Finalmente!
Sui giornali era stata più volte inserita nell'elenco delle opere da
restaurare e/o ripulire, e finalmente la statua di Maria Maddalena
d'Austria è stata ripulita da quella coltre grigia di polvere che da
anni la ricopriva! L'intervento, che pare sia stato di sola pulitura superficiale, è stato promosso dal Comune di San Miniato e avvenuto nella
seconda metà del mese di marzo 2013 per cura della ditta "Pertici Imbiancature" di Moreno Pertici che l'ha presa in adozione. Il colore molto più chiaro del
marmo, adesso ben risalta sul fondale grigio del muro
retrostante.
Ne
avevamo parlato diffusamente attraverso un apposito post, IL
MARMO BIANCO DI MARIA MADDALENA D'AUSTRIA: si tratta di una
scultura realizzata da Antonio
Susini detto “Il Susina”, fra il 1622 e il 1624, e
raffigurante la Granduchessa Maria Maddalena d'Austria. Quest'ultima
si era adoperata per l'elevazione di San Miniato al rango di “Città”,
e per la conseguente erezione della Diocesi sanminiatese nel 1622. Per intenderci, fu quella "tedesca mammalucca" che "dichiarò Città questa bicocca"!
Da qui l'idea del ringraziamento attraverso un simulacro in marmo, operazione che fu poi replicata nell'800 per Leopoldo II in Piazza Buonaparte, che a sua volta era stato oggetto di restauro, nei mesi di maggio e giugno del 2012.
Da qui l'idea del ringraziamento attraverso un simulacro in marmo, operazione che fu poi replicata nell'800 per Leopoldo II in Piazza Buonaparte, che a sua volta era stato oggetto di restauro, nei mesi di maggio e giugno del 2012.
La
scultura, originariamente, era collocata al centro di Piazza del
Seminario: la Granduchessa era effigiata
con lo scettro nella mano destra e con la sinistra posata su un
marzocco, che sosteneva con la zampa lo stemma fiorentino. Nel 1799,
in occasione del passaggio dell'esercito rivoluzionario francese,
tutti i simboli dell'Ancien
Régime
furono distrutti, fra cui la statua di Maria Maddalena d'Austria, che
fu letteralmente fatta a pezzi. Il corpo, l'unico elemento rimasto
abbastanza integro, rimase in un fondo di magazzino per oltre un
secolo, quando fu ricollocato all'angolo fra via Rondoni e via Del
Bravo negli anni '60, all'interno di un più ampio intervento che
vide anche il posizionamento del bel crocifisso in ceramica di Dilvo
Lotti.
Ecco
le immagini, che mostrano la situazione della scultura nel luglio del
2010 a confronto con quella in data odierna. Mi sia consentito solo un piccolo appunto: la necessità di una targa, o comunque di un elemento informativo che indichi il significato preciso del manufatto, dal momento che spesso è scambiato per tutt'altra cosa dal passante distratto o poco informato. Personalmente, ne ho sentite di tutti i colori (statua etrusco-romana, statua di Santa Maria Maddalena... e molto altro).
San
Miniato, via Rondoni angolo via Del Bravo
Luglio
2010 – aprile 2013
Foto
di Francesco Fiumalbi
(E'
vietata la riproduzione)
San
Miniato, via Rondoni angolo via Del Bravo
Luglio
2010 – aprile 2013
Foto
di Francesco Fiumalbi
(E'
vietata la riproduzione)
San
Miniato, via Rondoni angolo via Del Bravo
Luglio
2010 – aprile 2013
Foto
di Francesco Fiumalbi
(E'
vietata la riproduzione)
San
Miniato, via Rondoni angolo via Del Bravo
Luglio
2010 – aprile 2013
Foto
di Francesco Fiumalbi
(E'
vietata la riproduzione)
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