Idillio
tratto da "POESIE VARIE" di
Pietro Bagnoli, Can. Samminiatese, Prof. di Lettere Greche e Latine nella R.
Università di Pisa, Antonio Canesi, Tomo II, Samminiato, 1834: GLI ULTIMI SEI MESI DELL'ANNO - Idilli, pp.
181-183.
Foto di Giuseppe Chelli
IL PRIMO
DI
DICEMBRE
I.
Già sulla
via, per cui s'incalza e preme
Giorno con
giorno, e mai non si raggiunge,
Colà siam
giunti, ove si tocca insieme
Più presso a
sé, quel eh'è da sé più lunghe,
E in sé
rivolto, le sue parti estreme
Alle sue
prima il pieno Anno congiunge,
Simile ad
angue, che con larga spira,
Per mordersi
la coda, in sé s'aggira.
II.
Tal
s'inanella rivolgendo l'Anno
Al primier
che verrà l'ultimo mese.
L'operose
donzelle or che faranno,
Ad
alcun'opra ogni di primo intese?
Da farsi è
la maggior. Da lor saranno
D'ogni bene
al Dator le grazie rese
D'esser con
sana e salva vita e lieta
Del cammino
annual giunte alla meta.
III.
Schierarsi a
coppia a coppia in lieto moto,
D'abito
oneste, in sé raccolto il guardo;
Recando
offerte, come va devoto
Duplice
stuol seguace allo stendardo.
Sorge da
ogni altra abitazion remoto,
Che solo a
sé richiama ogni riguardo,
Un picciol
tempio in un romito colle,
Che da gli
altri si parte, e più s'estolle.
IV.
Il mostran
da lontan vecchi cipressi,
Che divisi
gli sorgon d'ambo i lati,
E muovon
riverenza in chi s'appressi,
Quai segni a
porsi in sacro loco usati,
Ed imagin
devota hanno in se stessi,
Con
appuntate cime al Ciel levati.
Giunte alla
sacra porta, i nuovi loro
Lauri sostituiro
al vecchio alloro.
V.
Entràr nel
tempio, e furo i doni offerti
Di fronde e
fior sottratti al tristo inverno.
Oggi vengono
a fine i vecchi serti,
Tutto oggi
si rinfiora il tempio interno,
Segno dei
nuovi dì che siano aperti.
Oggi rendean
le grazie in coro alterno.
Sia lode a
Te, che reggi l'anno e doni
Il frutto ai
mesi, Autor delle stagioni.
VI.
Tu l'Anno
schiudi a Lui, che sulla porta
Stando del
tempo, da due facce vede,
E col
passato all'avvenir conforta
Chi nel
corso vital rivolge il piede.
Per te bella
pietà non è mai morta,
Ed i cuori
agli estinti serban fede.
Risvegli Tu
la prima mammoletta,
Nunzia
gentil della stagion diletta.
VII.
Spunta per
Te la verginella rosa
A rallegrar
le Ninfe ed i pastori,
Di Colombe
sen va coppia vezzosa
Nei prati a
esercitar li fidi amori.
Spica
novella il crin cinge alla sposa,
Sguazzan le
Ninfe nei salubri umori,
E succede al
tepor della pura onda
Il caldo
animator che il suol feconda.
VIII.
Di bei
grappol si fa pingue la vigna,
Mescon Ninfe
a garzon caccia giuliva,
Sopra ogni
frutto che nei campi alligna
Vien
salutata alfin la casta oliva.
Tutto sei
Tu, Mente immortal benigna,
che doni al
Mondo onde si pasca e viva.
Deh! Fa' Tu
ancor che dagli estremi giorni
l'Anno, che
lieto và, lieto ritorni.
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