di
Stefano Bartoli
San
Miniato ed il passaggio a livello per la strada che porta ad Empoli.
Accadde
una domenica pomeriggio che tre samminiatesi, fra cui mio padre,
decisero di andare a vedersi una bella proiezione cinematografica in
quel di Empoli. Antonio Profeti, detto Tonino, organizzò la cosa e
mise a disposizione una topolino. Lui salì al posto di guida e mio
padre alla Sua destra. Dietro, un po’ stretto, stava il Signor X Y,
il vincitore della Fiat 500.
Bella
stagione, traffico molto scarso (cosa abituale per l’epoca) e la
comitiva procedeva a bassa velocità verso Empoli. Giunti sullo
stradone, passato Ponte a Elsa, la vettura iniziò a fare qualche
capriccio. Giusto
qualche singhiozzo del motore, niente però che potesse turbare
l’allegria dei tre soggetti. Il
pilota era bravo e, appena la vettura dava sintomi di flessione, Lui
recuperava velocemente dando un po’ di gas e si andava bene avanti
per altre diverse decine di metri. Giunti in prossimità del
passaggio a livello la vettura peggiorò. Si riusciva a farle
percorrere pochi metri ed il motore perdeva quasi tutti i Suoi giri,
forte rallentamento, quasi STOP, poi Tonino, con perizia recuperava,
dava gas ed ancora avanti.
Mio
padre:
"Tonino
stai attento, stanno abbassando le sbarre del passaggio a livello".
"Tranquillo
Mauro, un momento e sono già di là".
Queste
furono le ultime parole famose prima del tragico evento. La vettura
si arrestò definitivamente proprio in mezzo ai binari della linea
Firenze Pisa. Le sbarre del passaggio a livello si chiusero, sia
davanti, sia dietro. Tonino, nell’immediato, non perse la calma,
provo diverse volte a riaccendere la vettura senza successo.
La
perse poi tutta, poco dopo, quando dalla Stazione di Empoli partì il
treno passeggeri che si diresse a gran velocità incontro alla
vettura rimasta in mezzo ai binari. “Scappiamo” urlò mio padre,
si gettò dall’auto ed ebbe cura di chiudere bene la sicura prima
di sbattere lo sportello.
“Tutti
fuori” urlò Tonino, e uscì precipitosamente dall’ auto dall’
altro lato. Stranamente anche Lui mise la sicura e sbatte lo
sportello. Chi era sul sedile posteriore si dette un gran da fare per
uscire, la situazione non era per niente comoda, doveva alzare almeno
un sedile, raggiungere la maniglia, far scattare la sicura, aprire ed
uscire.
Il
treno stava arrivando veloce e minaccioso, con grandi colpi di
sirena, come a dire "Toglietevi di mezzo". Il Signor X Y si
accorse che non ce l’avrebbe mai fatta ed allora scattò in piedi e
con testa e spalle riuscì a sfondare il tetto di tessuto della
topolino. Meno male era un modello senza il tetto in lamiera.
Rimase
così, con gambe e culo dentro l’auto, con il tronco, le spalle e
la testa che sbucavano dalla vettura urlando un grande
NOOOOOOOO!!!!!!!.
Il
treno fischiò un ultima volta, poi piegò a sinistra, proprio agli
ultimi secondi e si diresse verso Siena, dove era atteso. Qualche
momento di pausa, poi Tonino risalì in auto, rimise in moto la
vettura che, miracolosamente, aveva smesso di fare capricci e partì
rombando dopo il primo giro di chiave di accensione.
Il
passaggio a livello, di nuovo aperto, consentì a tutti di lasciare i
binari e permise di accostarsi sulla destra della provinciale.
Qualche minuto giusto per riordinare le idee e tirare il fiato.
Convennero
tutti che erano stati molto fortunati, cavarsela così, solo con un
tettino dell’auto sfondato, ognuno immaginava cosa fosse successo
se il treno fosse stato quello diretto a Pisa.
Lo
scherzo, progettato con un po’ di cattivo gusto, richiese lunghe
prove, lo studio dell’orario dei treni e dei tempi di chiusura del
passaggio a livello. Non ci si poteva permettere il minimo errore. La
realizzazione fu esemplare, cronometrica, nel rispetto dei tempi e
delle distanze.
Il
Signor X Y continuò a lungo raccontare agli amici del Bar Centrale
come l’aveva scampata bella in quel pomeriggio di domenica. Il
meccanico quasi impazzì, fece numerosi controlli alla Topolino e non
riuscì mai a capire cosa avesse potuto dare origine a quei
singhiozzi.
Mio
padre afferma, non con completa sicurezza, che, da quel giorno,
guardando il Signor X Y aveva, ogni tanto, la sensazione che la mente
lo portasse da un'altra parte. Gli occhi diventavano freddi, un lampo
li attraversava, la faccia si scuriva come se un ombra o un brivido
lo attraversasse. Chissà se era il ricordo di quei lunghi momenti
trascorsi chiuso in auto mentre aveva l’impressione che un lungo
treno nero stesse per piombare, ad alta velocità, su di Lui.
Ho
sempre avuto la sensazione, dal racconto di mio padre che, con il
senno di poi, o con un minimo di riflessione in più si sarebbe
astenuto da partecipare alla realizzazione di quest o scherzo e, con
molta probabilità la stessa cosa avrebbe fatto Tonino.
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