a
cura di Francesco Fiumalbi
Dopo
Clemente VII nel 1533, l'ultimo Pontefice a passare per il territorio
sanminiatese fu Pio
IX,
nato Giovanni Maria Mestai Ferretti [Senigallia, 1792 – Roma,
1878]. Nella primavera del 1857 il Papa intraprese un lungo viaggio
che lo portò a visitare i territori dello Stato Pontificio. Mentre
si trovava a Bologna, ebbe modo di incontrare il Granduca
di Toscana Leopoldo II,
assieme alla consorte Maria
Antonia di Borbone
ed alcuni suoi figli. In tale occasione, il sovrano invitò il
Pontefice a visitare Firenze e la Toscana, e così avvenne fra il 17
e il 31 agosto 1857. Accompagnato dal Granduca, il Papa ebbe modo di
visitare tutte le principali città toscane. Di questa visita rimane
un'ampia descrizione nella pubblicazione Descrizione
del viaggio in Toscana del Sommo Pontefice Pio IX. Nell'agosto 1857,
Tipografia Brazzini e V. Ducci, Firenze, 1857.
Pio
IX, incisione ricavata dal dipinto di
G.
P. A. Healy, Ritratto
del beato Pio IX,
1871
conservato
nel Museo Pio IX di Senigallia
Proprio
in questo volumetto è contenuto un breve resoconto del passaggio di
Pio IX dalla stazione di San Miniato, che all'epoca si chiamava “S.
Pierino”, mentre da Firenze si recava in treno a Pisa (pp. 22-23):
«Partendo
adunque il Sommo Gerarca da Firenze il Lunedì 24 corrente alla volta
di Pisa numerosissimo il popolo accorreva nelle vie [...].
Lungo la via ferrata era il concorso della moltitudine ansiosa di
avvicinarsi a lui e inginocchiarsi in veder solo velocemente
trascorrere il treno che lo trasportava insieme col Gran-Duca e col
Principe Ereditario, e col nobile loro seguito. A Empoli ove si
credeva si arrestasse il convoglio erano già riunite e le Autorità
locali, e le popolazioni accorse anche da molte miglia lontano, ma ne
rimasero delusi, perché il treno non si fermò. Fece
sosta invece a S. Pierino ove il Vescovo di S. Miniato
stava attendendolo, e si calcola che più di ventimila persone
riempissero i campi e la campagna attigua al luogo da cui il S. Padre
compartì la Benedizione, e quivi furonvi applausi e dimostrazioni
stragrandi di festoso giubbilo e divota riverenza. Giunto a Pisa...»
Descrizione del viaggio in Toscana
del Sommo Pontefice Pio IX. Nell'agosto 1857,
Tipografia Brazzini e V. Ducci,
Firenze, 1857. Frontespizio
Un'altra testimonianza, stavolta manoscritta, è rimasta nello “scartafaccio”
di Antonio Vensi, che riporta anche il testo del Monitore Toscano n.
202 del 1 settembre 1857 [Archivio Storico del Comune di San Miniato,
Scartafaccio
di me Antonio Vensi dall'anno 1842 fino all'anno 1893,
cc. 132r-133v]:
«[c.
132r] 1857.
24. Agosto. Il rimbombo del cannone dei due forti di Firenze,
Belvedere e S. Giovanni, salutavano con 101 colpo, l'arrivo in quella
città del regnante Pontefice Pio IX, e ciò il giorno diciotto del
ora corrente agosto, alle ore 4.30 di sera.
Nessun
capitolo, nessuna comunità, rimase immobile, e non mancò di inviare
alla Capitale [c.
132v] i
suoi deputati, onde umiliassero ai piè del Pontefice i suoi omaggi.
Anche S. Miniato non stiede immobile, inviando una deputazione, onde
ottenere quanto al presente articolo, estratto dal Monitore Toscano
del 1° 7bre. 1857, n. 202. Veridicamente è narrato.
Samminiato
Un
giorno di affettuosa rimembranza sarà perpetuamente per la Città
nostra il 24 Agosto, mentre il Sovrano Pontefice Pio IX degnavasi di
far breve sosta alla stazione di S. Pierino per benedire di là la
samminiatese diocesi. Scendeva difatti il supremo Gerarca alle ore 10
¼ in detta stazione accompagnato da S.A.I. e R. il Gran Principe
Ereditario, dalla sua nobile anticamera, e da altri illustri
personaggi, ed entrato sotto il portico o area trionfale, che gli era
stato preparato compartiva tosto l'Apostolica benedizione, commosso
sino alle lacrime dagli affettuosi segni di devozione e di fede con
cui una moltitudine di oltre quindici mila persone genuflessa sul
terreno l'acclamava.
I
Samminiatesi, che avevano bensì supplicato la Santità Sua acciò
nel passaggio da S. Pierino si degnasse di benedire [c.
133r] la Città e la
Diocesi, ma non speravano di più, presentito nel giorno innanzi il
benevolo e clementissimo pensiero del Santo Padre di soffermarsi per
brevi istanti, avevano preparato nel corso della notte l'Arco
trionfale con quel maggiore decoro, che mai potevasi nella strettezza
del tempo. Ma ciò che rese stupendamente commovente la fermata del
Santo Padre fu la paterna ilarità del Pontefice, l'Augusta presenza
di S.A.I. e R. Leopoldo Secondo e di sua A.I. e R. il Gran Principe
Ereditario, non che il devoto atteggiamento della moltitudine
genuflessa, che manifestava affettuosamente all'Augusto Pontefice, ed
al eccelso Granduca e da tutta la Regia Famiglia sensi veri di
obbedienza e divozione. Il Vescovo col Capitolo della Cattedrale, il
Gonfaloniere col Municipio, e il R. Delegato di Governo negli abiti
più solenni, e insieme col clero della Cattedrale e Capitoli delle
tre insigni Collegiate di S. Maria a Monte, di Fucecchio, e di S.
Croce varie congregazioni religiose, molte Parrocchie, e le più
ragguardevoli persone delle rammentate illustri Terre si unirono con
fraterna benevolenza ai Samminiatesi per rendere più splendida e
nobile l'accoglienza. Le tre bande Civiche di Samminiato, di S.
Croce, e di Fucecchio collocate ai lati [c.
133v] dell'Arco
trionfale alternavano le loro sinfonie, interrotte a quando a quando
da fragorosi plausi della commossa moltitudine. Al Santo Padre prima
di lasciare la stazione, degnavasi di ammettere all'onore del bacio
del Piede la dignità del Clero, il Gonfaloniere ed il Municipio
Samminiatese, e d'altre più persone, quindi partiva tra i plausi
sempre più forti della riconoscenza e dell'affetto.
Il
Clero ed il Municipio desiderano, dietro le Debite Autorizzazioni, di
collocare là dove il Santo Padre e l'Eccelso Granduca posero il
piede nell'Agro Samminiatese un marmo, che ricordi l'apostolica
benedizione e l'onore ricevuto.»
La stazione di San Miniato – Fucecchio
che all'epoca aveva il nome di “S. Pierino”
Foto di Francesco Fiumalbi
Fu senza dubbio un evento epocale. Dopo oltre tre secoli un Pontefice transitava per il territorio sanminiatese, cosa che non è più avvenuta in seguito. 15-20 mila persone, per i canoni dell'epoca, costituivano una folla molto grande, tenendo conto del numero di abitanti e delle difficoltà negli spostamenti.
Circa l'intendimento di collocare un'epigrafe presso la stazione ferroviaria a memoria dell'evento, allo stato degli studi non se ne sa nulla. E' probabile che non trovasse seguito, oppure che fosse realizzata ma rimossa pochi anni dopo. D'altra parte, con l'Unità d'Italia (1861) e la cosiddetta “questione romana”, divenne sconveniente celebrare figure come il Granduca Leopoldo II e il Papa Pio IX.
Anche Giuseppe Piombanti, nella sua Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, (Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894) propone una narrazione dell'episodio, prendendo anche una posizione rispetto alla figura del Pontefice, ma tacendo circa la presenza di eventuali iscrizioni. Non bisogna dimenticare, infatti, che il Piombanti era un sacerdote. Così scrive alle pp. 47-48:
«Nell'estate del 1857, quel pontefice della Immacolata, che di tutti più lungamente si assise alla cattedra non fallibil di Pietro [...] avendo fatto un trionfal viaggio nei suoi stati, consentì di venire, invitato, a far liete di sua presenza le principali città toscane. Ciò saputo i samminiatesi, dalla bontà di lui ottennero che, quando da Firenze sarebbe andato a Livorno, alla loro stazione avrebbe fatto breve sosta per ricevere i loro ossequi e dar loro l'apostolica benedizione. La mattina infatti del 24 agosto, gli abitanti della città con a capo il vescovo, il clero e le autorità civili, uniti ai popoli dei circostanti paesi, facevano smisurata corona ad uno splendido arco trionfale, che proteggeva un magnifico trono, sul quale si assise quel Pio, che tanto aveva fatto di sé parlare, e contro il quale i sicari della penna avevano scagliate [048] tante menzogne e calunnie, non giunte mai ad offendere l'intemerata sua fama di grande pontefice e di sincero amatore del vero bene d'Italia. I fragorosi applausi, le grida liete e giulive di oltre quindici mila persone esultanti e commosse salivano alle stelle. Pio, commosso pur egli della manifestazione di tanta fede ed amore, maestoso si alzò, paternamente guardò la moltitudine di quei cari figliuoli, fissò lo sguardo sopra S. Miniato, levò le mani e gli occhi al cielo, e in nome di colui, ch'egli rappresentava in terra, tutti affettuosamente li benedì. Eran presenti Leopoldo II e la sua corte, che rispettosamente l'accompagnavano.»
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