21 - RUBRICA
n. 715 - Come la
compagnia di messer Giovanni Aguto venne a Fircnzc, e fece grandi danni, e
mandossi ambasciadori al Papa, e fece fare la lega con lui. [anno 1369]
Stando in questo tremore e sbigottimento i Fiorentini per la detta
sconfitta narrata qui addietro lo secondo capitolo passato, si pensavano per
certo essere diserti, e gran paura aveano dello loro stato e libertà; e a
quelli che contradiceano la lega della Chiesa, ciò era la setta degli Albizi, e
tutto dì era loro rimproverato che per non volere conoscere gl'inganni di
messer Bernabò, che sempre avea ingannato i Fiorentini, li Fiorentini erano per
perdere la loro libertà. Di che convenne alla setta de' Ricci assentire alla
lega, e così fu; perocchè creati furono ambasciadori, e andarono a fare la lega
col Papa, ed ebbesi con grandissimi disavvantaggi, più che non si arebbono
avuti, infra' quali ambasciadori fu il capo della setta de' Ricci, il quale fu
Uguccione di Ricciardo de' Ricci, e così ebbe papa Urbano V la lega, che non
era per averla a quelli tempi. La compagnia di messer Giovanni Aguto veggendori
questa vittoria così grande, si dice, non volle andare a soccorrere Sanmignato,
e lo non vi andare furono dette più cagioni: chi disse, perchè lo foraggio non
vi era; chi disse non fu chi darli danari; chi disse per lo tempo tempestoso dell'acqua
ed i mali cammini e terreni di Sanmignato. Ma vennorsene a Peretola presso a
Firenze a due miglia; dissesi v'andò con isperanza che a Firenze fosse novità,
e mutasse stato, e venisse alle mani di messer Bemabò; e pare si creda, che se
fosse stata gente d'uno signore naturale, come di così crudele tiranno, come è
messer Bemabò, correa gran rischio di mutare stato; ma niuno era vago della
signoria sua. E venne a Firenze, cioè a Peretola, a' dì.... di dicembre 1369.
Niccolò Rodolico (a
cura di), Cronaca Fiorentina di
Marchionne di Coppo Stefani, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XXX, Città
di Castello, 1903, pp. 271-272.
Nessun commento:
Posta un commento