a cura di Francesco Fiumalbi
In questo post è proposto un curioso episodio
avvenuto nella Biblioteca Comunale di San Miniato nell’aprile 1919. L’allora
bibliotecario si dimostrò non molto preparato: ignorante su un’opera di
Gabriele D'Annunzio, attribuì poi al Petrarca un soggetto appartenente invece alla
Divina Commedia di Dante Alighieri.
Foto di
Francesco Fiumalbi
Il fattarello trovò spazio sulle colonne del
quindicinale sanminiatese «La Rocca», Anno I, n. 3 del 13 aprile 1919. Di
seguito il testo:
IN BIBLIOTECARIO
(AUTENTICA)
Approfittai che il “baccano” degli innumerevoli
ragazzi cessasse per avvicinarmi al bibliotecario e chiedergli la “Francesca da
Rimini” di Gabriele d'Annunzio.
Il bibliotecario spalancò gli occhi, indi con un
sorriso di compatimento mi disse: «Scusi, vorrà dire la Francesca da Rimini di
F. Petrarca? ...».
«No, proprio la Francesca del D'Annunzio» risposi
trasecolando.
Nuova prolungata meditabonda sorpresa.
Poi siccome a vedere tanta «distrazione» non
potei fare a meno di atteggiare la bocca ad un sorriso, il buon bibliotecario,
quasi stizzito, quasi offeso, accennandomi il mucchio di fogli di carta bollata
che aveva dinanzi, mi disse «Mi faccia il piacere signore, ho un monte da fare
e non posso perder tempo a trovare un libro che non esiste...... La “Francesca
da Rimini” di Gabriele D'Annunzio? ….....ma …...sarà …...ma non l'ho mai
sentita dire......».
Me ne andai, pensando con ilarità alla smorfia di
sorpresa, che farebbe il buon bibliotecario samminiatese, se uno, puta caso,
gli chiedesse la “Divina Commedia” di Dante Alighieri!
IL GIROVAGO
La Francesca da Rimini è un'opera
drammatica scritta da Gabriele D'Annunzio e musicata da Riccardo Zandonai,
rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino nel 1914. Il
soggetto è tratto dal V Canto dell'Inferno della Divina Commedia di Dante
Alighieri.
di
Gabriele D'Annunzio per la Musica di Riccardo Zandonai
G.
Ricordi, Milano, 1914, frontespizio
La Biblioteca Comunale di San Miniato rappresenta
un piccolo scrigno in cui sono contenuti migliaia e migliaia di libri. Un
servizio prezioso per l'intera comunità: è frequentata quotidianamente da
decine di persone e nel corso dell'anno promuove molte iniziative interessanti.
Anche il personale è sempre gentile e disponibile.
Oggigiorno il mestiere del bibliotecario ha ricevuto
un grande aiuto dall'avvento dell'informatica. Basta un click e sul monitor
appare il libro richiesto, la sua schedatura sintetica e la posizione sugli
scaffali. Se non è presente, è possibile richiederlo presso un'altra biblioteca
della rete, oppure può essere avanzata la proposta di acquisto. Tutto questo in
pochi secondi.
In passato non era così. Il bibliotecario aveva
apposite schede, registri, in cui erano riportate la collocazione, l'edizione
ed altre informazioni utili. Se il libro non c'era, l'interessato doveva
iniziare un “pellegrinaggio” presso altre biblioteche, sperando che fosse
presente in quelle più grandi e meglio fornite.
Spesso quello del bibliotecario era un lavoro
fatto di memoria ed erudizione. Doveva conoscere i libri, saper consigliare,
conoscere l'edizione da comprare, sapersi destreggiare fra autori, titoli e
case editrici. Anche oggi sono richieste competenze specialistiche, non a caso
per operare in biblioteca occorre aver conseguito una laurea. In passato,
tuttavia, l'aspetto della conoscenza poteva fare molta più differenza rispetto
ad oggi. Conoscenza che, evidentemente, non era proprio il maggior pregio del
nostro povero bibliotecario.
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