a
cura di Francesco Fiumalbi
Dopo
aver trattato il sigillo “guelfo”, relativo ai Signori Dodici del Comune di San Miniato proposto da Domenico Maria Manni,
proponiamo l'analisi effettuata da Luigi Passerini,
erudito fiorentino (Firenze 1816-1876), sullo stemma del Comune di
San Miniato, che egli inserì nella raccolta Le
Armi dei Municipj Toscani illustrate dal cav. Luigi Passerini
pubblicate per cura di Angiolo Mariotti incisore,
Eduardo Ducci, Firenze, 1864, pp. 158-159.
Nel
1860 il barone Bettino Ricasoli commissionò una raccolta degli
stemmi dei comuni toscani con cui omaggiare Vittorio Emanuele. La
scelta del compilatore cadde su Luigi Passerini, il quale poteva
vantare una lunga permanenza presso la Deputazione sopra la Nobiltà.
Egli spedì una lettera a tutti i municipi richiedendo l'invio degli
stemmi, da corredare con una descrizione riguardo la composizione
dell'emblema e dei colori caratteristici.
Riguardo
all'importanza dello stemma, come simbolo identificativo di una
comunità e della sua storia, lo stesso Luigi Passerini ebbe a dire
che “Le armi di
una comunità debbono portare in sé scritta per quei simbolici segni
che si dicono araldici la storia del paese, ossivvero il nome di
quello, perché nobile distintivo è pur l'arme parlante”.
Per questo motivo, a differenza della dissertazione del Manni, il
Passerini allega agli stemmi, dipinti da Luigi Paoletti ed incisi da
Angiolo Mariotti, soltanto una breve relazione incentrata unicamente
sul simbolo. [Gli
stemmi dei comuni toscani al 1860 dipinti da Luigi Paoletti e
descritti da Luigi Passerini,
a cura di Gian Pier Pagnini, Firenze, 1991, introduzione, pp. 14-15].
Riguardo
specificatamente all'emblema della comunità sanminiatese, prendendo
spunto dal sigillo e dalle notizie pubblicate da Domenico Manni nel
1743, il Passerini propone anche due datazioni per le “armi”
descritte dal predecessore. Pur essendo storicamente plausibili, i
dati cronologici sono privi tuttavia di qualsiasi riferimento
documentario e per questo vanno presi con le dovute cautele. Mentre,
da un punto di vista stilistico, lo stemma inviato dal Comune di San
Miniato e pubblicato dal Passerini è davvero molto simile a quello
raffigurato nell'antico bassorilievo collocato nell'atrio del
Municipio, anche se non ha il “capo” con la croce,
caratterizzante probabilmente la fazione Guelfa.
Da
notare che il Passerini assegna, correttamente, il Comune di San
Miniato al Compartimento di Firenze (il compartimento era la
“provincia” nel periodo granducale). Infatti solo nel 1925 il Comune di San Miniato sarà scorporato dalla Provincia di Firenze per essere assegnato a Pisa.
Di
seguito l'estratto da Le
Armi dei Municipj Toscani illustrate dal cav. Luigi Passerini
pubblicate per cura di Angiolo Mariotti incisore,
Eduardo Ducci, Firenze, 1864, pp. 158-159:
Arme
del Comune di San Miniato
«La
leonessa armata di spada, argentea nel campo rosso, è l'arme antica
del comune, e se ne ignora la origine; seppure non voglia ammettersi
come simbolo del martirio del santo patrono che fu esposto nel circo
delle fiere, quindi decapitato. Alcuna volta l'arme samminiatese
portò i distintivi Angionini. Ed un sigillo del 1309 illustrato dal
Manni li ha.
Quando
poi nel 1355 si dettero a Carlo IV imperatore e ne riportarono
amplissimi privilegi, i Samminiatesi convertirono la leonessa in
leone per uniformarsi all'arme che era propria della famiglia del
monarca, e per concessione gli posero una corona al di sopra del
capo.»
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