venerdì 23 maggio 2014

RIGOLETTO - Racconto di Alberto Vincenti


di Alberto Vincenti

Nella contrada dello Scioa, dove sono nato e vissuto per tutta la mia adolescenza, ho dei ricordi di alcuni personaggi di cui ho cercato di mantenere viva nella mia mente le immagini e i ricordi. Uno di questi personaggi è RIGOLETTO.
Rigoletto aveva qualcosa in comune con il Rigoletto di Verdi: era uno che intratteneva la gente con le sue storie e per le “bombe” che tirava. Quando le sere d’estate si formava un capannello di gente fuori del Bar Bulleri in Piazza Bonaparte, potevi essere certo che al centro c’era Rigoletto che raccontava le sue avventure in terra d’Africa durante l’ultima guerra. 
“Una volta quando ero in Africa, mi capitò di addormentarmi su un tronco d’albero… faceva un caldo che neanche ve lo immaginate. Mi distesi su questo tronco all’ombra di un albero e mi ci addormentai. 
Io un lo so quanto avrò dormito, ma quando mi risvegliai mi accorsi che mi stavo muovendo. Li per lì un capivo… poi m’ accorsi che ero disteso su un coccodrillo… andava via con quelle zampine… allora scesi e ritornai a il campo. Vu vedessi com’era grosso… faceva paura…” e la gente se la faceva addosso dalle risate. “Un ci credete ?... ora ve ne racconto un’altra. Io, quand’ero in Africa, guidavo l’autobotte della benzina che era sempre vuota perché la benzina un ce la mandavano mai. Un giorno, mentre andavo per una di quelle strade polverose, vidi tre negri che camminavano a tentoni. Mi facevano pena… allora mi fermai e gli dissi: lo volete un passaggio ? Quelli tutti contenti mi dissero subito: “si si… passaggio, passaggio” Un sapevo dove metterli, anche perché i nostri un volevano che si dessero passaggi agli africani; allora li feci entrare dentro la cisterna dell’autobotte e gli dissi “state fermi li dentro e un vi fate sentire sennò vi fanno scendere subito.” 
“Ce li chiusi dentro e continuai il viaggio. Quando arrivai al campo ero stanco che un’ ne potevo più, allora mi distesi sulla branda e mi ci addormentai.” La gente che lo stava ad ascoltare gli chiese: “E i negri?” E lui “ seoh… la mattina quando mi svegliai mi venne i mente che erano ancora la dentro…andai a vedere, aprii la botola sopra il camion….” 
E la gente: “Erano tutti morti ! “ e lui “macché ! erano li che giocavano a carte tranquilli e beati….”
Questo era Rigoletto, autista dell’ autoambulanza dell’Ospedale di San Miniato, che quando andava a caricare le damigiane di vino, accendeva la sirena.



San Miniato, via P. Maioli - Sciòa
Foto di Francesco Fiumalbi


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