La processione del Corpus Domini
Video di Giuseppe Chelli
A San Miniato, la cerimonia
del Corpus Domini ha avuto nel passato una notevole rilevanza non solo
religiosa, ma pure socio-politica ed antropologica.
Fino agli '50 del
1900 la processione percorreva tutta la Città: da Santa Caterina a Santa Chiara
e durava oltre tre ore! Era formata dalle sole compagnie maschili, in cappa e
stendardo, della Città e del suburbio (termine non più in uso, oggi si direbbe hinterland!)
e dagli ordini religiosi. Anche il Comune partecipava direttamente con il Gonfalone
e provvedeva ad infiorare il tratto di strada antistante il palazzo, come del
resto facevano tutte le famiglie davanti le loro case. Dalle finestre e dai
balconi sventolavano variopinti setini ed il suono continuativo delle campane
accompagnava il corteo.
La rilevanza
specifica della processione del Corpus Domini aveva forse radici ben lontane:
negli "Statuti Comunitari" ove
era regolamentata dettagliatamente. Ad esempio, dietro al Santissimo stava il
personaggio più rappresentativo della Città, a cui spettava l'onore di portare
l'ombrellino che serviva ad accompagnare l'Ostensorio quando il Vescovo sostava
nelle chiese parrocchiali o presso il Monastero delle clarisse di San Paolo.
Mentre l’onore/onere di portare il baldacchino durante la processione del
Corpus Domini, Statuti alla mano,
poteva essere affidato ai soli nobili, sorteggiati appositamente. Per ben
capire, si sappia che la gestione della cosa pubblica era incombenza riservata esclusivamente
ai nobili, i quali erano tali se non esercitavano alcun tipo di commercio,
ufficio, professione manuale e per l'esercizio del potere erano sorteggiati
"dalla borsa".
Per dare un'idea
dell'importanza della festività del Corpus Domini vale la pena di riferire un episodio,
oggi dal sapore folkloristico, che avvenne nell'anno 1768.
Con l'assottigliarsi
del numero delle famiglie nobiliari, venne a mancare il numero sufficiente dei
nobili a portare il baldacchino da 8 mazze, che richiedeva 8 persone. Per questo
motivo il Cancelliere Talinucci impartì precise disposizioni per stabilire chi,
tra i cittadini, poteva coadiuvare il trasporto del baldacchino.
Alcuni nobili non vollero
"accomunarsi" ai semplici cittadini in questa loro prerogativa e
minacciarono di abbandonare "le mazze" appena varcata la porta delle
Cornacchie, cioè appena usciti da Piazza del Duomo in direzione di San
Francesco, mettendo a repentaglio la processione. Nel mentre in sacrestia
stavano discutendo, allo scopo di non compromettere la buona riuscita della
processione ".....i Signori canonici
in cappa magna improvvisamente accederono con un piccolo ed indecente
baldacchino a 4 mazze..."
La cosa fu presa
molto male dal Magistrato ritenendo l'atto dei canonici un'ingiuria alla
magistratura civile ed una usurpazione di un diritto fissato dagli Statuti.
La disputa tra Capitolo e Magistrato durò del tempo e
fu molto aspra. Al povero cancelliere Talinucci sarebbe toccato cavar le
castagne dal fuoco se il Granduca Pietro Leopoldo, con apposito motuproprio,
non avesse deciso di mettere fine "all'increscioso inconveniente".
come sempre interessante e divertente
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