Via San Gregorio, a
Napoli, è famosissima per essere la strada con le botteghe degli
artigiani del presepe. Qui si affacciano le straordinarie statuette
che andranno ad arricchire i fantastici paesaggi attorno alle
mangiatoie di tutto il mondo. Raffigurano personaggi che spesso sono
tratti dalla vita quotidiana, dalla scena politica, dal mondo dello
spettacolo, dalla storia e, è il caso di dirlo, chi più ne ha più
ne metta.
Seppur in piccolo, è
possibile ammirare qualcosa di simile anche a San Miniato,
all'interno della vetrina dove un tempo si apriva la Mesticheria
Gozzini, in via IV Novembre. Qui è stato allestito il presepe
dell'Associazione Commercianti “Centro Storico”, che, ad una
prima occhiata, potrebbe sembrare normalissimo. A parte la Sacra
Famiglia, collocata all'interno di una cavità arcuata con su scritto
“San Miniato”, emergono due piccole figure, esattamente davanti
la mangiatoia, che destano sicuramente curiosità.
Il Presepe dell'Ass.
Commercianti “Centro Storico”
Sono due uomini
“speciali”. Il primo è un sindaco, lo si riconosce dalla “fascia
tricolore”; il secondo è un sacerdote, con il tipico abito talare
di colore nero. Le congetture che ad un normale spettatore potrebbero
venire alla mente sono molte, ma nessuna riuscirebbe a spiegare
quello che si para davanti agli occhi. In tutta sincerità anch'io
non sarei stato in grado di capire il significato della composizione
se, vicino a me, non ci fosse stato l'amico Giuseppe Chelli.
Le due statuine non
rappresentano due persone a caso. Sono rispettivamente Concilio
Salvadori, già Sindaco di San Miniato (1945-46, 1951-54 e 1956-58)
ed Enrico Giannoni, Canonico, con la sua proverbiale mazza a
tracolla, conosciuto anche con il soprannome di “Seccavigne” (non
è chiara l'origine del soprannome, forse dovuta all'esile
corporatura del sacerdote, simile alla dimensione di un tralcio di
vite secco, oppure era uno di quei nomignoli che si ereditavano di
padre in figlio. Chissà...). Queste due persone, nel 1954, si resero
protagoniste di un duro scontro verbale riguardo l'epigrafe da
collocare sulla facciata del Municipio, in ricordo delle Vittime del
Duomo.
Il Presepe dell'Ass.
Commercianti “Centro Storico”
La
storia è nota a tutti: una cannonata americana penetrò all'interno
della Cattedrale e, per pura fatalità, provocò la morte di oltre 50
persone; la responsabilità del drammatico episodio fu attribuita
all'esercito tedesco, e soltanto da pochi anni è stata accertata la
verità storica. Il Canonico Giannoni, fin da subito, si espresse
contrariamente rispetto ai risultati della Commissione d'Inchiesta;
essendo uno dei testimoni oculari del cannoneggiamento americano, non
smise mai di cercare la verità su quella tragica mattina e nel suo
alloggio aveva ricostruito una sorta di “plastico” della
situazione bellica al momento della strage. Dall'altra parte il
Sindaco Concilio Salvadori, antifascista della prima ora, che aveva
raccolto il testimone da Emilio Baglioni, primo Sindaco e Presidente
della Commissione d'Inchiesta. Egli si adoperò perché venisse
coltivata la memoria di quella che all'epoca era considerata la
“verità”, e durante il suo secondo mandato fu collocata la
“prima” lapide, quella che parla inequivocabilmente di “gelido
eccidio perpetrato dai tedeschi”.
E' bene ricordarlo, in quegli anni la scena politica sanminiatese era
fortemente influenzata dalla vicenda del Duomo e il dibattito era
davvero fortissimo, con la pesante ferita che era ancora lontana
dall'essere risarcita. L'alterco fra il Canonico Giannoni e il
Sindaco Salvadori fu di quelli memorabili (e trovò anche ampio
risalto sulle colonne del quotidiano Il Mattino), anche perché
rinfocolò non solo il dibattito sulla strage, ma anche lo scontro
politico, che vedeva il Partito Comunista contrapposto alla
Democrazia Cristiana.
Prendo
a prestito le parole di Giuseppe Chelli: “A
quel tempo il Canonico Giannoni perse la battaglia perché il Sindaco
Salvadori fece mettere la lapide, ma alla fine ha vinto la guerra
perché aveva ragione lui: la colpa era degli Americani”.
Adesso
viene da chiedersi: come mai davanti la mangiatoia sono stati
collocati proprio il Sindaco Salvadori, con le mani alzate in segno
di resa, e il Canonico Giannoni, con la sua mazza a tracolla in segno
di soddisfazione?
Il Presepe dell'Ass.
Commercianti “Centro Storico”
Particolare del Sindaco
e del Canonico
Per
i Cristiani il Natale significa celebrare la venuta del il Figlio di
Dio, che si è fatto Uomo, il quale ama il suo popolo, ed è venuto
per salvarlo dal peccato e condurlo alla vita eterna. “Io
sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre, se non per
mezzo di me" (Gv
14,6).
Insomma,
lo scontro fra il Sindaco e il Canonico diventa l'allegoria del
combattimento interiore dell'uomo, del credere o non credere, del
cercare le risposte ai tanti interrogativi esistenziali. Non a caso
si trovano davanti la mangiatoia, dove Gesù Bambino prenderà posto.
Egli è la Verità, anche quella che i due protagonisti della scena
hanno cercato per molti anni, scontrandosi duramente. E soprattutto
una Verità che è anche un forte messaggio di Pace, perché alla
Verità, quando acclarata, non resta che inchinarsi.
“Conoscerete
la verità e la
verità vi farà liberi"
(Gv 8,32).
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