Assieme al complesso
monumentale di Piazza dei Miracoli, la chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno è
considerato uno dei massimi esempi del cosiddetto romanico pisano. La chiesa, con annesso convento, è situata nel
cosiddetto Quartiere di Sant'Antonio,
a poca distanza da Porta a Mare e
vicina alla sponda, o "ripa", sinistra del fiume Arno. Sul retro si
trova la Cappella di Sant'Agata.
Foto di
Francesco Fiumalbi
LA STORIA
Non è conosciuta con
precisione la data di fondazione della chiesa e dell'annesso cenobio benedettino;
stando a diverse tradizioni, sarebbe avvenuta fra il IX e il X secolo, anche se
il primo documento che la attesta è datato 1032.
A partire dal 1092 vi
presero dimora i monaci benedettini Vallombrosani che vi rimasero per poco più
di tre secoli. Nei primi decenni del XII secolo la chiesa fu notevolmente
ampliata, fu aggiunto il transetto e riconsacrata nel 1149, come ricordato da
una epigrafe collocata sul retro dell'altare maggiore. Di poco posteriore la
formazione della facciata, datata fra 1148 e 1165. Secondo la tradizione,
durante la costruzione della Cattedrale, la chiesa di San Paolo ospitò le
principali funzioni religiose e civiche, tanto da essere chiamata "Duomo
Vecchio".
Nel 1409 sia la
chiesa, che l'annesso cenobio vallombrosano, costituì beneficio dato in
commenda ad alti prelati, il primo dei quali fu il Cardinale Landolfo di
Marramauro. Nel 1552 il complesso monastico fu affidato alla tutela dei Grifoni
(famiglia di origine sanminiatese), prima di passare nel 1565 al neocostituito Ordine di Santo Stefano,
sempre sotto il patronato dei Grifoni, fino al 1798 quando divenne chiesa parrocchiale. Nei secoli XVI e XVII l'edificio
fu oggetto di numerosi restauri, fino all'intervento di Pietro Bellini, che nel
1853 tentò di riportare il complesso monumentale alle presunte forme
originarie, cancellando di fatto sei secoli di storia. Durante la Seconda
Guerra Mondiale la chiesa e il cenobio subirono diversi bombardamenti, che
provocarono ingenti danni. Il monastero e il campanile, così come gran parte
dell'interno, andarono distrutti. Fra il 1949 e il 1952 la chiesa fu
interessata da consistenti lavori di ripristino, anche se il campanile e gran
parte degli ambienti conventuali non furono ricostruiti.
Recentemente la
situazione strutturale dell'edificio appare critica e per questo motivo la
chiesa al momento è chiusa al pubblico in attesa dei necessari interventi di
consolidamento (vedi articolo de IL TIRRENO, 22 luglio 2012).
BIBLIGRAFIA DI RIFERIMENTO
Paliaga F. e Renzoni S., Chiese
di Pisa. Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, vol. 1, ETS, Pisa,
1991, pp. 19-21.
Foto di
Francesco Fiumalbi
ARCHITETTURA
La chiesa di San Paolo
a Ripa d'Arno presenta un impianto planimetrico dalla forma a "T",
costituita dall'unione del transetto con il corpo basilicale a tre navate. Ciascuna
navata è costituita da sei campate, per cinque colonne, sormontate da capitelli
corinzi romanici (fra questi si segnala il secondo di sinistra, connotato dalle
figure in altorilievo di San Pietro e San Paolo). Dietro l'altar maggiore si
apre l'abside, la cui volumetria contraddistingue il fronte tergale
dell'edificio che si affaccia sulla vicina Cappella di Sant'Agata. Attualmente l'interno è spoglio,
ma, prima dei restauri ottocenteschi, ospitava diversi altari laterali e
numerose tombe terragne. All'intersezione del transetto con il corpo basilicale
si eleva la cupola a sesto rialzato.
La parte sicuramente
più rilevante della costruzione è la facciata, realizzata alla metà del XII
secolo, rifacendosi formalmente alla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Mutuati
dal Duomo, gli elementi caratteristici sono le teorie di logge, disposte su
quattro livelli: quella della parte basamentaria è cieca, in sovrapposizione al
tema delle fasce bicrome, chiare e scure, con questa orchestrazione che si
ripete sul fronte laterale sinistro; il secondo ordine è costituito da 13
campate pensili, con altezza pari ad un dodicesimo del totale; il terzo ordine
di campate ne ha 7 ed ha la medesima elevazione del precedente; il quarto, presenta
ancora 7 campate, ma con andamento digradante dal centro verso i lati. Gli
elementi verticali sono costituiti nella parte basamentaria da paraste, dotate
di piccolo basamento, e con capitello mutuato dalle forme corinzie. Gli archi
che raccordano le paraste e quelli che sovrastano i portali, contengono losanghe,
intarsi ed elementi decorativi circolari. Gli altri ordini sono costituiti da
colonne di varia natura, forse risultato di operazioni di spoliazione, con
capitello ancora corinzio, sormontato da figure antropomorfe.
Foto di
Francesco Fiumalbi
L'ideatore del
prospetto principale è riuscito ad esprimere una raffinata capacità
compositiva, denotando la conoscenza di rapporti geometrici desunti dalla trigonometria e dalla celebre successione di Fibonacci. Per farlo ha potuto utilizzare
strumenti semplicissimi: una riga, un compasso e una matita. Vediamo come.
La facciata è
inscrivibile all'interno di un rettangolo, i cui lati sono in rapporto fra loro
di circa 0,866. Non è un numero casuale, infatti, un triangolo equilatero di
lato unitario, cioè che misura 1, ha l'altezza che misura esattamente 0,866
(che corrisponde al coseno di 60° o π/3). Quindi per tracciare il rettangolo di
partenza, basta disegnare un triangolo equilatero in posizione verticale, dove
il lato coinciderà con la misura dell'altezza del rettangolo e l'altezza del
triangolo coinciderà con la base del rettangolo.
Schema
compositivo della facciata
Disegno di
Francesco Fiumalbi
Stabilito il rettangolo,
per determinare quelli che saranno gli assi orizzontali della facciata, si fa
uso di una delle infinite terne della successione di Fibonacci: 2, 3 e 5. Per
farlo, basta suddividere l'altezza in dieci parti uguali, e poi partendo dal
basso verso l'alto, prenderne 5, 3 e 2.
A questo punto la
parte basamentaria (5 unità) è trattata diversamente rispetto alla parte
superiore (3+2 unità). Il rettangolo di partenza che abbiamo tracciato all'inizio
ha anche un'altra particolarità. Puntando il compasso alle estremità della
linea orizzontale mediana, si determinano due semicirconferenze, con raggio
pari alla metà dell'altezza del rettangolo. Le due semicirconferenze
intersecano la mediana orizzontale in due punti; il segmento che li unisce ha
una misura che si avvicina molto ad un quinto del totale orizzontale. In questo
modo è possibile suddividere la parte basamentaria in rettangoli uguali. La
parte superiore invece sarà suddivisa in tre parti, simmetricamente, con la
porzione centrale della larghezza pari a 4 volte il modulo ottenuto dalla
successione di Fibonacci.
Per determinare la
pendenza degli spioventi, che formano la cuspide della facciata, occorre unire
il punto medio della linea orizzontale superiore con le estremità della seconda
linea orizzontale. Analogamente, gli spioventi laterali sono determinati unendo
il punto medio della seconda linea orizzontale con le estremità della mediana
orizzontale.
In conclusione, la
composizione della facciata è espressa attraverso una complessa orchestrazione
di elementi, disposti secondo precisi rapporti geometrico-matematici.
Foto di
Francesco Fiumalbi
SCULTURA E DECORAZIONE
Il portale principale - Uno degli aspetti maggiormente curati sono i tre ingressi
della facciata. Quello al centro è il principale ed è delimitato da una
struttura trilitica caratterizzata da due piedritti laterali, dotati di
basamento, e da un architrave finemente scolpito con motivi geometrici
circolari, una sorta di "catena". Questo elemento è sovrastato da due
ordini di cornici, la prima con motivi floreali circolari concatenati, la
seconda costituita da foglie di acanto. Al di sopra un arco, leggermente
oblungo, quasi a ferro di cavallo, poggiante su due pilastri, e rifinito con
motivi floreali. Il tutto è sormontato da un ulteriore arco, a tutto sesto,
caratterizzato da conci bicromi Quest'ultimo si appoggia alle due paraste che
inquadrano il portale, e che presentano una terminazione a capitello corinzio
sovrastate da altrettante figure leonine. Fra i due archi, un piccolo rosone
circolare, costituito da motivi geometrici in negativo. Al di sopra di tutta la
composizione, due figure in bassorilievo, identificate con la Madonna (questa
ipotesi è un po' dubbia, potrebbero raffigurare due sante non identificate).
Portale
principale
Foto di Francesco
Fiumalbi
Cornice del
portale principale
Foto di
Francesco Fiumalbi
Leone su
capitello del portale principale
Foto di
Francesco Fiumalbi
Bassorilievo
(Madonna?)
Foto di
Francesco Fiumalbi
Bassorilievo
(Madonna?)
Foto di
Francesco Fiumalbi
Il portale sinistro. Come quello principale, il portale laterale sinistro è
inquadrato da un ordine trabeato, costituito da due pilastri con capitello
corinzio (su quello di destra, tra le foglie di acanto compare la testa di un
leone). L'architrave è caratterizzato da intarsi marmorei, fra cui spiccano le
due croci patenti ad otto punte; al di sopra una cornice finemente modellata
con motivi floreali. Un arco a tutto sesto con conci bicromi chiude la
composizione che si arricchisce di una losanga.
Portale
sinistro
Foto di
Francesco Fiumalbi
Il portale destro. Più semplificate le forme che contraddistinguono il portale
destro, inquadrato da una struttura trilitica, composta da due pilastri
laterali che sorreggono un massiccio architrave, sulla cui superficie si
possono leggere graffiti, forse di epoca altomedievale, raffiguranti un
complesso intreccio amorfo di linee che al centro si dispongono a formare la
figura di una stella. Il tutto è sormontato da un arco modanato, leggermente
arcuato, che contiene una losanga bicroma con al centro un motivo floreale.
Portale
destro
Foto di
Francesco Fiumalbi
Portale
destro, particolare dell'incisione
Foto di
Francesco Fiumalbi
Il portale del transetto. Nella fianco laterale sinistro, sulla parete del
transetto che si affaccia lungo via San Paolo, si apre un quarto portale. E'
incorniciato da due pilastri, con capitello corinzio, che sostengono un
architrave che presenta una cornice con ovuli ed elementi floreali, forse di
origine classica. Al di sopra si apre un arco a conci bicromi, bianco e
marrone, al cui interno è collocato un intarsio policromo, con disegno
geometrico, che richiama nelle forme e nei colori alcuni esempi che si possono
ammirare nel paramento della Cattedrale. Più in alto è collocato un
bassorilievo datato all'epoca tardo romana (anche se sembra più recente).
Portale laterale
del transetto
Foto di
Francesco Fiumalbi
Portale laterale
del transetto, particolare
Foto di
Francesco Fiumalbi
Cornici. Nella chiesa di San Paolo a Ripa, specialmente nella facciata, alle
cornici è riservata una cura particolare, e riprendono formalmente quelle della
Cattedrale. La cornice più lavorata è quella che separa la parte basamentaria
dalle logge pensili, contraddistinta da intrecci di motivi floreali, popolati
da vari animali, fra cui spicca il leone situato esattamente al di sopra del
portale principale. Anche alle estremità laterali sono collocati elementi di straordinario
interesse, come quello che sembra un lupo nell'atto di cacciare una lepre (forse un'allusione alla Pasqua? Si veda Sant'Ambrogio),
mentre dall'altro lato un uomo tiene un leone con una catena (un'allusione alle persecuzioni dei primi cristiani?). Attualmente non
sembra possibile stabilire il significato di tali elementi.
Le cornici superiori,
meno elaborate stilisticamente, presentano tutte una fascia inferiore a
dentelli, che sostengono idealmente le altre, variamente plasmate.
Leone nella
cornice del primo livello
Foto di
Francesco Fiumalbi
Lupo che caccia
una lepre cornice del primo livello
Foto di
Francesco Fiumalbi
Uomo che
tiene un leone incatenato
Foto di
Francesco Fiumalbi
Lo stemma. Sullo spigolo del transetto, lungo via San Paolo, è collocato
uno stemma marmoreo, raffigurante un animale con il corpo di leone, le ali del
drago e la testa d'aquila. Si tratta di un "grifone", ed è l'emblema
della famiglia Grifoni, di origine sanminiatese, che deteneva il patronato
della chiesa nel XVII secolo. Da notare la croce nella parte alta dello stemma,
ovvero la Croce di Santo Stefano, emblema dell'omonimo Ordine, di cui i Grifoni
fecero parte fin dalla sua costituzione.
Stemma
Grifoni
Foto di
Francesco Fiumalbi
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