26 - RUBRICA
n. 883 - Come si
fece ordine sopra lo Monte, e tornossi gl'interessi del Monte a per 100 l'anno. [anno 1380]
Era dilatata la forma del muovere gl'ordinamenti del Comune, non tanto
fussero gravi e penali; e questo si vide per li giudici che fanno, e disfanno
ogni cosa. Era pena la testa per qualunque parlasse, o proponesse, o mettesse
partito di muovere lo 'nteresso, o lo capitale del Monte, nel quale v'erano su
danari dal tempo del Duca di Calavria 1327 a ragione di fiorini 5 per 100
Tanno, e fatto legge che pena la testa, chi desse, o pigliasse più che 5 per
100 l'anno. Poi alla guerra de' Pisani, l'anno 1362, non si trovava chi volesse
prestare a 5 per centinaio, e più chi era sforzato si gravava della ingiuria
forte; di che, non possendosi prestare più che a 5 per 100, fu domandato ser
Piero di ser Grifo, uomo molto saputo in tali cose e notaio delle Riformagioni,
se vedesse niuno modo, onde si desse più di 5 per 100. Egli rispose che il modo
è, chi prestasse 100 fiorini, gliene fosse scritto' 300 di Monte, e cosi di 100
avea fiorini 15 per 100, e così si fece, e chiamossi lo Monte dell'uno tre. Poi
si fece la guerra di Sanmignato, ove assai denari si spese e tennesi quello
modo; ma chi prestava 100, gli era scritto 200, e chiamossi lo Monte delll'uno
due. Di che questa era incomportabile soma, sì per le spese dei soldati e per
gl'interessi del Comune del detto Monte; e così il Comune non potea soddisfare
alle spese ed alli soldati ed al Monte; e non potendosi del Monte, perchè era
penale, muovere, come è detto di sopra, li giudici guastavano, e muoveano ogni
cosa; e perchè era nello detto ordine che fusse cosi penale, ed eglino
trovarono modo, che con 25 fave, cioè le due parti de' Priori e Collegi,
bastasse a sospendere la detta legge penale; di che in uno mese si potesse
parlare ed ordinare, e fare legge sopra lo Monte: e ciò fu vinto a' dì 7 di
dicembre; e poi a' dì 12 fu riformato e vinto che d'ogni Monte si desse 5 per
100, e che 100 si recasse per chi 100 avea pagato, 10 e levassesi l'un due e
l'un tre. E di questo si mancò il Comune di spesa l'anno circa 60 000 fiorini
d'interesso: di che il Comune ebbe quello più di rendita e quello meno di
spesa. Molto se ne mormorò, perocchè molti avieno venduti i loro poderi e le
case, e chi disfatto bottega per lo interesso di 15 o di 10 per 100, e chi gli
avea comperati dalli' pagatori, e pagato per loro, che gli venieno 25 per 100,
e chi più e chi meno. Ed era questa cosa sì multiplicata, che circa 5000
persone v'aveano su loro danari; e non credo, che già 100 anni, niuna così gran
cosa si facesse colle fave, come questa: perocchè la somma era grande de'
denari e la quantità degli uomini e donne era grande.
Niccolò Rodolico (a
cura di), Cronaca Fiorentina di
Marchionne di Coppo Stefani, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XXX, Città
di Castello, 1903, pp. 384-385.
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