venerdì 2 maggio 2014

L'ORATORIO DI SAN GENESIO A SAN GENESIO

di Francesco Fiumalbi

Indice:

Percorrendo la Strada Statale n. 67, meglio conosciuta come via Tosco-Romagnola Est, grosso modo a metà strada fra i centri abitati di La Scala e Ponte a Elsa, in prossimità con l'intersezione di via Capocavallo, si incontra l'oratorio ottocentesco dedicato a San Genesio. Si tratta di una piccola costruzione in laterizio, adiacente al terreno dove, a partire dal 2000, è stata aperta l'area archeologica di San Genesio o Vico Wallari.

L'oratorio dedicato a San Genesio
San Miniato, Strada Statale n. 67, fra La Scala e Ponte a Elsa
Foto di Francesco Fiumalbi

Secondo la storiografia sanminiatese, l’oratorio fu eretto nel 1841 per volontà di Mons. Torello Pierazzi (San Miniato, 9 dicembre 1794 – 31 gennaio 1851), il quale dal 1834 fu il sedicesimo Vescovo della Diocesi di San Miniato.
La storiografia fa certamente riferimento all'epigrafe, collocata sulla facciata dell'edificio, e dettata da Pietro Bagnoli (canonico, poeta ed erudito sanminiatese), che avremo modo di analizzare più avanti. Guardando, invece, la mappa del Catasto Generale della Toscana, che per il Comune di San Miniato è datato al 1834, si nota già quella che sembra essere la sagoma dell'edificio [CGT, Comunità di San Miniato, Sezione E - “ROFIA, SOTTO LA SCALA E MEZZOPIANO”, Foglio n. 2].
Si pongono quindi alcuni interrogativi. Può darsi che l'operazione del Vescovo Pierazzi si fosse concretizzata nel “restaurare” o “ricostruire” un oratorio precedente, caduto in rovina. Oppure è altrettanto plausibile che quel rettangolo presente sulla carta (particella n. 350) non stesse ad indicare un edificio, ma soltanto un terreno. Secondo una terza ipotesi, ugualmente verosimile, non possiamo scartare il fatto che la carta catastale a disposizione non sia quella originale del 1834, ma che si tratti di una riedizione successiva, di anno imprecisato, e contenente gli aggiornamenti, fra cui l'edificio.

Catasto Generale della Toscana, Comunità di San Miniato
Sezione E - “ROFIA, SOTTO LA SCALA E MEZZOPIANO”, Foglio n. 2
Archivio di Stato di Pisa, Catasto Terreni – Mappe – San Miniato – 19
per gentile disponibilità

Una possibile soluzione ci viene offerta dalla Carta n. 670, redatta dai Capitani di Parte Guelfa fra il 1580 e il 1595, e che descrive il territorio del Popolo di S. Agnolo a mezo piano. Qui si osserva che lungo l’attuale Strada Statale (che all'epoca era chiamata Strada Pisana), esattamente nel punto dove sorge l’oratorio, era situata una cosiddetta “Maestà”. Si tratta verosimilmente di un tabernacolo, o comunque di una modesta costruzione, che ospitava un’immagine sacra. Non conosciamo il soggetto, ma si trattava probabilmente di una Madonna con Gesù bambino, seduta su un trono. Da un punto di vista iconografico, la Maestà è utilizzata per sottolineare la “regalità” del personaggio raffigurato. Infatti, nel Cristianesimo, fra i vari attributi assegnati a Gesù e a Maria, ci sono, rispettivamente, anche quelli di Re e di Regina.
Inoltre, almeno nel territorio sanminiatese, i tabernacoli oggi visibili sono di modesta dimensione, mentre spostandoci di alcuni chilometri, per esempio a Castelfiorentino, le edicole votive potevano raggiungere anche dimensioni considerevoli. Ne è un esempio il bellissimo Tabernacolo della Madonna della Tosse, dipinto da Benozzo Gozzoli, e i cui affreschi sono conservati presso il Museo Be-Go. Nell’esempio di Castelfiorentino, il “tabernacolo” e tutto l’apparato circostante, raggiungevano dimensioni paragonabili ad un piccolo oratorio.
Quindi, tornando a San Genesio, è verosimile che in quel punto esatto, almeno alla fine del ‘500, vi si trovasse già una costruzione, più o meno modesta, contenente un’immagine sacra. E che, per iniziativa del Vescovo Torello Pierazzi, venisse poi realizzato l’oratorio come lo conosciamo oggi.

Capitani di Parte Guelfa, Piante di Popoli e Strade
Carta n. 670 – Popolo di S. Agnolo a mezo piano
Originale conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze
Rielaborazione grafica, disegno di Francesco Fiumalbi

In ogni caso, lo scopo dichiarato della costruzione, era quello di rendere memoria all’antica Pieve di San Genesio, antichissimo luogo di culto, probabilmente il primo luogo “Cristiano” nel territorio sanminiatese. Infatti, dopo la distruzione del borgo operata l'ultimo giorno di giugno del 1248, la pieve subì una vera e propria operazione di smontaggio. Cioè divenne un’enorme cava di materiale da costruzione, già pronto per essere reimpiegato in altri edifici. E così, il luogo che un tempo ospitava il villaggio e la grande costruzione (addirittura 43 m di lunghezza!), tornò ad essere “campagna”, terreno coltivato. Le testimonianze materiali, apparentemente invisibili, rimasero custodite dalla terra fino ad anni recentissimi, fino all’apertura degli scavi archeologici, che stanno rivelando i segreti di uno dei centri più importanti della Toscana medievale.

Sulla facciata dell’oratorio, sopra la porta di ingresso, è collocata una epigrafe dettata da Pietro Bagnoli (canonico, poeta ed erudito sanminiatese). Nel testo, oltre alla “motivazione” della costruzione dell’oratorio, vengono ricordati gli episodi più significativi della storia plurisecolare della Pieve di San Genesio:
L’assise che vi si svolse nel 715 a proposito della controversia fra le diocesi di Siena ed Arezzo [VEDI ADDSM – 715, 5 luglio – San Genesio, 1° Documento]; il Concilio del 1074 che vide la partecipazione di San Pietro Igneo; l’assemblea convocata da Guelfo, Vicario di Federico I “Barbarossa”, a San Genesio nel 1160; l’assise promossa nel 1172 da Cristiano di Magonza, Cancelliere Imperiale; la formazione della “Lega di San Genesio” o “Prima Lega Guelfa di Toscana” sul finire del XII secolo; i numerosi privilegi concessi dai pontefici, con riferimento alle Bolle di Celestino III e di Innocenzo III nel 1195 e nel 1205; la distruzione del borgo operata dai sanminiatesi il 30 giugno 1248.
Di seguito la trascrizione del testo:

UBI SACELLUM HOC HISQUE IN AGRIS PAGUS OLIM INSIGNIS VICI VALLARIS NOMINE PRIUS / DEINDE A SANCTO GENESIO NONCUPATUS IN QUO MULTA GESTA NEGOTIA HISTORIA REFERT. NEMPE. / HIC ANNO DCCXV DELEGATI SUB LUITPRANDO LOGOBARDORUM REGE EPISCOPI CONTROVER- / SIAS DE TERRITORIO INTER SENENSEM ET ARETINAM DIOCESIM SENTENTIA DIREMERUNT. MLXXIV / CONCILIUM AUCTORE D. GREGORIO VII PRAESIDE S. PIETRO IGNEO COMPESCENDO CANONI- / CORUM LUCENSIUM IN EORUM EPISCOPUM SCHISMATEEST HABITUM. MCLX GUELFUS / PLURES E CIVITATIBUS ETRURIAE SIBI PER LEGATOS IN FIDEM ET AMICITIAM ADIUNXIT. MCLXXII HUC / FRIDERICUS IMPERATOR CONVOCATIS EX ETRURIA LEGATIS ARCHIEPISCOPUM MAGUNTI- / NUM ARCHICANCELLARIUM IMPERII MISIT QUI PISANOS INTER ET LUCENSE PACEM COMPONERET FERE / XII INFUNTE SAECULO HUC GUELFI ETRUSCI DE SUIS REBUS CONSULTUM CONVENERUNT. MULTA / GENESIANAE ECCLESIAE PRIVILEGIA ATQUE INSIGNIA SUMMI PONTIFICES CONCESSERUNT EAMQUE / TRIGINTA PAROECIARUM STATUERUNT PRINCIPEM. ALLA QUAE RECENSERI POSSENT SUNT PRAETERMISSA / TER MINIATENSES TENUERE COLONIAM TER RECESSERUNT SED ET TERTIO REBUS ET GENTIBUS SAN- / CTUM MINIATUM AD ARCEM ASPORTATIS EXCURSIONIBUS OBNOXIUM PAGUM DELERUNT ANNO MCCXLVIII. / PARVULAM HANC AEDEM LOCI MAIORIS ECCLESIAE AD SIGNUM IN AGRO POSITAM VETUSTATE CONFECTAM / A DIVINIS ABDICATAM TORELLUS PIERAZZI CIVIS ET EPISCOPUS MINIATENSIS / INSTAURANDAM CURAVIT ET TESTEM TANTARUM RERUM VETERISQUE DIGNITATIS SACRIS RESTITUIT / ANNO MDCCCXLI

L'epigrafe sulla facciata dell'oratorio di San Genesio
Foto di Francesco Fiumalbi

Da un punto di vista architettonico, l'oratorio si presenta come una piccola costruzione rettangolare in laterizio facciavista, con copertura a capanna. Non ci è dato sapere se originariamente le pareti esterne fossero intonacate o meno, o se siano il risultato di una stonacatura successiva, come accaduto a molti edifici sanminiatesi (la chiesa di San Rocco e il Palazzo Vescovile, solo per citarne un paio).
Le uniche aperture presenti, si affacciano sul lato principale, parallelo alla Strada Statale, inquadrato alle estremità da due semipilastri, anch'essi in laterizio. Al centro sta la porta di ingresso, collocata all'interno di una semplice cornice in pietra, ed è affiancata ai lati da due finestrelle rettangolari, chiuse da una grata a maglia inclinata a 45°. Sopra la porta è posizionata l'epigrafe, a sua volta sormontata dall'oculo. Quest'ultima apertura, circolare, è chiusa da un vetro decorato con la presenza di due elementi: la spada e la palma. Il primo è lo strumento con il quale fu decapitato San Genesio, mentre il secondo è il simbolo del martirio.
Sul prospetto tergale si innalza il piccolo campanile a vela, realizzato anch'esso in laterizio, che ospita una piccola campana.

L'oratorio di San Genesio, facciata
Foto di Francesco Fiumalbi

L'interno è costituito da un unico piccolo ambiente rettangolare, terminato sulla parete di fondo dall'altare in pietra, realizzato ex-novo in epoca recente. E' costituito da un piccolo basamento in muratura, da cui si elevano due piccole colonne atte a sostenere la mensa d'altare. Al di sopra è collocata una piccola mensola, funzionale alle necessità liturgiche, e utile per sostenere un'eventuale pala d'altare o un'altra opera d'arte sacra, che però non è presente.
Al centro del pavimento, realizzato in cotto, si trova la lastra tombale di Enrichetta Marcol di Nancy di Lorena, morta nel 1857, all'età di 76 anni. La nobildonna era la moglie di Stefano Alli-Maccarani nobile sanminiatese, e madre di Silvio, Maurizio e Francesco Maria Alli Maccarani. Quest'ultimo fu Vicario del Vescovo Pierazzi e divenne egli stesso Vescovo di San Miniato, dal 1854 al 1863. Quindi, al momento della morte di Enrichetta Marcol di Nancy, il Vescovo di San Miniato era proprio il figlio Francesco Maria. Di seguito il testo dell'epigrafe funeraria:

α ω
HIC QUIESCIT IN PACE
HENRICHETTA DE_MARCOL NANCEY IN LOTHARINGIA
MARCHIONI IOSEPHO STEPH:ALLI_MACCARANI NUPTA
GENERE PRUDENTIA MORIBUS
SOLERTI ERGA FILIOS DISCIPLINA
PRAECLARA
NULLI SUARUM ERUDICTIONE SECUNDA
VIXIT ANNO LXXVI MENSES III DIES XVII
OBIIT S. MINIATE VII IDUS FEBRUARIAS
ANN:SAL: MDCCCLVII
FRANCISCUS M. EPISCOPUS MINIATENSIS
SYLVIUS ET MAURITIUS MARCHIONES EQUITES
MATRI SUAE AMATISSIMAE
MERITO LACRYMANTES POSUERE

L'oratorio di San Genesio, retro
Foto di Francesco Fiumalbi

L'oratorio di San Genesio, il campanilino a vela
Foto di Francesco Fiumalbi

L'oratorio di San Genesio, l'oculo
Foto di Francesco Fiumalbi


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