a cura di Francesco
Fiumalbi
Il
centro urbano di San Miniato è situato su un lungo e stretto
crinale. Sia la morfologia, che la composizione sabbiosa del terreno,
fanno sì che la collina sanminiatese sia particolarmente interessata
da fenomeni franosi. Infatti proprio per la particolare situazione
geologica e orografica, nel 1965 il centro storico di San Miniato è stato inserito nell'elenco degli abitati da consolidare a spese e cura dello Stato.
Aggiungiamo, a questa condizione di partenza, anche l'alta densità
edilizia e un diffuso disinteresse alle opere manutentive,
soprattutto per quanto concerne l'intercettazione e l'allontanamento
delle acque, meteoriche o di scarico che siano.
Le
intense precipitazioni dei primi mesi del 2013, unite alle criticità
preesistenti, hanno ingenerato in tutto il territorio comunale decine
e decine di frane, come abbiamo avuto modo di documentare.
Particolarmente difficile la situazione nel centro storico con
diverse frane che hanno interessato i Giardini Pietro Bucalossi e il
sottostante Parcheggio di Fonti alle Fate, il versante dietro il
Convento di San Domenico, diversi terrazzamenti sul retro delle
abitazioni prospicienti via Paolo Maioli.
Foto di Francesco
Fiumalbi, marzo 2013
Una situazione davvero
molto simile a quella venutasi a creare nell'aprile del 1772. In
quell'anno forti piogge provocarono situazioni critiche, interessando
molte parti dell'abitato, con gravi danni alle fabbriche conventuali
e a diverse abitazioni private. Addirittura, vista la gravità, il
Granduca Pietro Leopoldo in persona, venne a San Miniato per
sincerarsi della situazione!
Particolarmente colpite
furono le costruzioni e i terreni che si affacciavano sulla valle di
Cencione: il Monastero della SS. Annunziata (oggi Hotel San Miniato),
il Palazzo Gucci (che si trova in Piazza del Popolo) e l'adiacente
abitazione dei Martini (da localizzare fra la Farmacia Cheli e il Bar
Cantini). Non mancarono situazioni di criticità anche nei pressi del
Convento di San Domenico, della chiesa di Santo Stefano e sul retro
di Palazzo Ansaldi, cioè nell'attuale via Paolo Maioli. Inoltre,
mentre per l'orto di Santo Stefano e per quello della SS. Annunziata
si parla di terreni franati, per le abitazioni Gucci e Ansaldi viene
specificato che a cedere furono i “giardini”, cioè gli orti
terrazzati sul retro degli edifici.
In conclusione, dovrebbe far riflettere seriamente, la circostanza che sia l'entità dei
danni, così come la localizzazione di molte delle zone interessate
dalle frane nel 1772, sono più o meno le stesse degli smottamenti
del 2013!
Foto dell'Ass. Moti
Carbonari “Ritrovare la Strada”, marzo 2013
Di seguito pubblichiamo
gli estratti dalla Gazzetta Toscana che trattano delle frane a San
Miniato nella primavera del 1772:
GAZZETTA
TOSCANA, Tomo VII, n. 16, 1772, p. 62
Le
continue piogge hanno cagionato qualche danno alle fabbriche della
Città di San Miniato situate in poggio per essersi smottato molto
terreno vicino ai loro fondamenti, ed in specie al Convento dei PP.
Domenicani, e al Monastero delle religiose di detto Instituto.
GAZZETTA
TOSCANA, Tomo VII, n. 17, 1772, p. 68
SAMMINIATO,
21 Aprile
Le
piogge continove hanno qui cagionato del danno a diversi, e
specialmente ai nobili sigg. Gio. Batista Gucci, e Ansaldo Ansaldi
essendo rovinati i Giardini uniti alle loro abitazioni con
pregiudizio delle loro fabbrice, come pure l'orto claustrale delle
RR. Monache della SS. Nonziata, non avendo per altro niente sofferto
i Conventi de PP. Domenicani.
GAZZETTA
TOSCANA, Tomo VII, n. 21, 1772, p. 81
[…]
Mercoledì 20 del corrente S. A. Reale mossa dalla solita sua paterna
clemenza si portò dal Poggio a Caiano a S. Miniato per osservare lo
smottamento del terreno, che hanno cagionato le piogge, ed in questa
occasione visitò le Chiese di quella Città, e lo spedale degli
ammalati, come pure quello degl'Innocenti. [...]
GAZZETTA
TOSCANA, Tomo VII, n. 21, 1772, pp. 83-84
SAN
MINIATO, 19 Maggio
Per
dare al pubblico una idea delle Frane di Sanminiato, comunicheremo la
relazione che ne abbiamo avuto, della quale però non intendiamo
rispondere, sarebbe di mestieri descrivere la posizione di questa
Città stessa, ma per brevità basti il sapere essere situata
sull'eminenza di un lungo Colle composto quasi tutto di terre
arenose, e da qualunque parte scolino le acque vi si vedono delle
fosse, o più grandi, o più piccole.
Dalla
parte di Tramontana facendo la Città una curva all'esterno di circa
braccia 600 forma nel suo centro la maggiore di dette fosse fatta a
vallone, la quale dal suo fondo alla sommità avrà l'altezza di
braccia 140 circa, ove all'intorno sono piantate le case della Città;
e al di fuori ben coltivata a ulivi, a gelsi, a parte boscata
studiosamente ad oggetto di reggere il terreno.
Alla
punta di detta curva, da Ponente è situato il Monastero delle
Monache della Santissima Nunziata, ove al disotto dell'orto si è
avvallato il terreno più di tre braccia, ed ha rovesciato, ed
atterrato un pezzo di circa braccia 50 di lunghezza.
(Sarà
continovato)
GAZZETTA
TOSCANA, Tomo VII, n. 24, 1772, p. 94
Continuzione
di San Miniato.
Essendosi
ridotte universali le frane, e l'avvallamento che hanno cagionate le
dirotte piogge, si da qui il seguito della relazione che trovasi al
foglio n. 21.
Poco
distante di qui per venire verso il centro della curva si mosse un
apertura lungo la Casa del Nobile Sig. Giov. Batista Gucci seguitando
lungo la casa del Martini per il tratto di circa braccia 160, e non
più distante dalle case medesime di due braccia, la quale apertura
si è andata sempre dilatando con essersi abbassato il terreno per la
parte inferiore dove tre, dove quattro braccia, e lungo il granajo di
detto sig. Gucci fino in dodici braccia, e la pressione del terreno
medesimo ha fracassato fino ai suoi fondamenti un muraglione, ed
atterrato molte piante di gelsi, e spaccati in più luoghi altri
muri, ed in specie quelli che sostenevano l'orto della casa del
Martini, e poco più basso dove era un folto bosco, si è questo
distaccato in più luoghi, e a poco per volta si è precipitato nel
fondo alla fossa, e tirato seco molti gelsi con essere tutto il resto
del terreno crepato, e con grandi aperture, talmente che trovansi le
predette case in un gran pericolo.
In
più, e diversi luoghi all'esterno della Città sono seguite altre
frane, ed in specie al giardino del sig. Cav. Ansaldi, all'orto del
Paroco di S. Stefano dietro le Case Scarlatti, Campatelli,
Tempestini, e altri con sotterramenti di ulivi, e altre piante, ed
una seguita ora dietro la Casa Vannini, la quale ha portato via 17
grosse piante di ulivi, e due muraglioni, quali servivano per
sostegno delle fabbriche.
Foto
di Francesco Fiumalbi, marzo 2013
Foto
di Francesco Fiumalbi, marzo 2013
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