a
cura di Francesco Fiumalbi
Indice del post:
INTRODUZIONE
L'ARMISTIZIO E
L'OPERAZIONE “NIGHT INTRUDER”
L'INCURSIONE AEREA ALLA
VETRERIA TADDEI
I DUE OPERAI
SANMINIATESI CHE PERSERO LA VITA
GLI SCIOPERI DEL MARZO
1944 E LA DEPORTAZIONE DEGLI OPERAI
IL RASTRELLAMENTO ALLA
VETRERIA TADDEI
L'OPERAIO SANMINIATESE
DEPORTATO A MAUTHAUSEN
LE ISCRIZIONI IN
MEMORIA DEGLI OPERAI DELLA VETRERIA TADDEI
INTRODUZIONE
Ad Empoli, vicino al
supermercato Coop di via Masini, è ancora visibile ciò che rimane
del vecchio forno della Vetreria Taddei. Era una delle fabbriche più
grandi dell'empolese, che dava lavoro a centinaia di persone. Fra queste vi erano anche diversi sanminiatesi. Nei primi mesi del 1944 la Vetreria Taddei
fu interessata da due episodi molto gravi: il primo fu l'incursione
aerea alleata della notte fra il 22 e il 23 gennaio 1944, mentre il
secondo fu il rastrellamento tedesco dell'8 marzo successivo.
Empoli, piazza 8 marzo
Foto di Francesco
Fiumalbi
L'ARMISTIZIO
E L'OPERAZIONE “NIGHT INTRUDER”
Dopo
l'Armistizio
di Cassibile dell'8 settembre 1943
gli Alleati dettero inizio alla cosiddetta operazione Night
Intruder,
affidata ai cacciabombardieri della Royal Air Force (RAF):
sistematiche incursioni aeree notturne, con vere e proprie missioni,
ma anche con lo scopo di colpire qualsiasi obiettivo capitasse a
tiro. E così da una parte i bombardamenti “strategici” colpivano
massicciamente le principali città industriali (per rimanere in
Toscana, Livorno fu praticamente rasa al suolo), dall'altra i centri
minori erano comunque sottoposti al fuoco di “Pippo”
(questo l'appellativo con cui veniva più frequentemente indicato
l'“incursore notturno”). A pagare il prezzo di sangue più
elevato, come è facile da immaginare, furono i civili. Fu una vera e
propria “guerra psicologica”, volta a dimostrare l'assoluta
impotenza della Repubblica Sociale Italiana e dell'esercito germanico
rispetto alla supremazia degli Alleati che di fatto agivano e
colpivano come e dove volevano.
Uno
di questi episodi accadde ad Empoli e ad essere colpita fu proprio la
Vetreria Taddei, nella notte fra il 22 e il 23 gennaio 1944.
L'incursione aerea provocò l'uccisione di 8 operai e il ferimento di
altri 11. Per ulteriori dettagli sull'episodio e per maggiori
approfondimenti si rimanda all'articolo di Claudio
Biscarini Quando
“Pippo” colpì a Empoli
pubblicato sul sito Della Storia d'Empoli.
I DUE OPERAI
SANMINIATESI CHE PERSERO LA VITA
Fra
gli 8 operai che persero la vita quella sera c'erano anche due
sanminiatesi. Il più giovane era PRONI
LEONELLO,
detto “Nello”. Aveva 34 anni, era sposato ed era residente al
“Pinocchio”. Infatti il suo nome è indicato sull'epigrafe
dedicata alle vittime per cause di guerra collocata il 5 novembre
1944 alla base del campanile di San Miniato Basso. In proposito si
veda Una
lapide per non dimenticare. Le vittime dell'ultima guerra a San
Miniato Basso,
a cura di L. Niccolai, Parrocchia dei Santi Martino e Stefano – San
Miniato Basso, 2013, pp. 34-36.
Enzo
Giani, nelle pagine del suo diario personale, al 23 gennaio 1944
annotò: «[...]
Questa
notte ad Empoli un aereoplano di ignota nazionalità ha lanciato due
spezzoni distruggenti caduti sulla vetreria E. Taddei (questo è
avvenuto alle ore 23,50 circa). Sono morti cinque operai i quali
dovevano smontare alle 24, fra i quali vi era il figlio del Pruni
(sic!)
(ferroviere, collega di Zio Gigi e Zio Evangelista) [...]» [Estratto da E.
Giani, Una
ferrovia sulla linea del fronte. 1942-1944 Diario di Enzo Giani,
a cura di C. Giani, F. Mandorlini, L. Niccolai, A. Zizzi, FM
Edizioni, San Miniato, 2003, p. 90].
L'altro
operaio si chiamava BIANCHI
GUIDO.
Aveva 44 anni ed era originario di Ponte a Elsa anche se da sposato
si era trasferito a Pianezzoli, nel Comune di Empoli. Il suo nome
infatti Il
suo nome è nell'epigrafe dedicata alle vittime della Seconda Guerra
Mondiale, collocata a Ponte a Elsa in via 2 Giugno (Comune di Empoli)
sulla facciata dell'edificio ex Casa del Fascio, ex Caserma dei
Carabinieri, ex Ufficio Postale. Il testo di tale iscrizione è stato
poi replicato nel monumento situato in Piazza Alberi a Ponte a Elsa,
nel Comune di San Miniato, inaugurato il 27 aprile 2014.
In proposito si veda la pubblicazione I
Caduti di Ponte a Elsa,
Comitato “Bruno Falaschi” Ponte a Elsa, Comune di San Miniato,
San Miniato, 2014, pp. 12, 53.
GLI SCIOPERI DEL
MARZO 1944 E LA DEPORTAZIONE DEGLI OPERAI
Nei
primi giorni del marzo 1944 gli operai impiegati nelle industrie
dell'Italia centro-settentrionale dettero vita ad un'imponente
serie di scioperi.
Sono considerati come il più grande sciopero generale che si tenne
nei territori occupati dai tedeschi e si trattò di una vera e
propria manifestazione contro la RSI e l'occupazione nazi-fascista.
Secondo i dati
ufficiali della Repubblica Sociale Italiana aderirono oltre 200mila
operai, ma forse furono molti di più. Fu una cosa veramente mai
vista ed inimmaginabile anche solo fino a pochi mesi prima. Di fronte
all'accaduto, il 6 marzo Hitler in persona ordinò che il 20% degli
scioperanti italiani venisse deportato in Germania e messo a
disposizione nei campi di lavoro. Tuttavia dei circa 70mila deportati
previsti, in realtà furono inviate ai lager 1200 persone circa
provenienti anche dalla Toscana.
Dal Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 7 marzo 1944 (pp. 31-32) apprendiamo:
Il 4 corrente, in SANTACROCE sull'Arno (PISA), circa 1500 operai addetti alle concerie abbandonarono il lavoro. Per intervento delle autorità gli operai ripresero il lavoro nella giornata di domenica 5 corrente, ricuperando le ore lavorative perdute.
Il 4 corrente, verso le ore 10, in EMPOLI (FIRENZE), circa 100 donne si radunarono davanti alla sede municipale reclamando il ripristino del lavoro nelle industrie delle confezioni e l'aumento delle razioni dei grassi. Il Commissario Prefettizio, ascoltate le lagnanze, assicurò il suo interessamento talché la riunione si sciolse senza incidenti.
Nel pomeriggio del 4 corrente, in EMPOLI (FIRENZE), sessanta operai delle vetreria TADDEI e altrettanti della cristalleria Empolese si astennero dal lavoro richiedendo miglioramenti economici.
Il mattino del 4 corrente, in VINCI (FIRENZE), ventisei donne addette alla cernita del tabacco presso la fattoria BONCOMPAGNI di Sovigliana si astennero dal lavoro per imporre aumenti salariali.
Il mattino del 4 corrente, in CAPRAIA (FIRENZE), gli operai della segheria VIOLANTI espressero l'intenzione di astenersi dal lavoro. Intervenuti i fascisti di MONTELUPO, (che lanciarono alcune bombe e spararono colpi di pistola senza conseguenze), gli operai desistettero dal proposito. La G.N.R. ha fermato 4 operai, ritenuti promotori.
IL RASTRELLAMENTO
ALLA VETRERIA TADDEI
La
mattina dell'8 marzo 1944 alla Vetreria Taddei furono prelevati con
la forza oltre venti operai. Condotti alla stazione ferroviaria,
furono tradotti a Firenze, da qui inviati al nord Italia ed infine a
Mauthausen.
Per ulteriori dettagli e riferimenti si rimanda all'articolo
di Claudio Biscarini Discesa
nell'inferno
pubblicato sul sito Della Storia d'Empoli.
Enzo Giani, nelle pagine del suo diario personale, al 9 marzo 1944 annotò: «[...] Gli scioperi in Alta Italia continuano. A Firenze, ieri i tedeschi ed i "militi" fecero delle retate di uomini prendendoli prigionieri per mandarli a lavorare in Germania [...] Alla vetreria Taddei di Empoli i tedeschi andarono in fabbrica e presero un reparto di operai, ed ancora in maglietta da lavoro li portarono in stazione dove il treno per la Germania li attendeva. La pentola bolle e bolle anche l'animo del popolo! Situazione più critica di questa, credo, che nessun paese europeo in questa guerra, l'abbia passata [...]» [Estratto da E. Giani, Una ferrovia sulla linea del fronte. 1942-1944 Diario di Enzo Giani, a cura di C. Giani, F. Mandorlini, L. Niccolai, A. Zizzi, FM Edizioni, San Miniato, 2003, p. 100].
Enzo Giani, nelle pagine del suo diario personale, al 9 marzo 1944 annotò: «[...] Gli scioperi in Alta Italia continuano. A Firenze, ieri i tedeschi ed i "militi" fecero delle retate di uomini prendendoli prigionieri per mandarli a lavorare in Germania [...] Alla vetreria Taddei di Empoli i tedeschi andarono in fabbrica e presero un reparto di operai, ed ancora in maglietta da lavoro li portarono in stazione dove il treno per la Germania li attendeva. La pentola bolle e bolle anche l'animo del popolo! Situazione più critica di questa, credo, che nessun paese europeo in questa guerra, l'abbia passata [...]» [Estratto da E. Giani, Una ferrovia sulla linea del fronte. 1942-1944 Diario di Enzo Giani, a cura di C. Giani, F. Mandorlini, L. Niccolai, A. Zizzi, FM Edizioni, San Miniato, 2003, p. 100].
Di questo episodio
rimane memoria anche sull'iscrizione presente presso il Binario 6
della Stazione di Firenze Santa Maria Novella, la cui immagine è
proposta di seguito.
collocata alla testa
del binario 6 della Stazione di Firenze S.M.N.
Foto di Francesco
Fiumalbi
L'OPERAIO
SANMINIATESE DEPORTATO A MAUTHAUSEN
Fra
i deportati della Vetreria Taddei di Empoli c'era anche un
sanminiatese. Si chiamava GIOVACCHINO
MAGGIORELLI e aveva 22 anni. Abitava a San Miniato Basso, in
viale Marconi. Fu internato presso il lager
di Mauthausen.
Probabilmente dichiarato inabile a lavorare (non sappiamo se a
seguito di un infortunio o per malattia, o per altri motivi) fu
tradotto al Castello
di Hartheim,
dove morì il 4 settembre 1944. Infatti il suo nome compare
sull'epigrafe dedicata alle vittime per cause di guerra collocata il
5 novembre 1944 alla base del campanile di San Miniato Basso. Per
pprofondire si veda Una
lapide per non dimenticare. Le vittime dell'ultima guerra a San
Miniato Basso,
a cura di L. Niccolai, Parrocchia dei Santi Martino e Stefano – San
Miniato Basso, 2013, p. 34.
LE ISCRIZIONI IN
MEMORIA DEGLI OPERAI DELLA VETRERIA TADDEI
In memoria degli operai
deportati e di quelli rimasti uccisi durante l'incursione aerea,
furono collocate due epigrafi. La prima nel 1948, nell'immediato
dopoguerra, con i nomi dei soli operai della Vetreria Taddei. La
seconda, più ampia, fu collocata l'8 marzo 1999 e riporta i nomi
anche degli altri deportati empolesi dell'8 marzo 1944.
Trascrizione della
prima epigrafe, collocata il 10 aprile 1948:
DA QUESTO LUOGO
OVE SUONA ARMONIOSA LA
NOTA DELL'UMANO LAVORO
FURONO IL DI' 8.3.1944
VILMENTE DEPORTATI
NEI CAMPI DI MORTE
DELLA GERMANIA
VENTITRE ONESTI
LAVORATORI
A QUESTE VITTIME DELLA
TEUTONICA BARBARIE
VANNO NELL'ACCORATO
RICORDO CONGIUNTI
GLI OTTO OPERAI UCCISI
LA NOTTE DEL 22.1.1944 DA UNO SPEZZONE
SU QUESTO STABILIMENTO
GETTATO PER MANIA DISTRUGGITRICE
E GLI ALTRI CHE PUR QUI
ATTESERO ALLA QUOTIDIANA FATICA
E CHE LA GIOVANE VITA
PERDETTERO
NELL'ULTIMA MONDIALE
CONFLAGRAZIONE
I COMPAGNI DI LAVORO
NELLE ESECRAZIONE DELLA GUERRA
NELL'AUSPICIO DELLA
PACE FECONDA FRA I POPOLI
VOLLERO DEI PREDILETTI
FRATELLI RICORDATO
IL SACRIFICIO E IL
MARTIRIO
10 APRILE 1948
NOMI DEGLI OPERAI DI
QUESTA FABBRICA DEPORTATI E DECEDUTI
NEI CAMPI DI
CONCENTRAMENTO DELLA GERMANIA
E MORTI PER
BOMBARDAMENTO AEREO IN QUESTA STESSA FABBRICA
ANTONINI ALBERTO DI
ANNI 42
BAGNOLI GIUSEPPE 63
BURLO REMO 34
BARBIERI MARTINO 23
BIOTTI GIULIANO 17
CANTINI FIORENZO 19
COMUNALE GAETANO 45
CAPONI GUIDO 43
CAPONI LUIGI 31
CINOTTI LORENZO 76
CASALINI ANGELO 43
FALCETTI UGO 39
FONTANELLI RAOUL 43
GASPARRI SILVANO 16
GAMBASSI LUIGI 51
GRANDI FERDINANDO 40
LAZZERI MARIO 49
NENCIONI GIUSEPPE 40
PELLEGRINI GIUSEPPE 38
SOLDI DEGL'INNOCENTI
ITALO 36
ZINGONI LUIGI 37
------
CIPRIANI SIRO 31
CALUGI PAOLO 47
CALUGI ELIANO 21
MANCINI ANGELO 31
PORTOGALLI GIUSEPPE 65
VALLEGGI GINO 44
Empoli, piazza 8 marzo
Foto di Francesco
Fiumalbi
e degli altri deportati
empolesi dell'8 marzo 1944
Empoli, piazza 8 marzo
Foto di Francesco
Fiumalbi
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