INTRODUZIONE
In questa pagina sono
contenute le trascrizioni di documenti, articoli di giornale,
deliberazioni e testi aventi ad oggetto notizie ed informazioni
riguardanti il Generale Paolo Maioli [San Miniato, 17 gennaio 1864 –
Laghi (VI), 20 agosto 1918].
I testi proposti di
seguito sono stati utilizzati per redigere, in forma più sintetica,
il post IL GENERALE PAOLO MAIOLI.
SOMMARIO:
(01) Delibera di nomina a Presidente Onorario della Ven. Arcinconfr. Misericordia di San Miniato, 14 dicembre 1917.
(02) Manifesto funebre della Giunta Municipale di San Miniato, 28 agosto 1918.
(03) Commemorazione dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato e proposta di organizzazione delle esequie presso la Cattedrale, 29 agosto 1918.
(04) ALBO D'ORO Ricordando.... [Estratto da «La Rocca», anno I, n. 13, 7 settembre 1919, pp. 2-3.].
(02) Manifesto funebre della Giunta Municipale di San Miniato, 28 agosto 1918.
(03) Commemorazione dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato e proposta di organizzazione delle esequie presso la Cattedrale, 29 agosto 1918.
(04) ALBO D'ORO Ricordando.... [Estratto da «La Rocca», anno I, n. 13, 7 settembre 1919, pp. 2-3.].
(05)
Decreto
del Ministro della Guerra contenente le motivazioni del conferimento della Medaglia d'Argento al Valor
Militare.
(06) Manifesto commemorativo dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato del 30 aprile 1922 in occasione del rientro della salma.
(06) Manifesto commemorativo dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato del 30 aprile 1922 in occasione del rientro della salma.
(07)
LE
SPOGLIE DELL'EROICO GENERALE MAIOLI NELLA CITTA' NATALE – CONCORDE
MANIFESTAZIONE DI AMORE E DI RICONOSCENZA
[Estratto
da «La
Vedetta», anno IV, n. 17, 7 maggio 1922, p. 3].
(08)
ECHI
DEI FUNERALI DEL GEN. MAIOLI
[Estratto
da «La
Vedetta», anno IV, n. 18, 14 maggio 1922, pp. 2-3].
(09)
ONORIAMO
IL GEN. MAIOLI
[Estratto
da «La
Voce Fascista», anno I, n. 13, 9 luglio 1922, p. 3].
(10)
Archivio
Storico del Comune di San Miniato, Archivio Postunitario, F200 S020
UF012, Deliberazioni
della Giunta Municipale,
Delibera n. 159 del 12 agosto 1922 per l'intitolazione di una via del
capoluogo al Generale Paolo Maioli.
(11)
IL
GENERALE PAOLO MAIOLI [Estratto
da A. Tosti, L'esempio
dei Capi. I Generali italiani caduti nella Grande Guerra,
Libreria del Littorio, Roma, 1930.
Immagine
tratta da «La
Rocca»,
anno I, n. 13, 7
settembre 1919, p. 2.
Delibera di nomina a Presidente Onorario della Ven. Arcinconfr. Misericordia di San Miniato, 14 dicembre 1917. Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, fasc. 1914-1925, adunanza del 14 dicembre 1917.
[...] Infine il Consiglio, su proposta del Magistrato nomina per acclamazione il Sig. Generale Cav. Paolo Maioli di questa città a Presidente Onorario della nostra Arciconfraternita, in considerazione dei servigi che attualmente presta in difesa della nostra cara Patria e dell'attaccamento che egli e i suoi maggiori hanno sempre avuto verso questa Pia Istituzione. [...]
Manifesto funebre della Giunta Municipale di San Miniato del 28 agosto 1918. Archivio Storico del Comune di San Miniato, Archivio Postunitario, busta di manifesti 1917/1919 senza numero di inventario:
[...] Infine il Consiglio, su proposta del Magistrato nomina per acclamazione il Sig. Generale Cav. Paolo Maioli di questa città a Presidente Onorario della nostra Arciconfraternita, in considerazione dei servigi che attualmente presta in difesa della nostra cara Patria e dell'attaccamento che egli e i suoi maggiori hanno sempre avuto verso questa Pia Istituzione. [...]
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Manifesto funebre della Giunta Municipale di San Miniato del 28 agosto 1918. Archivio Storico del Comune di San Miniato, Archivio Postunitario, busta di manifesti 1917/1919 senza numero di inventario:
COMUNE DI S. MINIATO
CITTADINI,
La guerra non conosce ordini sociali, il
GENERALE PAOLO MAIOLI
è morto versando il suo sangue accanto al sangue di tanti soldati che valorosamente difesero la Patria. La nostra Città ha dato lacrime per tutti, ed oggi piange la perdita del Gentiluomo e del Soldato che tanto seppe combattere il nemico contro il quale imprechiamo. La vittoria immancabile ha voluto in olocausto anche questa nobile esistenza, privando così il nostro esercito di uno dei suoi migliori condottieri; inchiniamoci al fato! Ma in onta ai carnefici, del nostro illustre cittadino, resta in noi la memoria della sua grande ed austera bontà, resta nel cuore dei nostri soldati il glorioso estremo sacrificio per cui si affretterà l'ora della vittoria.
S. Miniato, 28 Agosto 1918
La Giunta Municipale
Elmi cav. Egisto – Sindaco
Conti cav. Alfredo – Assessore
Giusti Ferruccio – Assessore
Mannini Guido – Segretario
S. Miniato – Tip. Bongi
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Commemorazione dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato e proposta di organizzazione delle esequie presso la Cattedrale, 29 agosto 1918. Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, fasc. 1914-1925, adunanza del 29 agosto 1918.
Il Presidente comunica con dolore la morte del nostro Concittadino Sig. Generale Paolo Maioli Presidente Onorario di questa Arciconfraternita, avvenuta al fronte nel 20 Agosto corrente, mentre, con ardente fede, compiva il suo dovere di soldato e manda un reverente saluto alla memoria benedetta di lui.
Comunica altresì dandone lettura, il Manifesto pubblicato alla Cittadinanza e la lettura di condoglianze inviata aanche a nome del Magistrato alla Vedova dell'Estinto. Ed il Magistrato tutto si unisce a tali manifestazioni di cordoglio approvando pienamente l'operato del Presidente
Quindi lo stesso Sig. Presidente propone che a cura di quest'Arciconfraternita venga effettuato un solenne funerale in Cattedrale in suffragio dello stesso Sig. Generale Maioli, mettendosi d'accordo col nostro Municipio perché tali onoranze funebri siano degne dell'Estinto e per ottenere un concorso pecuniario dal detto Municipio ed il Magistrato in massima approva tal progetto perché il concorso sia tale che solamente la metà della spesa faccia carico a quest'Amministrazione, risolvendosi altrimenti di fare il funerale nella nostra Chiesa.
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Estratto
da «La
Rocca»,
anno I, n. 13, 7 settembre 1919, pp. 2-3:
ALBO
D'ORO
Ricordando....
20
agosto 1919
Un
anno è passato!... Mi trovavo allora in un piccolo paese della
Lomellina con un distaccamento dell'89a Fanteria, quando in una sera
d'agosto, mentre, prima di prender sonno, stavo sfogliando come al
solito il Corriere della Sera, nella pagina dei caduti, vidi di
sfuggita, il nome del generale Maioli. Un brivido mi corse per le
ossa... e rileggendo attentamente, non ebbi che a constatare la cruda
realtà. Si! Era proprio lui!
«Brigadiere
generale Paolo Maioli di S. Miniato, caduto eroicamente sul monte
Maio, di bombarda nemica».
Rimasi
di pietra, e negli infiniti sentimenti che s'inseguirono,
affollandosi, nello spirito mio conturbato, mi parve di sognare;
finché in una lacrima fredda di dolore, che sciolse l'interno
abbattimento di gelo, trovai calma e ristoro, rientrando in me
stesso, nella contemplazione serena del triste avvenimento.
E
pensai.... e ricordai, nel silezio della notte... e cercai di
rispondere alle infinite domande, che mi germogliarono istintive nel
profondo dell'anima mia!.... e, in una tragica visione di battaglia,
vicino alla serena ed eroica figura dell'estinto, vidi una dona
genuflessa trattenere a stento le lacrime, nella sofferenza più
forte del suo dolore grandissimo, consorte degna di un degnissimo
ufficiale; mentre un giovine nel fiore degli anni, appena avviato
alla carriera delle armi, al mattino del suo avvenire, imparava ad
apprezzare, dalla terribile sciagura, la grandezza del sacrificio per
la patria: era la cara famigliola tua, che, nel profondo dispiacere,
partecipava nobilmente del suo eroismo, guadagnandosi, imperitura, la
riconoscenza della patria....
Così
appresi la notizia dell'eroica morte del generale Maioli; e da quella
sera d'agosto, quei medesimi sentimenti, quelle medesime riflessioni,
si ripetono, si moltiplicano, si ingrandiscono...
«L'eroe
incomincia a vivere il giorno della sua morte», e dal 20 agosto
1918, la nobile figura del generale Maioli, come cresce gigantesca
nella gloria immortale dell'epopea nazionale di giorno in giorno
aumento in me stesso, la venerazione, la riconoscenza, la memoria
incancellabile. E in questo anniversario, nel silenzio che mi
circonda, quanto è bello ricordare, quanto è bello riandare il
passato!....
L'11
di giugno del 1916, sul tramontare della terribile offensiva
austriaca del Trentino, la mia brigata, già decimata per gli ultimi
combattimenti in Val d'Astico, lasciava il monte Sammano, per recarsi
a riposo a Piazzola sul Brenta, onde attendere alla sua
riorganizzazione. Appena disceso alla piccola stazione di Poiana, per
procedere poi, per via ordinaria, alla nostra destinazione, seppi in
quel paese si trovava a riposo il 7° Artiglieria da campagna e
pensai subito al colonnello Maioli, che lo sapevo comandante del
medesimo. Per più sicurezza n'ebbi anche decisa conferma da
ufficiali e soldati, da me interrogati in proposito, lungo la strada.
Mi dispiacque di non averlo potuto trovare quella mattina, e d'altra
parte, non potevo trattenermi dovendo seguire la Compagnia; ma la
sicurezza di vederlo appena avessi potuto, mi fece pregustare quel
felice momento, ansiosamente desiderato. E venne quel momento
indimenticabile, quando due giorni dopo il nostro arrivo al riposo di
Piazzola, potei ottenere mezza giornata di permesso, per recarmi a
Poiana in bicicletta. Da distanza, vidi il Colonnello davanti alla
porta del suo Comando, che s'intratteneva famigliarmente con altri
due ufficiali superiori. La serenità del suo viso, la lucidezza del
suo sguardo, infondevano rispetto e confidenza; le vere doti di un
gran condottiero. Mi avvicinai, trattenendo a stento l'esuberanza
della mia gioia, e alla distanza prescritta, feci il saluto militare.
Sul primo non mi conobbe, ma subito dopo, facendo un gesto di
sorpresa, si avvicina e mi stringe fortemente le mani. Licenziati gli
altri ufficiali, mi conduce nel suo ufficio, mi fa accomodare vicino
a sé, e, con faccia raggiante di contentezza, incomincia a
tempestarmi di domande. Passai due ore con lui: che può ridir
l'interna e profonda soddisfazione? Domandò di me, della mia
famiglia, del mio reggimento; mi chiede dei soldati, del morale delle
truppe di fanteria, mi parlò della guerra con la serenità di un
vero militare, con la ferma speranza di un vero cittadino d'Italia. E
m'incitava al coraggio.... e mi colmava di amorevoli consigli.... e i
suoi occhi divenivano lucenti.... e il suo viso si taceva di fuoco,
emanando il nobile profumo della sua bell'anima forte e generosa!....
Oh! quanto deve lo spirito mio, a quel fortunato incontro di guerra!
Come mi sentii più forte, più tranquillo, più contento, all'uscire
da quella casetta, che ancor vedo nel mio pensiero, spiccare infra il
verde della gaia pianura padovana! Quale efficace esempio non suscitò
sempre in me stesso il ricordo continuo del colonnello Maioli!
Dopo
pochi giorni, il mio reggimento partiva per il Carso, occupando le
posizioni di Monfalcone, e, a breve distanza di tempo, il valoroso
duce del 7° da campagna, veniva alla mia destra, nel settore di
Gorizia e prendeva parte alle gloriose battaglie che portarono alla
conquista dell'eroica città della Carniola.
Da
quel tempo più non lo vidi, ma gli scrissi sovente; mentre lui mi
rispondeva con poche ma sentite e amorevoli frasi, che erano il più
bel nutrimento dell'anima mia nelle vicende di guerra.
Assunto
dipoi alla carica di generale d'artiglieria, ebbe agio di far
rifulgere ancora maggiormente le sue più squisite qualità della
mente e del cuore, e ciò viene sinceramente confermato da ufficiali
e soldati che ebbero la fortuna di trovarsi alle sue dipendenze. Il
disastro di Caporetto, che egli comprese in tutta la sua gravità,
sebbene l'addolorasse profondamente, aumentò in lui la volontà di
resistenza e la ferma fiducia nella riscossa della patria che egli
amava con vera tenerezza. E fu completa, generosa, la sua opera nel
ricostruire, nel riorganizzare, nell'infondere in tutti il coraggio,
la fermezza, la fiducia, nel dare ovunque e in ogni circostanza, un
esempio continuo e salutare. E le sventate offensive nemiche del
Grappa e del Montello lo ricolmarono di gioia e di soddisfazione, e,
aspirando con tutta l'anima sua alla vittoria che già presentiva,
dette tutto sé stesso all'ultimo sforzo, mentre, nella previsione di
qualunque avversa eventualità, scriveva e conservava amorosamente i
seguenti ricordi per sua moglie: «Sono alla guerra e se sarò
destinato a rimanervi desidero quanto appresso:
Ammesso
che di questo corpo ne rimanga un resto, voglio esser sepolto nel
cimitero ove riposano le ossa dei miei vecchi. Voglio una cappella
che abbia tutto l'emblema del soldato, semplicissima. Le sole quattro
pareti con modesto letto. La cappella deve esser contornata di
cipressi. Voglio esser sepolto come i miei poveri soldati: sotto
terra.
Sotto
la stessa volta sia riserbato il posto per mia moglie che, a suo
tempo, verrà presso di me.».
Nessun
commento a questo testamento spirituale di un'anima, che quasi
presentendo la sua fine, l'affrontò con la serena tranquillità di
chi sa di dover compiere ad ogni costo il proprio dovere. Queste
frasi, questi ricordi così sentiti, sono l'espressione sincera di un
uomo che altro ormai non vede al di sopra dei supremi destini della
patria.
E
con questi sentimenti, con la calma serenità di chi è pronto a
qualunque sacrifizio, il generale Maioli di dette a preparare con
tutte le sue forza, l'azione del M. Maio.
Tutto
era pronto quella mattina del 20 agosto; tutto era stato da lui
scrupolosamente controllato; la sua opera aveva superato i limiti del
necessario; ma non vi sono limiti per l'eroe, e, affrontando
qualunque pericolo, il generale Maioli volle portarsi fino sulle
prime linee ad ispezionare un osservatorio avanzato, vicinissimo al
nemi.
E
là su quel contrafforte del Grappa, a cui le aure di mattina
portavano il saluto d'Italia, in mezzo ai suoi ufficiali e soldati
che l'adoravano, con la faccia rivolta in avanti, verso i confini
lontani, cadeva serenamente, offrendo alla patria, insieme con suo,
il sacrificio generoso della sua cara famiglia.....
Era
il 20 d'agosto del 1917: e da quel giorno indimenticabile il suo nome
si scolpiva, indelebile, nella riconoscenza di tutta la nazione che
lo riponeva amorosamente nell'albo d'oro dei suoi eroi. Il dolore dei
suoi ufficiali, dei suoi soldati, di tutti quelli che ebbero il vanto
di conoscerlo fu pari alla grandezza del suo eroismo: e da ogni parte
corsero alla sua famiglia le condoglianze sincere di chi vedeva
privato l'esercito di uno dei suoi migliori capi.
Pochi
giorni dopo il comandante di Deposito del 2° Artigl. da campagna
emanava alle sue truppe quest'ordine del giorno:
«Addì
29 agosto 1915 assumeva il comando del 2° Regg. Artigl. da campagna
il colonnello Maioli cav. Paolo, che ne reggeva le sorti gloriose
fino al 4 maggio 1916. Eravamo ancora nei primi periodi della guerra.
L'Italia, che pur non aveva ancora completato e portato all'attuale
efficienza i prii armamenti, aveva però rotto gli indugi, ed era
entrata generosamente in guerra quando la Russia, allora fedele
alleata, si era venuta a trovare a mal partito.
Attraversato
l'Isonzo, varcato in più punti l'antico confine, le schiere italiane
si erano venute ad arrestare contro le forti posizioni minuziosamente
preparate ai nostri danni da mezzo secolo dall'antica ed infida
alleata.
Il
colonnello Maioli resse così il 2° Regg. Artiglieria da campagna
appunto in quell'epoca in cui l'esercito italiano dette, specialmente
là sui primi pendii del Carso a cui si teneva saldamente aggrappato,
la prova di quella salda resistenza piena di sacrifici e di
abnegazione che consentiva al paese di completare le sue forze
militari e muovere alle successive trionfali conquiste, e che
permetteva l'alleggerimento della pressione sulle altre fronti degli
alleati.
Quanti
ebbero con me l'onore di trovarsi in guerra agli ordini del
Colonnello Maioli non scorderanno mai il cavalleresco comandante,
pieno di sereno ardire, efficace incitatore ai maggiori ardimenti.
Dal 2° il colonnello Maioli passò al comando del 7° artigl. da
campagna col quale prese parte alle gloriose battaglie che portarono
il tricolore italiano sul castello di Gorizia.
In
seguito fu assunto alla carica di Generale d'Artiglieria nella quale
rifulsero anche maggiormente le sue elette doti di mente e di cuore.
Ed appunto mentre attendeva a tali alti suoi compiti, il 20 del
corrente mese, moriva in un ospedaletto da campo, per gravissima
ferita di scheggia di granata riportata il giorno stesso in un
osservatorio.
Alla
gloriosa memoria del valoroso generale, già comandante del nostro 2°
regg. in guerra, vada il nostro pensiero ammirato e riconoscente.»
Il
Colonnello
Comandante
le truppe al Deposito
DEMATTEIS
I
sentimenti e gli affetti di quest'ordine del giorno furono sentiti e
manifestati in tutti i reggimenti e reparti, per cui era passato,
nella sua carriera militare, il generale Maioli.
E
nel silenzio della sua città natia la sua amata consorte era
confortata dalle continue attestazioni di dolore e ammirazione che le
giungevano da ogni parte d'Italia.
L'8
settembre del medesimo anno il ministro della guerra, scriveva:
«Gentilissima
Signora,
Tengo
a farle giungere l'espressione del mio più vivo cordoglio per la
morte del suo valoroso marito, morte che tuttavia ogni soldato può
invidiare, perché illuminata dalla luce del sacrificio della patria.
L'esercito
ha perduto col brigadiere generale Maioli una bella figura di
soldato, che tutte le sue esimie capacità à dedicato al compimento
di un dovere austeramente sentito, e ne onorerà fedelmente la
memoria come simbolo delle più elette virtù militari.
Voglia
gradire, gentile Signora, i sensi del mio particolare ossequio.
Dev.mo
f.°
ZUPELLI»
Il
Colonnello Brigadiere Baunngarter, scrivendo alla sua consorte,
diceva fra l'altro: «....così giovane, così gioviale, pieno di
coraggio mirabile e ricco delle più alte doti di mente e di cuore».
E
il generale Buongiovanni, in altra lettera: «....ufficiale di alto
valore e di sicuro avvenire, uomo di rara bontà e di nobilissimo
sentire è caduto da soldato nel compimento del suo duro dovere di
guerra, fra l'ammirazione e il compianto delle sue truppe».
Il
Generale Saporiti, comandante la 69° divisione, che aveva
pronunciato un bellissimo discorso sul feretro dell'eroe, scriveva
alla sua signora: «Il generale Maioli è morto della più bella
morte cui possa aspirare un soldato ed il suo sangue è per noi
oramai un prezioso pegno per la vittoria delle nostre armi».
Il
generale Maioli fu decorato di medaglia d'argento al valore con una
splendida motivazione. Dipiù ebbe una medaglia d'oro commemorativa
fatta coniare dal comando del V corpo d'Armata, medaglia che fu
concessa solamente a S. M. il Re, al gen. Diaz, al Duca d'Aosta e a
D'Annunziao che aveva dettato l'iscrizione: In una fede – In un
valore – In un amore – Traide profonda, che appartiene solamente
all'anima dei grandi.
Passano
le cose tutte, corrono i fati della storia, ma nel continuo, eterno
incalzarsi degli eventi umani, quasi stella lucente che aumenta la
sua luce di fuoco nell'ombra che la circonda, sta la figura dell'eroe
nella memoria imperitura dei popoli a ricordo del passato, ad esempio
vivente dell'avvenire.
Cittadini
di S. Miniato, ricordiamoci che il generale Maioli è un figlio della
cara terra nostra, e non demeritiamo del sangue dei nostri morti.
Rendiamoci
degni di tanto onore! E intanto rinnuoviamo alla sua amata famigla i
sentimenti più vivi del nostro cordoglio e della nostra ammirazione,
come pegno perenne del nostro ricordo e della nostra più grata
riconoscenza.
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Decreto
del Ministro della Guerra contenente la motivazione al decreto di
Vittorio Emanuele III per il conferimento della Medaglia d'Argento al
Valor Militare al Generale Paolo Maioli [da F.
M. Galli Angelini, Il
Generale Paolo Maioli 1864-1918,
in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», n. 29,
1954-55, p. 20]
MINISTERO
DELLA GUERRA
SEGRETARIATO
GENERALE
S.
M. il Re con suo decreto in data 27 Maggio 1920, ha sanzionato la
concessione, fatta sul campo dalle supreme autorità mobilitate, di
una Medaglia d'Argento al Valor Militare al Brigadiere Generale
Comandante d'Artiglieria 69° Divisione,
MAIOLI
CAV. PAOLO
da
S. Miniato (Firenze)
Comandante
d'artiglieria divisionale, per assicurare il maggior rendimento delle
proprie artiglierie, ed il più sicuro collegamento con le fanterie
della divisione, si recava sovente in prima linea, mostrando,
nell'adempimento del proprio dovere, il massimo sprezzo del pericolo.
In
una di tali ricognizioni, incontrava serenamente la morte – Monte
Majo 20 Agosto 1918.
Roma
addì 23 dicembre 1920
IL
MINISTRO
F.to
BONOMI
Manifesto commemorativo dell'Arciconfraternita di Misericordia del 30 aprile 1922 in occasione del rientro della salma. Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato
CITTADINI
Dalle balze insanguinate del Trentino a piè di quelle alte montagne già redente col sangue di tanti eroi che gli giacquero accanto, sta per ritornare ai colli nativi, ove sarà tumulata, la spoglia mortale, dell'eroico
che voi tutti conosceste e di cui tutti apprezzaste la nobiltà dell'azione.
Il nostro baldo concittadino dopo avere immolato al dovere tanta bontà, tanto ingegno, tanti sogni di vita e di amore sul contrastato confine d'Italia, ritorna a noi per confortarsi del nostro pianto, delle nostre preghiere alla quieta ombra dei cipressi del nostro solitario Camposanto. Sia reso l'ultimo tributo d'affetto a Colui che fu Presidente Onorario del nostro Sodalizio.
CITTADINI
Dalle tombe di colore che sacrificarono la propria vita per la grande Italia, spira più solenne il sentimento della virtù, poiché essa solamente fa parte dell'anima immortale. Accorrete dunque per la memoria dell'Illustre Defunto a ricomporne le gloriose spoglie sull'arca, apprestata dalla somma porta dalla dolce sua sposa e del figlio inconsolabili, sulla quale le madri verranno ad additare ai figli l'esempio di questo nostro illustre concittadino, che coll'animo volto all'antica grandezza della Patria, seppe pugnando e morendo emulare il valore degli avi.
S. Miniato , 20 aprile 1922
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Manifesto commemorativo dell'Arciconfraternita di Misericordia del 30 aprile 1922 in occasione del rientro della salma. Archivio dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato
R. Ven. Arciconfr. di Misericordia
di S. Miniato
CITTADINI
Dalle balze insanguinate del Trentino a piè di quelle alte montagne già redente col sangue di tanti eroi che gli giacquero accanto, sta per ritornare ai colli nativi, ove sarà tumulata, la spoglia mortale, dell'eroico
GEN.LE PAOLO MAIOLI
Il nostro baldo concittadino dopo avere immolato al dovere tanta bontà, tanto ingegno, tanti sogni di vita e di amore sul contrastato confine d'Italia, ritorna a noi per confortarsi del nostro pianto, delle nostre preghiere alla quieta ombra dei cipressi del nostro solitario Camposanto. Sia reso l'ultimo tributo d'affetto a Colui che fu Presidente Onorario del nostro Sodalizio.
CITTADINI
Dalle tombe di colore che sacrificarono la propria vita per la grande Italia, spira più solenne il sentimento della virtù, poiché essa solamente fa parte dell'anima immortale. Accorrete dunque per la memoria dell'Illustre Defunto a ricomporne le gloriose spoglie sull'arca, apprestata dalla somma porta dalla dolce sua sposa e del figlio inconsolabili, sulla quale le madri verranno ad additare ai figli l'esempio di questo nostro illustre concittadino, che coll'animo volto all'antica grandezza della Patria, seppe pugnando e morendo emulare il valore degli avi.
S. Miniato , 20 aprile 1922
IL MAGISTRATO
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Estratto
da «La
Vedetta»,
anno IV, n. 17, 7 maggio 1922, p. 3:
LE
SPOGLIE DELL'EROICO GENERALE MAIOLI NELLA CITTA' NATALE – CONCORDE
MANIFESTAZIONE DI AMORE E DI RICONOSCENZA
Accolta
dall'unanime vivissima commozione della cittadinanza intiera è
arrivata nella nostra S. Miniato la salma dell'illustre concittadino
generale di artiglieria Paolo Maioli, caduto sul campo dell'onore il
20 agosto 1918.
Il
feretro avvolto nel tricolore è stato deposto nella chiesa
parrocchiale di S. Caterina addobbata a lutto. Hanno montato la
guardia d'onore i rappresentanti delle associazioni con vessillo,
mutilati e invalidi, ex combattenti, fratellanza militare e reduci di
guerra. La salma è stata vegliata anche dalla desolata vedova N. D.
Luigia Pini-Maioli, dal figlio tenente Giuseppe e dai congiunti, fra
i quali il generale Briccola ed il Maggiore Amalfitano.
Alle
pareti della Chiesa sono stati appesi tutti i nastri delle corone che
in zona di guerra vennero offerti al compianto Generale Maioli dalle
Autorità Militari, dai colleghi e di subalterni. Sulla porta leggesi
una bella epigrafe dettata dal Prof. Delli. L'intiera cittadinanza
Samminiatese si è recata in mesto pellegrinaggio nella Chiesa di S.
Caterina per rendere il suo reverente saluto ai resti gloriosi del
prode suo figlio. Ai lati del feretro circondato dalle corone, ardono
i ceri. E' stato pure collocato un grande ritratto del defunto. Hanno
pubblicato nobilissimo manifesti il commissario prefettizio del
comune cav. Attilio Masiani, l'Associazione delle madri e vedove di
guerra, della fratellanza militare, dei reduci e della R. Ven.
Misericordia.
Numerose
messe piane sono state celebrate lunedì, martedì e mercoledì.
Questa mattina hanno avuto luogo i funerali in forma solenne,
officiati da S. E. Mons. Vescovo Falcini. La messa in musica è stata
eseguita dalla Schola Cantorum Diocesana e dall'orchestra cittadina,
sotto la direzione del Sac. Dell'Antico. Vi ha preso pure parte il
maestro Francesco Pisano, siedeva al piano il Sac. Ettore Batisti.
Sono presenti tutte le autorità civili e militari, numerosi
ufficiali di artiglieria, i rappresentanti delle associazioni ed
istituti cittadini e numerosissimo popolo. Vi assistono pure la
vedova ed il figlio. Dopo la messa Mons. Falcini ha pronunziato un
nobilissimo discorso di circostanza, fra l'intensa commozione di
tutti.
Alle
ore 16 è avvenuto il trasporto della Salma nella Cappella Gentilizia
Maioli nel nostro Cimitero Comunale. SI è formato il corteo:
precedono il corpo dei pompieri, la filarmonica cittadina, un
picchetto armato di fanteria ed un altro di carabinieri, la Croce, le
associazioni religiose ed il clero, officiava il Can. Cav. Genesio
Chelli parroco della Chiesa di S. Caterina. Veniva poi il feretro
portato dagli ufficiali in congedo in divisa. Erano a destra: cav.
Attilio Masiani commissario del comune, marchese Incisa di Camerana
sottoprefetto, prof. Sabatino Novi per le associazioni militari; a
sinistra: generale Sandulli rappresentante l'Esercito, Bianchi
Clorinda per le madri, vedove, orfani di guerra, conte comm. Federigo
Ubaldini per la R. Misericordia di cui l'estinto era presidente
onorario. Ai lati del feretro vi erano pure i carabinieri in alta
uniforme. Seguiva l'attendente dell'Estinto che portava le
decorazioni, la sciabola ed il berretto dell'Eroico Generale.
Seguivano la famiglia ed i congiunti, le madri e le vedove di guerra.
Veniva
quindi il Gonfalone del Comune e tutte le Associazioni cittadine
numerosissime.
Il
corteo attraversa le vie della città affollatissime. Il popolo
accorso da tutte le parti del Comune per partecipare a questa
doverosa manifestazione di omaggio alla memoria del generale Maioli.
Le botteghe ed i negozi sono stati chiusi in segno di lutto
cittadino, il vessillo nazionale abbrunato è issato in tutte le
case. Dalle finestre vengono gettati fiori sul feretro. La folla
commossa assiste al passaggio del lungo corteo che sosta dinanzi la
chiesa della Venerabile Misericordia per la benedizione della salma.
Il corteo si rimette in moto e si ferma al borgo della Crocetta.
Dinanzi al R. Conservatorio di S. Chiara vengono pronunziati i
discorsi.
Fattosi
il più religioso silenzio il Commissario del Comune dice: “La
terra natale apre oggi le sue braccia al figlio generoso generale
Paolo Maioli, come già fece la gran madre, quando egli cadde
esanime, ammirevole esempio di impavido eroismo. Dovere e sacrificio
furono i plasmatori della sua azione e della sua coscienza di padre,
di cittadino e di soldato fino a che anche la sua vita egli offerse
alla santa causa dell'avvenire e dell'onore della Patria. Eppure Egli
avrebbe potuto scansare i pericoli delle ultime battaglie della
immane guerra, per le sue condizioni di salute e non avrebbe
incontrata la morte nel conflitto fatale, se non si fosse troppo
spinto al cimento, dimentico del suo grado, come un umile fante. Ma
la nobiltà della sua anima, il suo cuore di soldato d'Italia, il
ricordo del sacrificio, dello strazio di tanti figli della sua stessa
terra, di tante madri di tante spose, gli ripeterono anche quella
volte che il più efficace, insegnamento è l'esempio e che il primo
posto nel cuore dei cittadini deve essere la Patria. E così tu, o
generale Maioli, dalle alte sfere potesti vedere subito dopo la tua
morte, la nostra Italia vittoriosa e più grande. Oggi un altro voto
si adempie. La dolce sposa, il figlio diletto, i parenti, i
concittadini avranno da ora e sempre le tue spoglie, fra i loro
morti, sul colle incantevole e mesto, benedetto dalle loro lacrime e
dalle loro preghiere. Che anche gli altri sanminiatesi morti nelle
contrastate contrade ritornino presto fra noi e che le vostre belle
anime, il vostro sacrificio ritrempino le nostre coscienze, sicché
tutti i figli d'Italia continuino l'opera dei nostri martiri, per
rendere presto la nostra Patria rispettata e felice, come ce lo
impone un sacro dovere di riconoscenza e di affetto.
Segue
il generale Sandulli che porta il saluto dei compagni d'arme
all'illustre Estinto, descrive le azioni di guerra a cui prese parte
il generale Maioli, legge la motivazione con cui gli venne decretata
la medaglia d'argento al valore, ricorda le sue virtù di soldato ed
il suo animo generoso, rievoca la sua morte gloriosa.
Il
presidente dell'Associazione dei combattenti, sig. Gino Giunti,
pronuncia un nobilissimo discorso vibrante di schietto patriottismo e
di affetto verso il compianto Generale e verso coloro che
sacrificarono la vita per il bene d'Italia.
Parla
infine il conte Ubaldini a nome della R. Misericordia. Il figlio
dell'Estinto vivamente commosso ha ringraziato.
Si
è quindi ricomposto il corteo che ha preceduto verso il Cimitero
mentre la Filarmonica cittadina dava l'ultimo mesto saluto al
compianto suo socio benemerito. Al Camposanto la salma è stata
ricevuta dal Cappellano Can. Antonio Starnini ed alla presenza della
Vedova, del figlio e dei congiunti è stata tumulata nella Cappella
Gentilizia Maioli.
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Estratto
da «La
Vedetta»,
anno IV, n. 18, 14 maggio 1922, pp. 2-3:
ECHI
DEI FUNERALI DEL GEN. MAIOLI
Riceviamo
e pubblichiamo.
On.
Direzione de «La Vedetta»
Voglio
sperare che mi sarà consentito un poco di spazio in cotesto
settimanale, onde manifestare un desiderio che non è mio soltanto,
ma dell'intiera cittadinanza. Non è ancora spento e non potra
spegersi così presto il ricordo dei funebri solenni che la
cittadinanza samminiatese tributò alla salma dell'eroico Generale
Paolo Maioli.
Tanto
nome non ha bisogno di essere illustrato, poiché la voce del popolo
è la voce di Dio. Fino ad oggi si costuma intitolare le nostre vie
al ricordo di gloriosi cittadini che illustrarono con opere egregie
la terra natia, acciocché i posteri a quelli si aspirino e
consacrino la vita al bene della nazione. Perché dunque non esaltare
in pubblico il nome di Paolo Maioli, nel quale, vediamo quasi
compiuta la liberazione d'Italia, e al suo nome dedicare una via?
L'egregio
Commissario non avrà male che gliela indichiamo: e sarebbe
preferibile quella parte di Via Pietro Bagnoli che dalla Piazzetta di
Pancole giunge in Piazza XX Settembre presso l'abitazione della
Vedova del compianto Generale Maioli.
Che
ne dice quindi il nostro Commissario!
Voglio
augurarmi che questo, che finora è aspirazione comune, divenga
presto un fatto compiuto, degno onore a quanti eroicamente caddero
sui campi di battaglia.
Con
ringraziamenti
C.
Genesio Chelli
La
N. D. Luigi Piani V. Maioli ci invia la lettera che riportiamo qui
sotto mentre rinnoviamo a Lei ed al figlio Giuseppe, tenente
d'artiglieria, l'espressione del nostro cordoglio per la morte del
valoroso Generale Maioli che S. Miniato, sua terra natale, ha
ricordato e onorato in un'apoteosi di fede e di gloria.
6
maggio 1922
Gent.mo
Sig. Direttore,
Io
sarei molto riconoscente se volesse aver la bontà di pubblicare nel
suo giornale questa mia lettera, con la quale intendo ringraziare la
buona popolazione Samminiatese per la spontanea dimostrazione
d'affetto data alla salma del mio Caro Marito, incontrandola al suo
arrivo, consolandola di preghiere, accompagnandola all'ultima dimora.
In
particolare poi esprimo i sensi del mio grato animo alla R.
Venerabile Arciconfraternita della Misericordia che compì con
amoroso zelo i servizi intorno alla lacrimata spoglia, ai Reduci
delle Patrie Battaglie, i Reduci di Guerra, i Mutilati e Invalidi di
Guerra, i Combattenti che le fecero guardia d'onore, le Associazioni
tutte, le Confraternite, le Scuole e quanti con la loro presenza
onorarono il Caro Estinto.
Vivamente
ringrazio le Autorità cittadine, le Autorità Militari, S. E. Mons.
Vescovo Falcini, che con la Loro presenza resero più solenni le
meste onoranze, gli amici tutti, molti dei quali venuti espressamente
da lontano, e fra cui primissimo il Maggiore Amalfitano che
accompagnò nel ritorno il Caro Estinto, con amore di parente ed
amico.
Mio
figlio si unisce meco nell'esprimere tutti questi sentimenti
riconoscenti.
Ringrazio
Lei pure Signor Direttore e distintamente La saluto.
Devotissima
Luigia
Pini ved. Maioli
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Estratto
da «La
Voce Fascista»,
anno I, n. 13, 9 luglio 1922, p. 3:
ONORIAMO
IL GEN. MAIOLI
Anche
«La Voce Fascista» sente il dovere di pregare il nostro Commissario
affinché venga intitolata parte della Via Pietro Bagnoli al nostro
Generale caduto nella grande guerra.
Con
questo il giornale non compie un semplice atto di imitazione e di
cortesia, ma è interprete del desiderio e della volontà di tutti i
numerosi Combattenti che militano nel fascismo e degli altri iscritti
che se non vantano la gioia di aver lottato e vinto per l'Italia,
hanno provato e provano ogni giorno di sentire delle vene scorrere il
sangue dei forti.
Noi
fascisti poi chiediamo questo ricordo perché vogliamo in esso
sintetizzare tutte le glorie della guerra e vogliamo eternare con il
nome del più illustre Caduto, le centinaia di umili eroi strappati
alla terra ma presenti sempre in noi e nell'orgoglio delle loro
famiglie.
Il
nome glorioso di Maioli servirà anche ad essere di monito ai
deprecatori del valore Italico, a scolpire nelle loro grette menti
che per l'unità Italica lottarono e morirono tutti, dall'umile fante
agl'ideatori delle nostre vittorie ed a ricordare che sulla Fronte
Italiana capie e gregari insieme vollero dividere gli eroismi,
soffrirne gli strazi.
La
nostra volontà sia esaudita essa è non solo l'emanazione di uomini
di parte, ma è il desiderio di una cittadinanza intiera, di un
popolo che è superbo di annoverare tra i nomi gloriosi dei 400
Caduti anche quello del Generale Paolo Maioli e vuole col dedicargli
una via fare omaggio al Caduto e ricordare ai posteri l'onore che il
destino ha lui concesso.
Dott.
Mario Banti
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Archivio
Storico del Comune di San Miniato, Archivio Postunitario, F200 S020
UF012, Deliberazioni
della Giunta Municipale,
Delibera
n. 159 del 12 agosto 1922:
Intitolazione
di via al nome di Paolo Maioli
Visto
il n. 18 in data 14 maggio u.s. del locale periodico «La Vedetta» e
il n. 13 in data 9 luglio decorso dell'altro periodico locale «La
Voce Fascista», nei quali concordemente s'invoca un provvedimento
che consacri al nome augusto del Generale Paolo Maioli, morto
gloriosamente in guerra, una delle vie interne della città e
possibilmente quel tratto dell'attuale via «Pietro Bagnoli» che
dalla piazzetta di Pancole si stende a piazza «XX Settembre».
Vista
la lettera 18 giugno u.s. n. 330 della Sezione sanminiatese
dell'Associazione Nazionale Combattenti con cui, plaudendosi
all'iniziativa presa dei due periodici, si fanno voti perché
l'amministrazione comunale aderisca al desiderio dell'intera
cittadinanza che nel nome di Paolo Maioli, generoso simbolo di carità
di patria, intende esaltare e glorificare anche quello di tutti i
caduti per la grandezza dell'Italia.
Vista
la lettera 22 luglio n. 323 del Presidente dell'Accademia degli
Euteleti e della Società Storica della Val d'Elsa con cui
esprimendosi, su richiesta di questa Amministrazione, il favorevole
giudizio di quelle due Associazioni culturali sull'invocato
provvedimento, si fa tuttavia presente l'opportunità di dedicare
alla memoria del Generale Maioli il tratto della strada «Bagnoli»
che da Piazza Buonaparte conduce a Piazzetta di Pancole perché
nell'altro tratto indicato dalla stampa locale e dall'Associazione
Combattenti ebbe la sua abitazione ed ha ora sepoltura, nella chiesa
di S. Paolo, la salma dell'illustre e benemerito cittadino
sanminiatese Pietro Bagnoli.
Ritenuto
giusto ed opportuno aderire alle richieste delle locali Associazioni
e dell'opinione pubblica.
Visti
gli art. 3 della legge Comunale e Provinciale, 1 e. 127 del relativo
regolamento.
Coi
poteri del Consiglio.
DELIBERA
di
intitolare il tratto della via denominata «Pietro Bagnoli» che
conduce dalla piazza Buonaparte alla piazzetta di Pancole al nome
glorioso di «Paolo Maioli» e di procedere in conseguenza, a nuova
numerazione degli edifici compresi nel predetto tratto di strada.
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Il
Generale Paolo Maioli, era nato a San Miniato (Pisa); compiuti i suoi
studi al Collegio Militare di Firenze ed all'Accademia Militare, era
stato nominato Sotto Tenente di artiglieria nel 1883; Tenente nel
1885, Capitano nel 1893, Maggiore nel 1908, prestò servizio
successivamente nei Reggimenti da campagna 11°, 23°, 20°, 19°,
15°, e 7°, acquistando una conoscenza più sempre vasta e più
profonda dell'arma e segnalandosi in ogni occasione per zelo, per
amore allo studio, per conoscenze tecniche.
Nella
primavera del 1913, durante un'esercitazione del suo gruppo, cadde da
cavallo, riportando delle lesioni talmente gravi, che dovette essere
collocato in aspettativa. Ma scoppiata appena la guerra mondiale,
sebbene non fosse ancora completamente ristabilito, egli si affrettò
a domandare il richiamo in servizio. L'ottenne, ma essendo stato
dichiarato inabile alle fatiche di guerra, non poté, nel maggio
1915, partire col suo reggimento per la fronte. Solo chi gli visse
accanto in quei giorni può ridire tutta la pena che gli strinse il
cuore, nel vedere partire per la guerra le sue belle batterie,
mentr'Egli era costretto a rimanere, invalido, in un deposito. Non
sapendosi rassegnare a questa sorte dolorosa, non si stancò di
inoltrare domande su domande, per essere inviato alla fronte, fino a
quando fu accontentato. Promosso appena colonnello, ai primi di
settembre 1915 fu inviato ad assumere il comando di un reggimento in
linea; il 2° da campagna, dislocato nella zona di Monfalcone.
Prese
parte con esso ai combattimenti dell'autunno 1915 ed a quelli del
Marzo-Aprile 1916 (quinta battaglia dell'Isonzo); nel maggio, alfine,
gli fu concessa la grande gioia di potersi riunire ai suoi antichi
compagni del 7°, divenendo il loro bene amato comandante. Molti
artiglieri che egli aveva visti partire pieni di entusiasmo da Pisa,
avevano già lasciato gloriosamente la vita sul campo, molti
ufficiali erano cambiati, ma ciò nonostante al Colonnello Maioli
parve di ritrovare una sua seconda famiglia, e non nascose egli la
sua gioia sincera: «Amo
i miei ufficiali – scriveva in una sua lettera – ed i miei
cannonieri come se fossero miei figli, e sono orgoglioso e superbo di
loro....».
Il
reggimento era dislocato nella zona di Santa Maria di Tolmino, ma
pochi giorni dopo che il Colonnello Maioli ne aveva assunto il
comando, esso dovette precipitosamente accorrere nella pianura tra
Padova e Vicenza, per entrare a far parte di quella 5a Armata, che
era destinata a sbarrare il passo al nemico, qualora fosse riuscito a
sboccare dalle valli Trentine. Scongiurato il pericolo, il 7°
reggimento fu inviato nella zona di Gorizia, ove prese parte
attivissima alla vittoriosa battaglia dell'agosto ed alle successive
azioni dell'autunno 1916.
Per
la sua vigorosa azione di comando e per la sua attività
infaticabile, il comandante del reggimento riscosse gli elogi più
vivi dal Comando di Artiglieria del VI° Corpo d'Armata.
Ai
primi di marzo del 1917 il Colonnello Maioli, promosso Brigadiere
Generale, fu destinato ad altro incarico, affidatogli il Comando
Generale di artiglieria nel settore montano.
Ai
suoi cannonieri del «vecchio settimo» disse nel lasciarli, tutto il
suo rammarico: «Udirò certo, anche lassù, tuonare sempre forte e
possente la voce del cannone, ma non si affievolirà per questo il
ricordo nostalgico di un'altra voce che audacemente spavalda sotto il
tempestare del nemico, ho sempre sentita ferma: la vostra!» E
terminò con un augurio: «Esprimiamo insieme il voto che il nostro
reggimento, nel nome santo d'Italia, dalle posizioni strappate al
nemico, al di là dell'ultima trincea, possa tuonare a festa per
accompagnare l'urlo vittorioso del fante».
Purtroppo
al Generale Maioli non fu dato di salutare l'auspicata vittoria.
Comandava egli l'artiglieria della 69° Divisione in Val d'Astico
allorché il mattino del 20 agosto 1918, durante una ricognizione sul
monte Majo, spintosi a solo 150 metri dal nemico, fu mortalmente
ferito da una scheggia di bomba. Pochi giorni prima, ad un suo
ufficiale che gli aveva fatto notare il pericolo ch'Egli avrebbe
corso nel passare per un punto particolarmente preso di mira dai
tiratori nemici, il Generale aveva risposto: «Siamo qui per fare una
ricognizione e non per far credere di averla fatta». Ed era passato
per primo.
Il
suo ardimento gli costò la vita.
Fino
all'ultimo istante, mantenne lucidissima la mente e l'animo fermo;
anche nella morte egli fu di esempio, così come è consacrato nella
motivazione della medaglia d'argento, concessa alla sua memoria.
Ai
suoi ufficiali, che cercavano di allontanare i soldati accorsi
attorno al Generale morente, Egli disse: «Lasciateli stare, è bene
che vedano che anche i generali muoiono come loro».I testi proposti in questa pagina, sono stati utilizzati per redigere, in forma più sintetica, il post IL GENERALE PAOLO MAIOLI.
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