di Giancarlo Pertici
AL
MERCATO DEI POLLI
E'
un movimento lento quello che il martedì mattina comincia presto…
fuori è ancora buio, così mi ha spiegato una volta Nonno Nuti,
iniziando dalle campagne di Calenzano e oltre, da quelle di Gargozzi
e da quelle del Sasso e non solo. Sono i contadini, gli ortolani, i
mezzadri, il popolo delle massaie che si muovono presto nel giorno di
mercato, verso quello (il mercato) dei polli e degli ortaggi …diretti
in San Miniato in quella piazza che fa conca tra Santo Stefano e
Sant'Andrea, a ridosso della Chiesa di San Rocco. Tutti la conoscono
come 'Piazza de' Polli' anche se recentemente è stata intitolata a
Buonaparte, credo si tratti della famiglia addirittura di Napoleone…
così dice Nonno Nuti. E' lui che vede passare presto le Massaie con
sulla testa ceste piene di polli e d'uova messe da parte e il
ricavato destinato a spese extra ...un lusso in casa di contadini…
a volte uno stacco di stoffa, una pentola nuova, gli zoccoli per la
domenica… corredo per la figlia.
Dalla
valle di Ranci un carro trainato da una coppia di buoi si arranca con
fatica e lentamente verso il falsopiano di Calenzano prima di
dirigersi leggero in direzione dei 'Cappuccini' per puntare diritto
in San Miniato passando per la Piazza di Santa Caterina… carico di
conigli, quelli da riproduzione maschi e femmine in stabbioli
separati, quelli da vendere al consumo dentro ceste aperte, …poi
mazzi di carciofi di quelli che i più chiamano 'mamme', ma che per
un samminiatese sono solo Carciofi. Ed è una massaia che dentro il
carro tiene sotto controllo il carico per tutto il viaggio.
Dalla
Via del Sasso le sorelle Cei sopra un piccolo carro vanno anche loro
al mercato, a quello dei polli… sperano di vendere quelle gerle
fatte di vimini col coperchio legato alla stessa, quelle ceste aperte
fatte per trasportare un carico di fieno, una bigonciata d'uva, mazzi
di agli o cipolle. Lentamente trainato da un asino, il lavoro di
un'intera settimana delle sorelle si avvia a tentare la sorte in
quella Piazza non sempre generosa con quanti vi si avventurano con
dentro il cuore la speranza di vendere tutto. Non ha ancora
albeggiato …. la piazza già occupata in ogni dove… libero solo
un corridoio centrale per il passaggio eventuale, ma raro, di
ambulanze dirette all'ospedale, ..pochi il martedì nelle campagne
quelli rimasti al lavoro dei campi.. i più in piazza… a vendere e
a comprare.
Nonno
Nuti mi sveglia presto… vuole andare in "Piazza dei Polli"
al mercato…. il sole è già alto nel cielo… è estate. Mi aiuta
a vestirmi …calzoncini corti, una mogliettina a maniche corte …un
paio di sandalini che lui stesso ha appena risuolato con l'avanzo di
un fascione per moto. Il martedì quasi come di festa… lui,
dismessi i panni dell'orto dai segni evidenti di ortaggi nel colore e
nelle ombre ed anche negli aloni tendenti al verde di diverse
gradazioni e tonalità, … lui si abbiglia di tutto punto con
giacca, panciotto, cappello nuovi …l'orologio con catena nel
taschino …cravatta in tinta. Come avesse da promuovere chissà
quale mercanzia, o quale primizia dell'orto, si incammina
lentamente... lo sguardo fiero, la barba appena fatta e il taglio
perfetto di capelli e baffi… verso la Piazza dei Polli mano per la
mano con me…. 8 anni?? Forse anche meno!
Il
tragitto è breve ..tra soste, ripensamenti, avanti e indietro per
incontri tra amici, domande a più titolo interessate …di
conoscenti, amici, curiosi. Pietro, a quell'ora che non sono ancora
le 7, ha già imbandito davanti bottega… un caratello di Aringhe ed
uno di salacchini proprio lì fuori, a bordo strada, davanti alla
vetrina, sotto la serranda aperta, giusto per le massaie di ritorno
verso il podere, seduto sulla panca piazzata tra bottega e l'uscio di
Maria di' Caciagli saluta a modo suo… "Oh Nuti!!!... vai al
Mercato? ...se ti manca un bel Maschio da monta io ce l'ho bello!".
E' uno dei suoi soliti saluti… vende sempre qualcosa, questa volta
un coniglio. "Porto il puttero a fare un giro, prima in piazza
dei Polli… poi di là al mercato sul Piazzale" è la risposta
del Nuti. Mi tiene per mano mentre davanti a Mandorlino, Italia si fa
in su l'uscio … tira sù per il naso, le mani sui fianchi quasi un
inchino ad accompagnarmi …."Buongiorno Nini!"…. Prima
del forno di Nello, che è di lato a Pancone e alla sua piazzetta,
sempre puntuale come un orologio, sgattaiola da una cancellino
laterale, quello che accanto alla cappella dà nell'orto, Ghigo
diretto da Mandorlino. Sottobraccio una cassetta di legno, con
coperchio e serratura, destinata ai fondi di caffè che al Ricovero
mescolano con La Vecchina. Davanti al 'Perondi' è il profumo di
biscotti appena sfornati, quella fragranza calda che quasi ti sembra
di gustarla col palato che ti viene incontro... sono i cantuccini di
Nonna Rina. Anche la 'Poppa' con la sua bottega di frutta e verdura è
lì sull'uscio a guardare chi passa in quel giorno di mercato, a
salutare e a commentare quasi facesse delle previsioni per il viaggio
di ritorno di ciascuno… "A giro col bimbo.. Nuti?"… il
suo saluto …più un'affermazione che domanda anche se il Nuti
risponde "Poi anche sul piazzale..".
Davanti
alla bottega di Romanello che tutti chiamano Topposo, ma che di
cognome fa Tapinassi" i primi segnali del "mercato dei
polli" cosparsi sulle lastre sotto forma di paglia a coprire le
lastre stesse, ad attutire il calpestio, ad assorbire quello che
polli e conigli si lasciano dietro, quasi un tappeto che prende forma
ogni martedì mattina presto e che quasi per miracolo sparisce quando
passa a fine mattinata il Camion del Vitali con Musolino e Tarcisio
al seguito a raccogliere il tutto, per farlo scomparire appena fuori
le mura, prima dei Cappuccini, lassù nei 'broti' di Scacciapuce.
La
statua di Canapone sembra circondata da gabbioni e ceste alcune con
ancora dentro nane, polli, conigli, paperi, gallinelle, piccioni…
altre vuote, messe a castello fino a sfiorare ed incorniciare la
ringhiera che rinserra la statua stessa... e la mette in salvaguardia
da eventuali invasioni. Ci si passa tutto attorno come davanti ad una
vetrina. Dal lato di Gargozzi, lungo quel palazzo dimesso e in
disuso, appese alle inferriate del piano terra alcune funicelle con
all'altro capo, due pecore, una capra nera dalla barbetta folta e un
asino sempre carico. Sotto la terrazza di 'Occhiobello' il carro
delle sorelle Cei che ha già venduto parte del carico e sta per
riprendere il suo viaggio… "Nuti buongiorno" è il saluto
di una delle due. "Venga a trovarci quando le pare, noi siamo
sempre laggiù a impagliare" il commento dell'altra mentre
riprendono il cammino in direzione Piazzale per vendere al minuto le
ceste rimaste. Vorremmo quasi seguirle, è una tentazione per
inseguire anche un discorso… ma dobbiamo terminare il giro e non
solo. I soliti contadini della zona dei cappuccini e di Calenzano,
alcune massaie con i loro conigli e le loro uova giusto a ridosso del
Caffè Micheletti, alcune nell'angolo della chiesina di San Rocco…
attente agli ultimi avventori, quelle massaie di casa che attendono
le ultime creste di agli e cipolle o l'ultima dozzina d'uova rimasta
…a sconto.
Il
Nuti pronto a scambiare due battute, a sentirsi salutare,
"Buongiorno" "Tutto bene?" "Oh Nuti...
sempre in gamba!" e pronto senza offendersi a rispondere
"Grazie" quando qualcuno gli offre l'ultima dozzina di uova
rimaste. "Ci si fa una frittata…" commenta mentre mi
guarda e mi sorride perché sa quanto sono goloso della frittata. Ma
è il momento della brioche. E' il rituale di ogni martedì mattina,
appena terminato il giro di Piazza dei Polli e prima di riprendere il
cammino per 'di là' e per il Mercato sul Piazzale. E' Pietro di'
Bulleri che ci accoglie sempre con quel sorriso bonario che fa aprire
come per incanto, senza sforzo, in maniera automatica la mia bocca e
gli occhi a gustare quella scena che va in replica ogni martedì…
una stretta di mano al Nuti, quel leggero scarruffamento col quale mi
saluta mentre entro e siedo ad uno dei tavoli. E' sempre una brioche
con al centro una larga riga di crema quella che mi ha messo da
parte…"E' la più grossa" mi dice mentre me la porge. Per
Nonno Nuti un Caffè seduto accanto a me ….lo guardo …. incantato
dal suo rituale… almeno tre cucchiaini di zucchero e il rito unico
del 'rimescolamento'…il cucchiaino che inizia a girare …a
mescolare ….a sciogliere… a tentare di sciogliere lo zucchero…
e gira… e gira… e gira… prima in un verso... poi in
quell'altro… e gira… e gira.. Quando si appresta ad assaporare lo
stesso, sorbendolo un cucchiaino alla volta… sono già all'ultimo
morso della brioche.
Qualche
volta terminiamo insieme, spesso sono io ad aspettare per ripartire
in direzione Piazzale facendo il giro lungo, su per la salita del
Bagagli passando davanti al 'Crocifisso' fino in Piazza del Seminario
dove Gigi lo stagnino è al lavoro da tempo… appena dopo la prima
Messa, lui che è anche sacrestano al SS. Crocifisso. E' li …a
piazza imbandita di mezzine, paioli, secchi di rame o di stagno
nuovi, che lavora a stagnare qualche mezzina forata, un dòccio di
rame bucato, che i contadini portano a riparare alla mattina presto e
si riprendono quando fanno il viaggio di ritorno, talvolta
riprendendo ciò che hanno lasciato a Gigi dalla settimana avanti.
Con Gigi nulla si butta via, tutto può tornare a vita nuova… e con
poche lire. Anche Nonno Nuti lo sa e lo saluta mentre passiamo oltre
lui e oltre la bottega di falegname di Pietrone verso la Piazzetta
del Fondo.
Da
lì in direzione Piazzale, partendo dal Bar del Lami e dai suoi
tavolini allineati lungo il marciapiede a ridosso del muro che separa
dal precipizio della Valle di Cencione, è tutta una sequela di
banchi di tutti i generi davanti ai quali si passa quasi in religioso
rispetto, io avido delle informazioni e delle annotazione che Nonno
Nuti non mi fa mancare… riesce a dirmi sempre qualcosa di ciascuno.
Lo Scali, samminiatese verace, che vende stoffa a metraggio col suo
camioncino Grigio e che sul banco stende sempre l'ultima novità,
l'ultimo disegno, l'ultimo grido, il filato di moda… anche su
quello Nonno Nuti riesce a dire la sua … "Anche Tonino…"
… si ritorna nel mondo della fantasia, se dal reale non riusciamo
ad avere notizie utili.
"Pesce
d'Arno Vivo" dal suo improvvisato banchetto fatto di due grandi
portabagagli piazzati sul davanti e sul dietro della sua bicicletta
un omino di Roffia offre il suo pescato lanciando e ripetendo il suo
richiamo, che lancia anche il venerdì quando percorre a piedi tutta
la strada che da Piazza Bonaparte porta fino all'Ospedale… giusto
ogni venerdì mattina. Sta lì appoggiato agli archi del loggiato
all'angolo del viale per godere della migliore visibilità possibile,
messa in evidenza dal suo ripetuto richiamo che attira Nonno Nuti che
verso la fine della mattinata, all'ultimo giro, si prende quasi
sempre i resti di quel pescato, quando gli sembra fresco, giusto per
poche lire…talvolta anche in regalo.
E
lì accanto forse l'unico banco che rimane senza commenti… quando
Nonno Nuti si tura il naso e passa oltre, sorridendomi di sottecchi e
invitandomi con un cenno a fare lo stesso, mentre si leva un grido
che è un invito "Carbonina Donne"… da quella vecchietta
che sembra appena uscita da un bagno…. di carbonina, tutta vestita
di un nero che reca tracce incancellabili di carbonica …ogni dove…
anche tra gli stessi capelli… bianchi naturali ma cosparsi
dell'odore inconfondibile della carbonina. Non saltiamo banco,
neppure quello dei giocattoli. Tra bomboloni o zucchero filato è una
scelta che sta a me... sempre difficile... a volte a sorte. Da ogni
banco un saluto, un benvenuto, un arrivederci, un cenno d'intesa e
una piccola sosta a gustare quel saluto e a perlustrare con lo
sguardo la merce in mostra. Fino in fondo, fino all'ultimo banco
piazzato su quella striscia di cemento e asfalto che ogni domenica
mattina funge da Campetto per una partita di Pallacanestro della
squadra cittadina che gareggia sotto l'insegna dell'Etrusca, una
Confezione di impermeabili di via San Martino. La conosco… la mia
mamma gli cuce i cappellini per gli impermeabili, che chiamano
'trancy' o giù di lì.
Si
torna a casa su per la via dei Frati per scendere in sant'Andrea fino
a Piazza dei Polli che a quell'ora tarda è quasi sgombra, oramai
riportata al suo aspetto originale… qualche traccia di paglia
trasportata dal vento, che sembra non voglia andarsene neppure dai
miei sandolini e su per Via Maioli fino a casa. Quasi tutti dentro i
propri usci dentro bottega… finito il via vai del mercato… gli
ultimi ritardatari ad affrettare il passo verso il ritorno. Solo
Pietro è sempre lì fuori sulla panca mentre Rita è al banco a
vendere, …è l'ora di chi viene all'ospedale in visita …il
contadino che prende l'occasione con l'abito bono e con le scarpe da
festa... e Pietro a consigliare il pacco di biscotti adatti al
ricoverato di turno. E' l'ora di prepararsi da mangiare noi due… la
Corinna al mare e mia madre che sa che il martedì è un giorno tutto
nostro, mio e di nonno Nuti, è in casa a cucire i cappellini... la
pentola al fuoco per un pranzo a due, lei e Maurizia. Un salto in
casa per dire "siamo tornati" e per un bacio e giù di
nuovo con Nonno Nuti… io apparecchio. Nonno prepara con patate e
cipolla una frittata mentre la pentola bolle per la pasta asciutta.
E' questo il menù accompagnato dai pomodori dell'orto. Il programma
del pomeriggio che comincia tardi… è caldo... è estate avanzata…
lo decidiamo nel riposino dopo pranzo. Sdraiati sul nostro letto da
una piazza e mezzo decidiamo il percorso, la girata… Poi spesso è
la volta di Tonino e delle sue storie, quel giorno è di un bambino
di nome Adolfo di quasi 10 anni il racconto… niente fantasia. Nonno
mi parla di se stesso… si racconta… in prima persona. Ed io me lo
immagino, occhi socchiusi, mentre con il suo babbo…. (del quale non
ho mai saputo il nome) lavora al deschetto, manovra la lesina per
cucire, bagna e ribatte il cuoio per conciarlo e renderlo più
resistente all'usura…
Mi
racconta dei contadini e dei loro scarponi rinforzati sulla suola con
grosse semenze dal capo stondato, contro l'usura e per una presa
migliore sulla terra. Lo vedo e lo guardo mentre prepara la tomaia…
il disegno… la riduzione in pezzi… il taglio di tomaia e fodere…
la aggiunterai… la messa in forma… la suolatura… il tacco fatto
con tanti strati di cuoio. L'ho sentito e l'ho visto tante volte come
un film ripetuto all'infinito. Se ora socchiudo gli occhi e penso a
lui intensamente, rilassato nel mio letto… appena riletto questo
breve racconto di memorie… me lo sento accanto bambino, io suo
coetaneo certo della sua ombra mentre mi parla e mi ripete passo per
passo il suo lavorare.
Non
oso perdere questa sensazione di vicinanza, gli occhi sempre
socchiusi quasi a mantenere la sicurezza della consapevolezza e
neppure oso volgermi di lato per non fugare quel sogno… perché è
anche vero, se è un sogno. Un sogno che inconsapevolmente si è
avverato… glielo devo raccontare questo sogno, quando verrà il
momento che ci rincontreremo. Sono io a meravigliarmene per primo e
certamente anche lui se ne meraviglierà. Ce ne meraviglieremo
insieme perché solo ora, in questo preciso momento che sto
terminando proprio questo racconto… solo ora e non prima… mi
rendo conto della cosa più evidente che anche ad occhi aperti non
riuscivo a vedere. Il mio primo lavoro serio, quello che mi ha
condotto fino alla pensione, quello per cui avrei fatto carte false,
quello per cui avevo una naturale predisposizione e per il quale ho
speso una vita, con passione e con particolare competenza a tutto
campo è stato proprio quello di Nonno Nuti: Ho fatto SCARPE. Per una
vita ...curandone la vendita, l'acquisto di tutte le materie prime,
lo sviluppo dei modelli, la messa a punto di tutta la
componentistica, il taglio e l'aggiunteria …passando dal montaggio,
fino alla spedizione e a tutti i compiti amministrativi e fiscali.
Sì, glielo devo proprio dire a Nonno Nuti… da Grande ho fatto
proprio il suo lavoro: ho fatto le SCARPE.
Piazza
Buonaparte, comunemente detta Piazza de' Polli
Foto
di Francesco Fiumalbi
non è servito a nulla grazie
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