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[anno 1317] Dopo la caduta di Uguccione, Pisa e le città toscane
della Lega Guelfa sottoscrivono la Pace di Napoli, promossa da
Roberto d'Angiò. Alla pace prende parte anche San Miniato, a cui
vengono riassegnati i castelli detenuti dai pisani. Sono stabilite
anche altre condizioni relative ai fuoriusciti e ai prigionieri.
[…]
Re
Ruberto notificò a Siena come avea fatto la pace tra Fiorentini e
Luchesi e fe' fare
la pace ancora i Pisani da una parte e li Fiorentini, Sanesi e
Pistoiesi e Pratesi e Saminiato e tutti li altri de la lega di parte
guelfa di Toscana, con tutto che i guelfi la facessero mal
volentieri, dando biasimo a' re Ruberto di viltà d'animo, e
concruseno molte convenence e patti, e prima:
I
Pisani dieno 5 galee armate in mare, o la valuta d'esse, a' re
Ruberto quando facesse generale armata, e facessero i Pisani una
capella e spedale per l'anima de' morti de la sconfitta di
Montecatini a perpetua memoria, e anco di questo il re ne fu ripreso
; ma lo re la fe' fare a gran providenza.
Fiorentini
ebero questi patti: sieno liberi e franchi d'ogni cabella e passagio
in Pisa e nel contado, e così i Pisani sieno franchi di cabella in
Firenze e nel contado; e i prigioni Fiorentini tornino e sieno
lassati da' Pisani; e così tornaro poi in Firenze a dì 19 di magio,
furo circa 28 cittadini de' grandi nobili e popolari e molta altra
gente minuta di Firenze, e molta altra del contado ; e così i
Fiorentini lassino tutti i prigioni Pisani ; e così lassoro e
tornaro a Pisa.
E
che i Fiorentini e Pisani debino rimettare tutti i loro usciti a
volontà de' re Ruberto. Lucha, ebe questi patti: i loro usciti
guelfi debino tornare in Lucha, ecetto che i principali guelfi stieno
fuore di Lucha 4 anni e abino il ritorno e la stanza in Fucechio e
non debano pagare datio né presta in detto tenpo, e in capo di 4
anni debino tornare in Lucha e rendare Fucechio a' Luchesi. E tutti
gli altri guelfi usciti di Lucha e del contado stieno fuore di Lucha
due anni, e Castruccio e gli altri ghibellini di Lucha debino
nominare quanti sieno i detti usciti guelfi, che sonno più di 4 mila
omini.
Credesi
che i detti guelfi non tornarano in Lucha mai, se altra fortuna non
è.
Saminiato
deba rilassare tutti i prigioni che avessero de' Pisani, e così li
Pisani deno rilassare quelli di Saminiato, che gli usciti ghibellini
e bianchi di Saminiato debino ritornare in Saminiato, e così
ritornati non possino avere boce ne la terra di chiamare podestà o
capitano. E il comuno di Saminiato sieno tenuti e debino chiamare
podestà e capitano di Pisa e che debino riavere tutte le castella
che i Pisani tengono di loro.
[…]
Cronaca
Senese attribuita ad Agnolo di Tura del Grasso detta la Cronaca
Maggiore,
in Lisini Alessandro e Iacometti Fabio (a cura di), Cronache
Senesi,
in Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XV, parte VI-A, Nicola
Zanichelli, Bologna, 1939, p. 366.
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