a
cura di Francesco Fiumalbi
Sommario del post:
INTRODUZIONE
LA CHIESA DI CIGOLI
NELLA PRIMA META' DELL'800
IL NUOVO PRESBITERIO E
LE PITTURE DI FERDINANDO FOLCHI – 1861
LA NUOVA FACCIATA –
1870/1873
LA NUOVA SCALINATA –
1873/1874
NOTE E RIFERIMENTI
INTRODUZIONE
Gran parte delle chiese
sanminiatesi, da un punto di vista storico, artistico e
architettonico, sono il risultato di una plurisecolare
stratificazione di interventi, ristrutturazioni, rinnovamenti,
rifacimenti e aggiunte. Le istanze che portarono a “cambiare”, a
“rinnovare”, ad “ampliare” furono diverse: il variare del
gusto alle istanze formali e stilistiche del tempo, l'aumento della
popolazione, ma anche l'aggiornamento per esigenze cultuali o
liturgiche. Pensiamo, ad esempio, alle novità introdotte con il
Concilio di Trento, ma anche con il Concilio Vaticano II nella
seconda metà del '900. Ad eccezione di quelle modifiche dettate
dalle novità liturgiche, per buona parte si tratta di operazioni
che oggigiorno sarebbero impensabili, se non addirittura impossibili.
Le
chiese e il loro apparato artistico e decorativo, infatti, sono
considerate “Beni Culturali” e gli interventi sono regolamentati
attraverso apposite leggi statali (su tutte la vecchia 1089/39, ma
anche il vigente Codice
dei Beni Culturali e del Paesaggio,
ovvero il D.Lgs 42/2004 e successive modificazioni). In passato la
conservazione, al contrario di oggi, era decisamente subordinata
all'aspetto estetico e funzionale. Solamente agli edifici
monumentali, ai grandi capolavori del passato, era riservata una
sorta di attenzione, prossima a quella che noi chiamiamo “tutela”.
Nell'ultimo secolo l'approccio culturale agli edifici o ai manufatti
storici è radicalmente mutato, ma fino almeno ai primi decenni del
'900 anche le chiese potevano essere trasformate completamente, le
opere vendute o profondamente alterate per adattarle a nuove
sistemazioni. Anche a Cigoli è accaduto questo.
Chiesa di San Giovanni
Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
Foto di Francesco
Fiumalbi
LA
CHIESA DI CIGOLI NELLA PRIMA META' DELL'800
A
Cigoli siamo in presenza di una chiesa di origine medievale
(documentata con certezza nel 1260 sotto il titolo di San Michele, ma
di fondazione precedente) che nel corso dei secoli ha subito notevoli
cambiamenti. Il primo aspetto è dovuto alla presenza della venerata
immagine mariana prototrecentesca e dei pellegrinaggi ad essa legati.
Poi l'arrivo degli Umiliati nel 1339, ma anche la traslazione del
fonte battesimale dalla Pieve di Fabbrica e quindi l'elevazione al
rango di Pieve. E ancora il rinnovamento dovuto al Concilio di
Trento, la soppressione dei frati Umiliati nel 1571 e la propositura
commendataria fra '500 e '700, i frati Minimi di San Francesco di
Paola, le numerose confraternite, fino all'aumento della popolazione
fra '700 e '800 (01).
Le visite pastorali,
condotte dai vescovi lucchesi prima e da quelli sanminiatesi dal
1622, sono fonti di preziose informazioni. Seppur in forma
estremamente sintetica e sommaria, nei resoconti veniva fatta anche
una sorta di descrizione della chiesa: gli altari presenti, le opere
di particolare pregio, i benefici ecclesiastici, note e
raccomandazioni circa l'arredo liturgico. Tuttavia una vera e propria
“fotografia” della situazione nella prima metà dell'800 è
rappresentata dalla planimetria della chiesa contenuta nella Catasto
Generale Toscano che, per il Comune di San Miniato, è datato al
1834.
Nell'immagine
proposta di seguito, si può osservare come la chiesa avesse
praticamente le dimensioni odierne, suddivisa in tre navate. Gli
altari erano ben cinque: quello maggiore al presbiterio, due in testa
alle navate secondarie (fra cui quello della venerata Madre dei
Bimbi) e due sulle pareti laterali. Sul retro dell'altar maggiore –
corrispondente all'attuale presbiterio fra il grande arco e la parete
di fondo – vi era un locale rettangolare di larghezza pari a
quella della navata. Probabilmente costituiva l'antico coro dei frati
Umiliati. Dalla parte opposta, sulla facciata, si nota la presenza di
un avancorpo che precedeva l'ingresso alla chiesa. Si trattava, con
ogni probabilità, di un piccolo esonartece (un nartece
esterno), non sappiamo se porticato o meno. Il profilo della facciata
doveva presentarsi “a capanna”, seguendo la configurazione della
copertura con le falde laterali in continuità rispetto a quelle
della navata principale.
Esternamente il sagrato
si presentava come lo conosciamo oggi: il piazzale “pensile”,
ricavato dal riempimento del muraglione e contraddistinto dai due
grandi fornici sul lato occidentale. La via d'accesso corrispondente
planimetricamente alla scalinata attuale, seppur con un diverso
profilo e sussistente su terrapieno per l'intera sua lunghezza.
Pochi
anni prima, nel 1827 era stato realizzato l'organo, ad opera di
Giosué Agati e Figli, poi restaurato in varie occasioni fino ai
giorni nostri (02).
Questo nuovo elemento probabilmente aveva prodotto alcuni
cambiamenti: l'innesto della balaustra a mensola sopra la porta di
ingresso e la chiusura della finestra (non sappiamo se a forma
rettangolare o circolare) nella parte alta della facciata. Tuttavia
fra la seconda metà dell'800 e la prima metà del '900 la chiesa di
Cigoli cambiò volto completamente.
La chiesa di Cigoli
nella cartografia catastale del 1834
Estratto dal
Catasto Generale della Toscana,
Sezione
V1, “Castello di Cigoli”
Archivio
di Stato di Pisa, Catasto Terreni, Mappe, San Miniato, n. 96
Immagine
tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione
Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per
gentile disponibilità. Info
Crediti e Copyright
IL
NUOVO PRESBITERIO E LE PITTURE DI FERDINANDO FOLCHI – 1861
La
prima operazione di cui si abbia notizia nella seconda metà
dell'800, è rappresentata dalle tre opere pittoriche commissionate
dal Pievano Giovanni Peraimond nel 1861 a Ferdinando
Folchi
[Firenze, 2 maggio 1822 – 20 agosto 1883]. Il pittore entrò in
contatto col pievano grazie alla famiglia Bertolli-Carranza che, nel
1860, aveva assegnato all'artista fiorentino il compito di eseguire
l'Assunzione della Vergine e Angeli sul soffitto della cappella
annessa alla Villa di Castellonchio (03).
A Cigoli il Folchi
realizzò tre opere: l'affresco di San Giovanni Battista nella parete
di fondo, la pittura dell'Assunzione di Maria al Cielo nella
cupoletta ribassata del presbiterio (pagamento 2 luglio 1861) e la
tela con i SS. Francesco e Ambrogio.
I due affreschi, per la
loro collocazione, lasciano ipotizzare che l'antico coro della chiesa
(costituito probabilmente dai frati Umiliati e ancora visibile nella
planimetria catastale del 1834), fosse stato dismesso e aperto verso
l'aula. In questo modo si venne a riconfigurare lo spazio del
presbiterio, così come lo conosciamo oggi. Una piccola rivoluzione
che produsse, con ogni probabilità, anche lo spostamento dell'altare
verso la nuova parete terminale.
La porzione della
parete di fondo affrescata dal Folchi fu solamente quella relativa
alla figura di San Giovanni Battista, collocata su di un piedistallo
al centro di una grande nicchia dipinta, quasi fosse un'abside. La
rimanente decorazione circostante è successiva.
Ad
una prima occhiata il disegno può apparire di prospettiva incerta.
Le linee, tuttavia, acquistano plausibilità se spostiamo il punto di
vista dell'osservatore dall'aula verso il presbiterio, ed in
particolare nel punto dove era collocato l'altare originario.
L'attuale posizione è frutto del rinnovamento liturgico avvenuto con
il Concilio Vaticano II. Alla metà dell'800 doveva essere essere in
posizione molto più arretrata, addossato alla parete di fondo o
leggermente scostato da essa. Da un punto di vista stilistico, il
trattamento della calotta absidale è contraddistinto da una serie di
nervature intrecciate a ventaglio. Come elemento architettonico,
seppur dipinto, deriva dalla cella superstite del Tempio
di Venere e Roma ai Fori Imperiali,
ripreso in epoca barocca nella composizione al centro della Fontana
di Trevi.
Riguardo alla raffigurazione della Vergine Assunta, l'intervento del
Folchi comprendeva probabilmente anche una decorazione circostante,
andata coperta dall'intervento successivo.
Ancora
Ferdinando Folchi, nello stesso anno, realizzò la tela con i SS.
Francesco e Ambrogio per un altare laterale della chiesa (pagamento
18 novembre 1861). Gli altari laterali vennero eliminati nel 1937, e
il dipinto rimase depositato in una soffitta fino alla metà degli
anni '80 del XX secolo, quando venne recuperato e ricollocato
nell'altare in testa alla navata destra, dove tutt'ora si trova
(04).
Chiesa di San Giovanni
Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
Ipotesi dello stato
della facciata alla metà dell'800
con la presenza
dell'esonartece
Disegno di Francesco
Fiumalbi
LA
NUOVA FACCIATA – 1870/1873
Pochi
anni dopo fu realizzata la costruzione della nuova facciata. I lavori
iniziarono intorno al 1870 (per impulso del Cappellano Marinari e
grazie all'impegno del sig. Giuseppe Rossi, al tempo dell'“Economo”
Meucci (05))
e furono completati nel 1873.
L'intervento
mutò radicalmente l'aspetto della chiesa, conferendo all'edificio un
carattere più elegante e riverberando, all'esterno, la distribuzione
interna dei volumi. Quattro paraste, intervallate da un paramento in
lieve bugnato ad intonaco, all'interno del quale sono inserire le
aperture: la porta principale, le due laterali, sormontante da
altrettante finestre rettangolari oblunghe. L'intera composizione si
configura geometricamente come un tempio, alla cui sommità trova
spazio un ampio timpano centrale, sormontato dalla croce. In
posizione terminale, ad ogni parasta corrisponde una piccola cuspide
acuminata. Tale espediente contribuisce a scandire il ritmo
geometrico, conferendo slancio alla facciata. In posizione pressoché
baricentrica, fra il portale principale e la nicchia con la statua in
cotto di San Giovanni Battista, trova posto un'epigrafe con la
seguente iscrizione:
DI QUESTA CHIESA
SACRA AL NOME E ALLA
GLORIA DEL BATTISTA
LA FACCIATA DISADORNA
E ORMAI TROPPO OFFESA
DAL TEMPO
PER LA GENEROSITA' DEL
POPOLO
E PER LO ZELO DE'
MAGGIORENTI
L'ANNO MDCCCLXXXIII
VENNE RESTAURATA E A
NOBILE FORMA CONDOTTA
La facciata della
chiesa di San Giovanni Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
In rosso il profilo ipotetico della vecchia facciata
Disegno di Francesco
Fiumalbi
Chiesa di San Giovanni
Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
particolare
dell'epigrafe sulla facciata
Foto di Francesco
Fiumalbi
LA
NUOVA SCALINATA –
1873/1874
Nel
luglio 1872 la scalinata che saliva dall'attuale via Fiume allo
spazio aperto antistante la chiesa subì un considerevole dissesto.
Non è dato sapere se, oltre all'incuria, si fossero verificate anche
precipitazioni intense. Sta di fatto che la scalinata rimase
praticamente inagibile per la sua metà superiore. Il 27 luglio 1872
la Giunta municipale del Comune di San Miniato deliberò la
realizzazione di alcune opere di somma urgenza, fra cui il
consolidamento delle fondazioni e la demolizione di porzioni
pericolanti, al fine di tamponare la situazione di emergenza. Tra
l'altro i lavori alla facciata della chiesa, iniziati nel 1870, non
erano ancora conclusi: sia l'approvvigionamento dei materiali da
costruzione che l'accesso dei fedeli alla chiesa, dovettero
incontrare non poche difficoltà.
Conclusi
i lavori preliminari, l'Ing. Bachi, Capo dell'Ufficio Tecnico
comunale, stese una perizia per i lavori di ricostruzione della
scala, datata 28 gennaio 1873. Le opere da realizzare consistevano
nel rifacimento delle ultime due rampe, da appoggiare a quattro
grandi arcate in muratura. Secondo il computo dell'ingegnere per i
lavori sarebbero occorse 4374,14 lire. Venne fissata la data della
gara d'appalto nel giorno 16 febbraio 1873. La procedura di selezione
durò fino al 26 febbraio successivo e risultò vincitore l'impresa
del Sig. Carlo Del Rosso che si aggiudicò i lavori per la somma di
lire 3892,98. Il contratto venne stipulato il 16 marzo 1873. I lavori
iniziarono immediatamente (06).
Tuttavia
anche il muro dell'orto della canonica minacciava rovina. La
Sottoprefettura di San Miniato, visto il pericolo per la pubblica
incolumità, il 20 aprile 1873, intimò al Municipio di provvedere. A
quel punto vennero demolite le porzioni pericolanti.
Questi
nuovi interventi, unitamente ad alcuni lavori risultati più onerosi,
determinarono un aumento dei prezzi, come da rapporto dell'Ing. Bachi
del 15 giugno 1874. La Giunta Municipale deliberò, quindi, lo
stanziamento di ulteriori 1000 lire. La contabilità dell'opera fu
definitivamente chiusa il 2 settembre successivo per un importo
complessivo di 4962,67 lire, determinando un risparmio rispetto a
quanto preventivato di lire 411,47 (07).
La scalinata che
conduce alla Chiesa di San Giovanni Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
Foto di Francesco
Fiumalbi
Di
seguito è proposto un estratto della perizia preliminare, redatta
dall'Ingegnere Comunale E. Bachi il 28 gennaio 1873 [Archivio Storico
del Comune di San Miniato, Archivio
Postunitario,
F200 S132 UF06, fasc. 1]
UFFIZIO
DELL'INGEGNERE
COMUNALE
DI
S.
MINIATO
Perizia
dei
lavori relativi alla ricostruzione di una parte della scala che dalla
strada interna del Castello di Cigoli conduce alla Chiesa.
Ultimati
i lavori necessari ad assicurare i muri pericolanti dopo l'accaduta
rovina di parte della scala suddetta mediante la rifondazione di
alcuni e la demolizione di altri, eseguiti per urgenza come dalla
deliberazione della Giunta del dì 27 luglio p.p. per i quali è
accorsa la somma di £ 944, 86 come dall'annessa nota, mi affretto
ora a compilare la perizia relativa alla ricostruzione della parte di
scala rovinata.
DESCRIZIONE
DEI LAVORI
La
scala che dall'interno del Castello di Cigoli portava alla chiesa si
componeva di quattro branche di n. 17 scalini ciascuna, tre ripiani e
il caposcala dal quale mediante uno scalino si accedeva al prato
della chiesa. Di tale scala non vi è restata che le prime due
branche e due ripiani, come rilevasi dagli annessi disegni delineati
in nero, ogni rimanente delineato in rosso deve ricostruirsi.
Tal
lavoro consiste nella ricostruzione di parte dei muri e parapetti
rovinati, in cinque nuovi a guisa di pilastri o fiancate discosti
l'uno dall'altro metri quattro, dei quali quali quattro grossi mezzo
metro, a lato e l'altro m. 1,00, ove verranno impostate quattro volte
reali a tutto sesto grosse centimetri 14 e spianate fino
all'estradosso, ove sarà poggiata la seconda branca della scala da
ricostruirsi, il ripiano e il caposcala nel muro di centro alle volte
grosso m. 0,30 a rivestimento del terreno come evidentemente vedesi
negli uniti disegni.
La
nuova scala e ripiani ed i parapetti saranno costruiti perfettamente
delle dimensioni, dei materiali e nel modo della scala rimasta
intatta. Gli scalini non potranno essere in più di due pezzi
comunelli come suddirsi a mezza pialla messi guazzanti in calcina ed
a perfetta posa d'arte.
Seguono
la stima del costo delle opere (computate in lire 4374,14), i designi
del progetto architettonico e una serie di prescrizioni inerenti i
modi di appalto, tempistiche, verifiche, collaudi, qualità dei
materiali, etc. E' poi interessante notare come viene “qualificata”
la piazza antistante, ovvero “prato
della chiesa”,
esattamente come era indicato il “prato
del Duomo”
a San Miniato. Questo particolare può far pensare ad una
sistemazione a verde dell'intero sagrato, un po' come si può
osservare nelle cartoline dei primi del '900, raffiguranti la
Cattedrale.
La scalinata che
conduce alla Chiesa di San Giovanni Battista a Cigoli
Santuario di Maria
Madre dei Bimbi
Foto di Francesco
Fiumalbi
NOTE
E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
(01)
P.
Morelli, Per
una storia delle istituzioni parrocchiali nel basso medioevo: la
Propositura di S. Maria e S. Michele di Cigoli e la Pieve di S.
Giovanni a Fabbrica,
in «Bollettino
Storico Pisano», n. 51, 1982, pp. 33-65; F. M. Galli Angelini,
Cigoli
e il suo santuario,
Edizioni Ponte Blu (1° ed. Tip. Taviani, San Miniato, 1911), Santa
Croce sull'Arno, 1989, pp. 43-67; N. N., Pieve
di San Giovanni Battista a Cigoli
in Visibile
Pregare. Arte sacra nella Diocesi di San Miniato,
a cura di R. P. Ciardi, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2000, pp.
100-101.
(02)
A.
Galanti, Gli
organi storico del sanminiatese,
Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, Tip. Palagini,
San Miniato, 1995, pp. 110-118.
(03)
B.
Bitossi, 40)
Ferdinando Folchi (Firenze 1822-1893). I santi Ambrogio e Francesco,
scheda relativa alla Pieve di San Giovanni Battista a Cigoli in
Visibile
Pregare. Arte sacra nella Diocesi di San Miniato,
a cura di R. P. Ciardi, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2000, p. 108;
cfr. C. Mori, Storia
di Castellonchio e della Villa sub-urbana,
in Il
Palazzo Bertolli Carranza. Una dimora nobiliare nel centro storico di
Pisa,
a cura di O. Niglio, Condotte Immobiliare S.p.A., Roma, 2005, pp.
173-174.
(04)
B.
Bitossi, 40)
Ferdinando Folchi (Firenze 1822-1893). I santi Ambrogio e Francesco,
scheda relativa alla Pieve di San Giovanni Battista a Cigoli in
Visibile
Pregare. Arte sacra nella Diocesi di San Miniato,
a cura di R. P. Ciardi, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2000, p. 108.
(05)
E.
Giomi, Una
piccola “guerra” fra Ponte a Evola e Cigoli. Dalle “Memorie
Storiche” di Enrico Giomi , le lotte fra il villaggio di Ponte a
Evola e il castello di Cigoli per la costruzione della chiesa del
Sacro Cuore (1800-1879),
a cura di V. Vallini, Edizione Privata, Tip. Bongi, San Miniato,
1995, p. 43.
(06)
Archivio
Storico del Comune di San Miniato, Archivio
Postunitario,
F200 S132 UF06, Comune
di San Miniato 1865-1945, Lavori
Pubblici,
Accolli, appalti e contratti diversi,
Scritte
di Accollo ed altri contratti ed Atti diversi interessanti
l'amministrazione comunale di San Miniato dal primo gennaio 1873 a
tutto l'anno 1875,
fasc. 1.
(07)
Ibidem.
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