a
cura di Francesco Fiumalbi
INTRODUZIONE
In
questa pagina è proposto il testo dedicato al pittore fiorentino
Alessandro
Fei conosciuto anche come Alessandro “del Barbiere” [Firenze, 1538 o
1543 – 7 dicembre 1592] contenuto ne Il
Riposo
di Raffaello
Borghini.
Oscurato dai giganti del tempo, praticamente sconosciuto al pubblico
dei non specialisti, Alessandro Fei fu comunque un importante artista
fiorentino attivo nella seconda metà del XVI secolo. In Toscana
lavorò praticamente ovunque, specialmente a Firenze, ma anche a Roma
e perfino a Messina e in Francia. Importantissima la sua
collaborazione col Vasari.
«Venne
ancora fra noi in questi tempi il rinomatissimo Alessandro Fei, detto
altrimenti il barbiere, il quale ebbe per patria Firenze, e fu uno
de' primi pittori del suo tempo. Nacque l'anno 1538, ed ebbe per
maestri, i più grandi uomini che allora vi fossero»
[G.
Grosso Cacopardo in Memorie
de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal
secolo XII sino al secolo XIX ornate di ritratti,
1821 a p. 71]
IL
RIPOSO DI RAFFAELLO BORGHINI
Tornando
a Il
Riposo
di Raffaello Borghini, è una sorta di trattato a forma di
dialogo, composto nel 1584 e costituito da quattro volumi. Trae il
proprio nome dalla Villa “Il Riposo” appartenuta a Bernardo
Vecchietti nei pressi di Ponte a Ema, in cui si immagina fosse
avvenuto il dialogo. Da un punto di vista della letteratura non ha
avuto molta fortuna, ma per la storia dell'arte è considerato una
piccola miniera di informazioni riguardanti la vita e le opere di
molti artisti del tempo. Fra questi troviamo Alessandro Fei, del
quale Il
Riposo
costituisce la fonte primaria per ricostruirne la biografia e
l'attività artistica.
A
SAN MINIATO NEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO
UN'OPERA
PERDUTA?
Secondo
il Borghini, Alessandro Fei fu attivo anche a San Miniato ed in
particolare nel Convento di San Francesco. Qui avrebbe realizzato un
affresco con la figura di San Francesco d'Assisi sopra il mondo. Stando al testo, quella di San Miniato sarebbe la sua seconda opera realizzata in completa autonomia e potrebbe collocarsi fra il 1560 e il 1570. Tuttavia, allo
stato attuale degli studi, l'affresco sembra essere perduto: non
sappiamo se distrutto, rovinato o semplicemente coperto sotto una
ridipintura successiva. In tutta la letteratura storico-artistica
sanminiatese non se ne trova traccia. L'unico indizio a disposizione è relativo alla posizione: doveva essere nel
convento, e non nella chiesa, poiché il Borghini nel descrivere la
collocazione di altre sue opere specifica quando si trovano nel luogo
di culto vero e proprio. Un piccolo mistero che per il momento non
trova soluzione.
Foto
di Francesco Fiumalbi
Estratto
da R. Borghini, Il
Riposo,
appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1784, Libro IV, pp. 632-635:
«[632]
[e
ritorniamo a' maestri principali]
Fra'
quali Alessandro di Vincentio Fei detto del Barbiere si esercita con
molta sua laude. Egli hebbe i primi principi del disegno da Ridolfo
del Ghirlandai, essendo dimorato in casa sua alquanto tempo, poscia
apprese à maneggiare i colori da Pier Francia, & ultimamente
lavorò appresso à Tommaso da San Friano. La prima opera che facesse
Alessandro di sua inventione fu una tavola della historia di Santa
Caterina, quando è sposata da Giesu Christo con altre figure, la
quale si vede nella Compagnia di Santa Caterina dietro alla Nuntiata.
Lavorò
poi à San Miniato al Tedesco nel convento de' frati Zoccolanti un
San Francesco sopra una palla figurata per lo mondo à fresco.
Una tavola di sua mano è nella Chiesa di Vicchio in Mugello
rappresentante il Rosaio
[633]
della
gloriosa Vergine; un’altra di detto misterio ne è in Peccioli
nella chiesa de’ frati di San Domenico. A Chiusure, in quel di
Siena, nella Pieve de’ frati di Montuliveto ha dipinto una facciata
d’un Cristo di chiaro oscuro, entrovi il Giudicio Universale et in
una cappellina, che è nel mezo Cristo in atto di giudicare e sopra
la porta di detta Pieve un Cristo morto. In Chianti, nella chiesa di
Brolio, per li Ricasoli ha lavorato tre cappelle a fresco, nella
prima è la Vergine col figliuolo in collo et altre figure, nella
seconda alcuni dottori della chiesa che disputano e nella terza
alcune sante per sodisfacimento de’ padroni. In Valdelsa nella
pieve di San Brancazio fece una tavola non molto grande, in cui è
figurata la Reina de’ Cieli con alcuni Santi. Nel monasterio delle
monache di Lapo fuor di Firenze è di suo una tavola dimostrante
nella parte bassa la Madonna col figliuolo et alcuni Santi e nella
parte più alta Dio Padre in mezo al Paradiso. A Messina in tre volte
ha mandato molte sue opere: la prima fu una tavola per la chiesa
grande, in cui aveva dipinto la Nostradonna con Giesù, due angeli et
alcuni santi; la seconda un quadro di tre braccia della adorazione
de’ Magi e la terza dodici istorie di San Giovambatista a olio in
tela, che sono state poste nella chiesa de’ Fiorentini, i quali
avevan mandato a Firenze a farle fare. Dipinse poscia due quadri,
nell’uno ritrasse Antonio del Bene in abito di Gonfaloniere con un
paggio a lato,
[634]
che
tiene in mano uno stendardo dell’insegna della città e nell’altro
fece una Firenze e questi furono mandati in Francia. In Pistoia è di
sua mano lavorata a fresco una cappella nella Madonna della Umiltà,
dove sono undici istorie della vita della gloriosa Vergine e nella
tavola a olio è una Nunziata et il Paradiso con angeli e con Dio
Padre e parimente è fatta da lui in detta città la tavola
dell’Assunta con gli apostoli posta nella Madonna del Letto. A
Vernio nella badia per lo Signor Pierantonio de’ Bardi ha fatto una
tavola della Concezzione con molte figure e vi è ritratto di
naturale ginocchioni tutto armato esso Signor Pierantonio. In Firenze
sono di sua mano queste opere: una tavola nella Compagnia di Santa
Brigida entrovi un Cristo in croce con quattro Santi; in San Niccoló
oltr’Arno n’una cappella fatta con suo disegno la tavola, in cui
è effigiata la Vergine, che riceve l’angelico saluto. In San
Brancazio la tavola dell’istoria di San Bastiano; nel monasterio
della Crocetta in testa dell’orto n’una cappella dipinta a fresco
la Resurrezzione di Cristo con molte figure in variate attitudini; in
Santa Croce alla Cappella de’ Corsi la tavola, in cui si vede
Cristo alla colonna con molte figure benissimo accomodate et una
prospettiva fatta con arte grandissima et è divero quest’opera
degna di considerazione per esser bene osservata in ogni parte e la
migliore, che abbia fatto Alessandro. Nella medesima chiesa alcuni
quadri a oilo posti
[635]
a una
colonna con istorie della Madonna e l’ornamento col padiglione et
angeli a fresco, che sono sopra la Nunziata di Donatello. Ha nel suo
scrittoio il Serenissimo Gran Duca Francesco un quadro fatto da lui a
concorrenza con gli altri pittori, in cui si veggono tutti i modi del
lavorare de gli orefici contrafatti molto vivamente. Un altro suo
quadretto di figure piccole dimostranti la stagione del verno si
trova nello scrittoio del Cavaliere Gaddi, al quale ha fatto ancora
molte altre pitture in certi fregi nella sua casa nuova del giardino.
Nel mio scrittoio sono di sua mano due quadri di bellissime
prospettive, i quali io gli feci fare per accompagnare certi quadri
di Francesco Salviati e mi dipinse etiandio il palco della detta
stanza, dove sono le nove muse, l’istoria di Zeusi quando prese le
belle parti di più fanciulle a Crotone per figurarne la sua nominata
Venere e molte grottesche.»
Nessun commento:
Posta un commento