: MAIOLI CAV. PAOLO da S. Miniato (Firenze) Comandante d'artiglieria divisionale, per assicurare il maggior rendimento delle proprie artiglierie, ed il più sicuro collegamento con le fanterie della divisione, si recava sovente in prima linea, mostrando, nell'adempimento del proprio dovere, il massimo sprezzo del pericolo. In una di tali ricognizioni, incontrava serenamente la morte – Monte Majo 20 Agosto 1918 (05).
Tale sacrificio gli valse il conferimento della Medaglia d'Argento alla Memoria da parte del Re Vittorio Emanuele III, con decreto del 27 maggio 1920. Nella motivazione, contenuta nel Decreto del Ministero della Guerra del 23 dicembre successivo si legge: MAIOLI CAV. PAOLO da S. Miniato (Firenze) Comandante d'artiglieria divisionale, per assicurare il maggior rendimento delle proprie artiglierie, ed il più sicuro collegamento con le fanterie della divisione, si recava sovente in prima linea, mostrando, nell'adempimento del proprio dovere, il massimo sprezzo del pericolo. In una di tali ricognizioni, incontrava serenamente la morte – Monte Majo 20 Agosto 1918 (05).
Negli
anni successivi, la sua morte fu celebrata anche con varie ricostruzioni, di cui tuttavia non è possibile verificare l'attendibilità. Ad
esempio quella di Amedeo Tosti, che nel suo volume L'esempio
dei Capi. I Generali italiani caduti nella Grande Guerra (Libreria
del Littorio, Roma, 1930) ebbe a scrivere: Ai
suoi ufficiali, che cercavano di allontanare i soldati accorsi
attorno al Generale morente, Egli disse: «lasciateli
stare, è bene che vedano che anche i generali muoiono come loro».
L'epigrafe alla memoria
dei Caduti della Prima Guerra Mondiale
appartenenti alla Ven.
Arciconfraternita di Misericordia
contenente anche il
nome di Paolo Maioli
San Miniato, chiesa
della SS. Trinità
Foto di Francesco
Fiumalbi
IL
CORDOGLIO
Giunta a San Miniato la
notizia della morte del Generale Paolo Maioli, la Giunta Municipale
fece realizzare un manifesto che venne affisso il 28 agosto 1918.
Questo il testo dell'originale conservato presso l'Archivio Storico
del Comune di San Miniato [ASCSM, Archivio Postunitario, busta di
manifesti 1917/1919 senza numero di inventario]:
COMUNE
DI S. MINIATO
CITTADINI,
La
guerra non conosce ordini sociali, il
GENERALE
PAOLO MAIOLI
è
morto versando il suo sangue accanto al sangue di tanti soldati che
valorosamente difesero la Patria.
La nostra Città ha dato lacrime per tutti, ed oggi piange la perdita
del Gentiluomo e del Soldato
che tanto seppe combattere il nemico contro il quale imprechiamo. La
vittoria immancabile ha voluto in olocausto anche questa nobile
esistenza, privando così il nostro esercito di uno dei suoi migliori
condottieri; inchiniamoci al fato! Ma in onta ai carnefici, del
nostro illustre cittadino, resta in noi la memoria della sua grande
ed austera bontà, resta nel cuore dei nostri soldati il glorioso
estremo sacrificio per cui si affretterà l'ora della vittoria.
S.
Miniato, 28 Agosto 1918
La
Giunta Municipale
Elmi
cav. Egisto – Sindaco
Conti
cav. Alfredo – Assessore
Giusti
Ferruccio – Assessore
Mannini
Guido – Segretario
S.
Miniato – Tip. Bongi
Anche l'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, durante l'adunanza del 29 agosto 1918, espresse il proprio cordoglio per la morte del Gen. Maioli, che l'anno precedente era stato eletto Presidente Onorario di quell'istituzione. Nella stessa adunanza venne proposto di organizzare, a cura della Misericordia, il solenne funerale presso la Cattedrale (06). Le esequie, tuttavia, furono possibili solamente al rientro della salma, nel maggio 1922.
Il successivo 5 settembre 1918 l'allora Ministro della Guerra Vittorio Zupelli inviò un biglietto di cordoglio alla moglie Luigia Pini. Il testo fu pubblicato su «La Rocca», anno I, n. 13, 7 settembre 1919, p. 3:
Il successivo 5 settembre 1918 l'allora Ministro della Guerra Vittorio Zupelli inviò un biglietto di cordoglio alla moglie Luigia Pini. Il testo fu pubblicato su «La Rocca», anno I, n. 13, 7 settembre 1919, p. 3:
«Gentilissima
Signora,
Tengo
a farle giungere l'espressione del mio più vivo cordoglio per la
morte del suo valoroso marito, morte che tuttavia ogni soldato può
invidiare, perché illuminata dalla luce del sacrificio della patria.
L'esercito
ha perduto col brigadiere generale Maioli una bella figura di
soldato, che tutte le sue esimie capacità à dedicato al compimento
di un dovere austeramente sentito, e ne onorerà fedelmente la
memoria come simbolo delle più elette virtù militari.
Voglia
gradire, gentile Signora, i sensi del mio particolare ossequio.
Dev.mo
f.°
ZUPELLI»
Nel
medesimo numero de «La
Rocca» sono riportati anche altre parole di cordoglio che arrivarono
a Luigia Pini dal Colonnello Brigadiere Baunngarter, dal Generale
Luigi Buongiovanni
e dal Generale
Alessandro Saporiti.
IL
RITORNO DELLA SALMA
La salma del Generale
Paolo Maioli poté fare ritorno a San Miniato solamente quattro anni
più tardi, il 1 maggio 1922. La camera ardente fu sistemata nella
chiesa di Santa Caterina, prossima alla sua abitazione. Ad organizzarla le
associazioni sanminiatesi dei Combattenti e Reduci di Guerra, Madri, Vedove e Orfani di Guerra, Mutilati e Invalidi. Rimase aperta fino alla
mattina del 4 maggio successivo, quando si svolsero i solenni
funerali, celebrati dal Canonico Genesio Chelli, parroco di quella
chiesa, e alla presenza del Vescovo Mons. Carlo Falcini, oltre che
delle autorità civili e militari.
Nel pomeriggio, una
folla imponente scortò il feretro al cimitero di San Miniato. Erano
presenti il Commissario Prefettizio Attilio Masiani, il Sottoprefetto
Marchese Incisa di Camerana, il Prof. Sabatino Novi per le
Associazioni miliari, e poi il Generale Roberto Sandulli in
rappresentanza dell'esercito, la signora Bianchi Clorinda per
l'Associazione Madri, Vedove e Orfani di Guerra, oltre al Comm.
Federigo Ubaldini presidente della Misericordia. Il corteo sostò
davanti alla chiesa di SS. Trinità, dove era stata collocata
l'epigrafe dalla Ven. Arciconfraternita di Misericordia alla memoria
dei fratelli Caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Nell'iscrizione è contenuto anche il nome del Gen. Maioli. Davanti al
Conservatorio di Santa Chiara furono pronunciati i discorsi di
commiato da parte del Commissario Prefettizio, del Gen. Sandulli, del
Sig. Gino Giunti dell'Associazione Combattenti e Reduci e del Comm.
Federigo Ubaldini. La vedova Luigia Pini e il figlio Giuseppe Maioli,
ringraziarono con commozione gli interventi e accompagnarono la salma
nel cimitero, all'interno cappella della famiglia (06).
La chiesa di Santa
Caterina
San Miniato, piazza XX
Settembre
Foto di Francesco
Fiumalbi
L'INTITOLAZIONE
DELLA STRADA
Nel
luglio 1922, su sollecitazione dei periodici locali «La
Vedetta» [anno IV, n. 18 del 14 maggio 1922, settimanale di
ispirazione cattolico-popolare] e «La Voce Fascista», [anno I, n.
13 del 9 luglio 1922], ma anche della Sezione sanminiatese
dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci [lettera del 18 giugno 1922],
la Giunta del Comune di San Miniato prese in considerazione
l'opportunità di intitolare una delle strade del capoluogo alla
memoria del Generale Paolo Maioli.
A tal proposito fu
interpellato il Prof. Giulio Delli che era contemporaneamente
Presidente dell'Accademia degli Euteleti di San Miniato e membro
della Società Storica della Valdelsa. Con lettera del 22 luglio 1922,
il Prof. Delli incoraggiò l'Amministrazione Comunale.
E fu così che la
Giunta, con delibera n. 159 del 12 agosto 1922 stabilì che il tratto
di via Pietro Bagnoli, compreso fra Piazza Buonaparte e Piazzetta
Pancole, venisse intitolato a Paolo Maioli.
San Miniato, via Paolo Maioli
Foto di Francesco Fiumalbi
In
realtà, l'Associazione Combattenti aveva chiesto che il tratto di
strada fosse quello fra Piazzetta Pancole e Piazza XX Settembre,
poiché l'abitazione del Generale si affacciava proprio sulla piazza
antistante l'Ospedale. Tuttavia, essendo Bagnoli sepolto nella chiesa
di San Paolo, ed avendo abitato per circa un ventennio in quella
struttura conventuale (prima che venisse riacquistata dal Vescovo Pio
Alberto del Corona e ceduta nuovamente alle Clarisse), la Giunta
ritenne inopportuna tale sistemazione. Per cui la nuova denominazione
“via Paolo Maioli” interessò l'antica “via di Poggighisi”,
già “via Pietro Bagnoli”, nel tratto compreso fra Piazza
Buonaparte e Piazzetta Pancole, così come è rimasta ancora oggi.
[Archivio Storico del Comune di San Miniato, Archivio Postunitario,
F200 S020 UF012, Deliberazioni
della Giunta Municipale,
Delibera n. 159 del 12 agosto 1922, si veda la trascrizione nel
paragrafo Documenti e testimonianze]
Post correlato:
NOTE
BIBLIOGRAFICHE:
(01)
F.
M. Galli Angelini, Il
Generale Paolo Maioli 1864-1918,
in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», n. 29,
1954-55, pp. 15-16.
(02)
A.
Tosti, L'esempio
dei Capi. I Generali italiani caduti nella Grande Guerra,
Libreria del Littorio, Roma, 1930.
(03)
Ibidem; cfr. Archivio della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, delibera del 14 dicembre 1917.
(04)
Albo
d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18,
Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 483.
(05)
F.
M. Galli Angelini, Il
Generale Paolo Maioli 1864-1918,
in «Bollettino
dell'Accademia degli(06) Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, adunanza del 14 dicembre 1917.
San Miniato, via Paolo Maioli
Foto di Francesco Fiumalbi
Nessun commento:
Posta un commento