BARBIALLA
[Comune di Montaione]
BARBIALLA
in Val d’Evola. Castello e borgata nel Val d’Arno inferiore con
prioria (S. Giovanni a Barbialla) nel piviere di Cojano sul confine
settentrionale della Diocesi di Volterra da cui dipende nella
Comunità Giurisdizione e 6 miglia toscane a maestro di montajone,
Compartimento di Firenze.
Risiede
sul dorso delle colline che si stendono da S.
Vivaldo nella
direzione di scirocco a maestro fra le vallecole dell’Evola e della
Cecinella (1) a libeccio di Sanminiato, presso la strada provinciale
che da quest’ultima città per Montajone entra in quella R. di
Volterra a S. Cristina.
Fu
il castello di Barbialla signoria de’ conti Cadolingi e dei conti
Gherardeschi. Sembra che appartenesse a quest’ultima prosapia quel
Conte Ugo di Tedice che nel 1109 oppignorò la metà della
giurisdizione e possessi che teneva in Barbialla
e nel
vicino casale di Scopeto
a
Rangerio Vescovo di Lucca per garanzia della promessa ad esso fatta
con atto pubblico nel chiostro della cononica della Pieve di S.
Genesio (oggi la Cattedrale di Sanminiato) di non molestare, cioè, i
parrocchiani e le sostanze dei popoli dei pivieri di Val d’Evola
che allora dipendevano dalla Diocesi di Lucca, oggi di Sanminiato, di
lasciare libere le decime dovute alla Pieve di Corrazano, di non
recare danni nè ai vassalli nè ai poderi che la mensa vescovile di
Lucca possedeva allora nelle maremme di Volterra e di Populonia,
specificando quelli situati nelle corti di Cecina,
di Bibbona,
di Acquaviva,
di Casalappi,
di Vignale,
e della Rocca,
i quali lo stesso conte Ugo teneva in feudo in forza di un istrumento
enfiteutico fatto col conte Ugo avo e col conte Tedice di lui padre.
(ARCH. ARCIV. di LUCCA)
Nel
1152, li 16 aprile, Matilde di Lanfranco vedova lasciata dal Conte
Ildebrandino del conte Ugo, stando in Peccioli, vendè a Galgano
vescovo di Volterra la parte dei castelli e distretti di Barbialla
e di
Scopeto
che
apparteneva al suo marito; e fu probabilmente quella terza parte di
Barbialla che l’imperatore Arrigo VI con diploma spedito da
Sanminiato, li 28 agosto 1186, confermò con tanti altri castelli del
Volterrano contado al potente Ildebrando Pannocchieschi vescovo di
Volterra. (AMMIR. Vesc.
Volterr.
(2))
Il
popolo di Barbialla unitamente a quello dei vicini castelli e borgate
di Val d’Evola, nel 1312, assalirono e fecero a pezzi uno squadrone
di cavalleria e 450 soldati a piedi, alla testa dei quali era il
conte di Fiandra comandante dei Pisani. (LELMI, Cronac.
Sanmin. (3))
Nel
1431 Barbialla con altre Terre, cast. e ville dei contorni fu tolta e
ben presto ripresa dai fiorentini all’oste condotto da Niccolò
Piccinino. Se non che sopraggiunse l’anno susseguente altro
conduttore di compagnie, Bernardino degli Ubaldini della Carda, cui
Barbialla dovè aprire le porte per riceverne guasto. (BONINSEGNI,
Istor.
Fior. (4))
Il
territorio di Barbialla era sulla linea di demarcazione dell’antico
contado e giurisdizione politica della Repubblica di Pisa, come
risulta dai diplomi a quel Comune concessi da Federigo I e Carlo IV.
Barbialla era per altro, nel 1370, stabilmente aggregato al distretto
di Sanminiato allorchè venne incorporato al territorio fiorentino.
Fra i capitoli di convenzione fuvvi quello di costituire Barbialla
capoluogo di una potesteria, dalla cui giurisdizione civile
dipendevano, oltre il distretto di Barbialla, quello di Cojano, di
Collegalli, di S. Bartolommeo e S. Stefano nel piviere di Cojano, da
lungo tempo distrutto. (LAMI, Monum.
Eccl. Flor.(5))
Esistevano
in Barbialla diverse chiese oltre l’attuale parrocchia. Erano nel
numero delle medesime S. Maria e S. Andrea tuttora in piedi, e
ridotta a pubblico oratorio, la chiesa di S. Michele presso Barbialla
attualmente cappella, quella di S. Filippo, da qualche tempo
distrutta, e un ospedale per accogliere i pellegrini o piuttosto i
vagabondi sotto il titolo di S. Anna. Una delle suddette chiese fu
parrocchia nel Castelnuovo di Barbialla. Essa nel 1551, aveva una
popolazione di 264 abitanti, mentre nel castello antico sotto la cura
di S. Giovanni Evangelista si trovavano alla stessa epoca 351
abitanti.
Attualmente
Barbialla conta 360 abitanti.
[Estratto
da E. Repetti, Dizionario..
Cit.,
Vol.
I, Firenze, 1833, p. 270]
NOTE
E RIFERIMENTI
(1)
Barbialla non si trova tra la valle della cecinella
o “Chiecinella” e la Valdegola, bensì tra la Valle del Rio Orlo
e la Valdegola.
(2)
Ammirato Scipione, Vescovi
di Fiesole di Volterra e d'Arezzo con l'aggiunte di Scipione Ammirato
il Giovane,
Amadore Massi, Firenze, 1637.
(3)
Si
tratta del notaio e cronista sanminiatese Giovanni di Lemmo da
Comugnori. Al tempo in cui scrive Emanuele Repetti, il suo “Diario”
non era ancora stato stampato. La prima edizione fu inserita nella
raccolta curata da Luigi Passerini, Cronache
dei secoli XIII e XIV,
Documenti di Storia d'Italia, Vol. VI, coi tipi di M. Cellini e C.,
Firenze, 1876. Più recentemente è uscita una nuova edizione curata
da Vieri Mazzoni: Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori,
Diario.
1299-1319,
Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Documenti di Storia
Italiana, Serie II – Volume XIV, Leo S. Olschki Editore, Firenze,
2008.
(4)
Machiavelli Niccolò (Niccolò di Bernardo di Boninsegna, da qui
Boninsegni),
Istorie
Fiorentine,
Firenze, 1532.
(5)
Lami Giovanni, Sanctae
Ecclesiae Florentinae Monumenta,
Tomo I, Firenze, 1758.
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