a
cura di Francesco Fiumalbi
Il 18 giugno del 1766
vennero avviati i lavori di ristrutturazione del Duomo di San
Miniato, sotto la direzione del Vescovo Mons. Domenico Poltri. Ben
poco è rimasto del rifacimento interno della Cattedrale: otto
riquadri nell'attico della navata centrale, dipinti da Giuseppe
Parenti, assieme al quale collaborò il quadraturista Giovanni
Vannetti, e quattro statue di Giuseppe Romolo Pini ricollocate in
altre sedi, oltre ad una serie di interventi pittorici sui
controsoffitti, che furono ridorati, e in altre parti dell'edificio.
Difficile capire anche la consistenza dei lavori architettonici
effettivamente realizzati, dal momento che il disegno e la relazione
pervenutici lasciano intendere non soltanto modifiche di tipo
stilistico e decorativo, ma anche di tipo strutturale, la cui
fattibilità sarebbe risultata assai complessa. Considerando che alla
metà dell'800 la chiesa fu interessata da nuovi e più consistenti
lavori di ristrutturazione, appare evidente che delineare la
sistemazione settecentesca della Cattedrale sia un'operazione
tutt'altro che semplice (1).
Una
testimonianza assai interessante ci viene offerta da un articolo
pubblicato sulla Gazzetta
Toscana,
datato 8 dicembre 1769, nel cui breve testo viene resa nota la
prossima riapertura della Cattedrale dopo oltre tre anni di lavori. Occorre sottolineare che spesso le notizie provenienti dal territorio del Granducato, e pubblicate sulla Gazzetta, venivano trasmesse direttamente dagli uffici di governo locali, quindi dalle Comunità, oppure, come nel caso di San Miniato, anche dal Vicariato. Per questo motivo l'attendibilità del contenuto del testo è indiscutibile.
La notizia è interessante sia perché ci fornisce ulteriori dettagli sull'entità della ristrutturazione e sugli artisti chiamati ad operare, sia perché viene sottolineato il ruolo di primo piano nella stesura del progetto da parte di Mons. Domenico Poltri, il cui intervento diretto fino ad oggi era stato solo ipotizzato, e più precisamente da Roberta Roani Villani:
La notizia è interessante sia perché ci fornisce ulteriori dettagli sull'entità della ristrutturazione e sugli artisti chiamati ad operare, sia perché viene sottolineato il ruolo di primo piano nella stesura del progetto da parte di Mons. Domenico Poltri, il cui intervento diretto fino ad oggi era stato solo ipotizzato, e più precisamente da Roberta Roani Villani:
“[…]
I documenti annotano solo il nome del capomastro, Antonio Vannini,
ma mi pare suggestivo e attendibile attribuire l'idea allo stesso
vescovo Poltri […]”
(2)
“[…]
Fu impegnato nei lavori il capomastro Antonio Vannini che si può
pensare seguisse idee formulate dallo stesso vescovo […]”
(3)
La
questione non è certo risolta completamente, tuttavia il testo
pubblicato nella Gazzetta
aggiunge
un tassello, forse determinante, per meglio chiarire il ruolo del
Vescovo Poltri, che viene definito Fabricae
Procurator, Provisor, Auctor.
Inoltre, di particolare interesse è l'apposizione di una epigrafe
sopra il portale principale della chiesa, contenente la descrizione
sintetica dei lavori: furono rifatte le colonne, le basi, gli archi,
le finestre, i cassettoni (i lacunaria),
le porte, il pavimento, la bussola, l'organo pneumatico, oltre ai consistenti interventi sull'apparato pittorico e scultoreo. Non
conosciamo la natura di tale iscrizione, il cui testo è trascritto
nella Gazzetta.
Capitava spesso, infatti, che venissero predisposte epigrafi
temporanee, per particolari occasioni e cerimonie, e che venissero
rimosse poco dopo. E' anche vero che il contenuto del testo lascia
intendere che si trattasse di un'iscrizione “fissa”, cioè
configurata per conservare la memoria dei lavori nel tempo. Se così
fosse, probabilmente fu rimossa in conseguenza della ristrutturazione
della metà dell'800, dal momento che oggi non vi è alcuna traccia
della medesima.
Cattedrale di San
Miniato
Foto di Francesco
Fiumalbi
Di
seguito è proposto l'estratto della Gazzetta
Toscana,
Tomo
n. IV, fasc. n. 50, 1769, p. 171.
SAMMINIATO
8 Dicembre
La
Chiesa Cattedrale di questa Città rimasta chiusa fino dall'anno 1766
a solo oggetto di riattarla, finalmente dopo il travaglio di poco più
di due anni, verrà nelle imminenti Feste Natalizia solennemente
riaperta. Noi dobbiamo tutto questo allo zelante non meno che
intendente nostro Pastore, il quale oltre ad aver fatto il vago, e
insieme maestoso disegno, ne ha con la maggior vigilanza procurata
felicemente l'esecuzione. Il Figurista Sig. Giuseppe Parenti, e
l'Architetto Sig. Gio. Vannetti ambedue valenti Pittori Fiorentini
hanno dato in quest'opera nuovi saggi della molta loro abilità.
Dalla seguente Inscrizione posta sopra la porta principale di detta
Chiesa può rilevarsi una esatta idea dei più interessanti lavori,
che nella medesima si vedono perfezionati.
“Augustam
Dei Domum in Miniatensi Diocesi omnium principem lam senio
fatiscentem, & informis Architecturae vitio, nulla fere parte
constantem sibi, in hanc elegantiorem, & qua veterum
substructionum obices impune, & commode datum de loco moveri
posse, concinentiorem undequaque, splendidioremque, formam renovavit
Dominicus Poltrius Epus Miniat. Fabricae Procurator, Provisor,
Auctor. Pilas in ea, Peristylia, bases, coronas, nec non lacunaria,
fenestras itidem, januas, pavimentum opere cessellato, marmorato,
lapideo, statuis, picturis, auro ad ordinis concinnitatem digessit,
instruxit, ornavit: ac opus grande certe pro viribus audacter
coeptum, qua potissimum tempestate maxima in Etruria grassata est
Annonae, & pecuniae caritas. Numine tamen savente, cuius gloriae
dicatum est, & artium subsidio, vix exacto biennio foeliciter
ultra vota perfecit, Organoque pneumatico, ac eius fronte,
ambulacro, fulcris è laevo latere decentius, & aptius ad mediam
Templi faciem translatis, tum demum id omne Clero, Popoloque universo
spectandum obtulit IIX. Kal. Jan. Ipso nempe recurrente Iesu Christi
Natali die partaeq, Salut. An. MDCCLXIX.”
Per
render poi più degno della gloria di Dio il riaprimento della
Cattedrale medesima, la Congregazione del Suffragio ivi eretta, e
solita nei giorni Natalizi 26, 27, 28 esporvi con festivo triduo a
forma di Quarant'ore l'Augustiss. e Diviniss. Sacramento in sollievo
delle Anime del Purgatorio, in tale occasione darà riprove maggiori
della sua commendabil Pietà, con decorar sì Santa Funzione di più
magnifico apparato, scelta musica, copiosa illuminazione.
NOTE
E RIFERIMENTI
(1) A tal proposito si
rimanda ai saggi: Roberta Roani Villani, Restauri a San Miniato al
Tedesco: documenti per una storia, in Bollettino dell'Accademia
degli Euteleti della Città di San Miniato, n. 63, San Miniato, 1996,
pp. 172-174; Roberta Roani Villani, Episodi d'arte e di restauro
nella chiesa di San Francesco e nella Cattedrale di San Miniato, in
Paolo Morelli (a cura di), San Miniato nel Settecento. Economia,
Società, Arte, CRSM, San Miniato, 2003, pp. 232-237; Francesco
Onnis, Biografia di una architettura, in AA.VV., La Cattedrale di San
Miniato, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2004, pp. 71-73.
(2)
Roberta Roani Villani, Restauri
a San Miniato... cit.,
p. 172.
(3)
Roberta Roani Villani, Episodi
d'arte e di restauro... cit.,
p. 232.
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