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[anno 1312] I fiorentini, assaliti dalle truppe dell'Imperatore
Enrico VII, ottengono l'aiuto di molte città. I sanminiatesi inviano
un piccolo contingente e assalgono i pisani accorsi a sostegno delle
truppe imperiali.
[…]
Lo
'nperadore co' la magior parte di sua gente venne a canpo a Firenze,
a dì 19 di settenbre,
ardendo ciò che poteano; e pose suo canpo a l'abadia a San Salvi con
circa 1000 cavalieri, e l'altra sua gente era rimasta i' Valdarno,
che veniano; e parte di sua gente era rimasa a Todi, e' quali
venendone poi per lo contado di Perugia furono assaliti da' Perugini,
unde furo rotti i Perugini con grande danno di loro. E così lo
'nperadore e sua gente faceano grande danno d'ardere e d'altri mali,
ed era credentia di molti, [che] se lo 'nperadore con sua giente
fusse venuto di subito a le porti di Firenze l'arebe presa; perchè
erano assai Fiorentini ne la città, che per loro sbigottimento si
voleano rendere a lo 'nperadore prima che venisse a le mura. Ma li
valenti animosi Sanesi, ch'erano tratti a loro aiuto, senpre oviorno
che non s'arendessero; e così li Fiorentini presero animo per lo
rispetto che lo 'nperadore non venne subito a le porti. E per questo
i Fiorentini e'l popolo loro s'armoro a suon di canpana co' gonfaloni
de le conpagnie. El vescovo di Firenze co' cavalli de' cherici s'armò
e trasse a la piaza de' priori cogli altri armati, e così ordinoro
le difese a le mura e a' fossi, facendo stechati e altre bertesche,
con guardie di dì e di notte, e così continuo stavano in grande
paura due dì, intanto che i loro cavalieri tornaro dall'Ancisa per
diverse vie per le valli di Robbiano e da Santa Maria Inpruneta a
Montebuoni; chi pochi e chi assai, di notte tenpo entraro in Firenze:
unde la città s'asicurò.
Unde
poi i Luchesi mandaro gente' a Firenze i' loro aiuto, e così Pistoia
e Prato e' Volterani e Colle di Valdelsa e Sangimignano e Saminiato;
e' Bolognesi vi mandoro 300 cavalieri e m pedoni, e di Romagna e di
Ravenna e di Faenza e Cesena e altre tere guelfe; e da Gobio e da
Città di Castello e da Perugia non vi mandaro gente, perchè aveano
guera co' Todini e Spuletani. E così mandò i sopra detti [in] aiuto
a Firenze, sicondo la loro possibilità, di genti a pie e a cavallo,
in modo che in 8 dì si trovò in Firenze circa 3000 omini a cavallo
e grande numero di gente a pie.
Pisani
mandaro gran gente a pie e a cavallo in aiuto de lo 'nperadore, e
passando furo assaliti da quelli di Saminiato a' loro passi, donde ne
furo presi assai de' Pisani e alquanti morti da quelli di Saminiato.
[…]
Cronaca
Senese attribuita ad Agnolo di Tura del Grasso detta la Cronaca
Maggiore,
in Lisini Alessandro e Iacometti Fabio (a cura di), Cronache
Senesi,
in Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XV, parte VI-A, Nicola
Zanichelli, Bologna, 1939, p. 324.
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