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[1368] Marquardo di Randeck, Patriarca di Aquileia e Capitano
Generale per la Toscana, attraverso il territorio di San Miniato
compie un'incursione nel contado fiorentino.
[…]
Mesér lo patriarca entrò in Pisa a dì 29 d'aghosto, lo dì di San
Giovanni dichollato, et dentrò armato socto la bandiera dello
imperio e lla sua, et a llato a llui lo singniore vichario (cioè
Giovanni dell'Agnello, che da Doge era stato appena nominato Vicario
Imperiale su Pisa, carica che valeva soltanto in assenza
dell'Imperatore Carlo IV dall'Italia. Tale carica gli era stata
attribuita per sollevarlo dalla signorìa di Pisa senza creare
disordini. In quel momento i massimi poteri erano esercitati da
Marquardo di Randeck) et
missere Octo di Bersvicche (Ottone
di Brunswick) chon
ciento chavagli. Et dentrò per la porta del Parlascio et venne per
borgho et per la piaza degli anziani, et andonne a smontare
all'arciveschovado, e tucta la sa giente s'allogiò al duomo et quivi
d'intorno.
Missere
lo patriarca venne al palazo del singniore a dì 31 d'agosto, et
quivi chol signiore vichario et altri cittadini si volse che lla
masnada da chavallo gurasse in sua mano; et chosì feciono acietto
che gl'Inghilesi. Et quegli non volsono giurare ma promisero che
farebbono ciò che chomandasse missere lo patriarcha (i
mercenari Inglesi non vollero giurare perché riconoscevano soltanto
l'autorità del proprio re, tuttavia si dichiararono obbedienti a
Marquardo di Randeck). Et
sigurò al decto patriarcha lo chonservadore e llo podestà et
uficiali e giudici.
Missere
lo patriarcha cavalcò per andare a San Miniato chon tucta sua
giente, venerdì a dì primo di sectenbre, cho' lla inperiale
bandiera et cholla su'arme, et apresso di lui chavalchò missere Otto
Brusvicche cholla sua brighata, et della masnada del singniore
vichario di Pisa et di Luccha chavalchorono gli Inghilesi et per
chapitano di loro, ciò è, Tedeschi et Taliani, ser Bernabò da
parma. Andarono per fare una chavalchata in su quello di Firenze, et
del chontado di Pisa andarono cierne che furono più di 2 mila
huomeni et cho' lloro andò don Iacopo di Manente per chapitano di
loro. Priegho Iddio sia chon pacie et buono stato di Pisa et del
popolo. [...]
Banti
Ottavio, Cronaca
di Pisa di Ranieri Sardo,
Fonti per la Storia d'Italia, Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, Roma, 1963, pp. 170-171
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