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[anno 1314] I Pisani, guidati da Uguccione della Faggiuola, tentano
di espandersi attraverso i contadi di Lucca e San Miniato. Roberto
d'Angiò, Re di Napoli, già Capitano della Lega Guelfa, impone la
pacificazione della Toscana. I Pisani, fra le altre cose, accettano
di restituire i territori conquistati a Lucca e a San Miniato.
[…]
Li
Pisani assediaro el castello d'Avena per cagione di certi omini
sergenti che furo presi e notificorno come essa tera non era fornita
per due mesi, e per questo li Pisani v'andoro a canpo di genaio
passato e derovi una battagl[i]a e presero el primo giro, e poi lo
lassaro per lo megl[i]o; e poi per assediarlo megl[i]o fero alquante
bastie nel piano e nel monte, e di sopra al castello, e un'altra
nella valle, e un'altra di qua dal Serchio: e fero fare sul Serchio
uno ponte di piatte e ine stero 24 dì a canpo e fuvi di molte piove
e di grandi ghiacci e nievi e molto loto e grande vernata, per modo
che li nimici non ebero ardire di fare battagl[i]a co' li Pisani; a
la fine li Pisani l'ebero per fame.
E
doppo questo li Pisani cavalcoro sul tereno di Saminiato, arsero il
borgo di Stibbio e altre terre, e fero gran danno, e per la piova non
vi si fermaro; e poi cavalcoro a Massa di Marema in fino a le mura e
presero Canpestro e sconfissero molti Massetani in canpo, e questo fu
tutto del mese di febraio.
Re
Ruberto avendo ordinato la pace di Toscana e tutti l'inbasciadori di
Toscana erano a Napoli a la detta cagione, e così li detti
anbasciadori fermaro pace, [ne] la qual pace furo fatti molti
capitoli e massime fra le tere di Toscana, de' quali nararemo
alquanti.
El
primo capitolo di detta pace fu fra re Ruberto e' Pisani, e così
promisse lo 'nbasciadore di Pisa che li Pisani ratificarebero. El
detto anbasciadore di Pisa si chiamò Banduccio Buonconti cittadino
Pisano; in questo modo che li Pisani, o alcuno di loro, non portarebe
nell'isola di Cicilia vettovaglia, né legname, né ferro, né d'inde
cavare grano, né dare aiuto, né favore all'isola di Cicilia, né
ricettare alcuno nimico, né ribello di detto re Ruberto; e che ogni
volta el detto re facesse guera a Cicilia, che li Pisani sieno tenuti
di dare 8 galee armate in mare a le spese de' Pisani per 3 mesi,
overo 40 mila fiorini d'oro.
La
decta pace fu sanza saputa d'Uguccione. Item, Fiorentini sieno
franchi d'ogni cabella e non se lo' potesse fare alcuna ripresagl[i]a
in Pisa.
Item,
a' Luchesi, lo' fusse rendute le loro tere, e così li Luchesi
rendessero quelle che teneano de' Pisani, e così Saminiato, e che
tornino in Pisa li loro usciti, e così in Lucha.
E
li Pisani sieno liberi e quieti di cabelle e maletolte da Firenze,
Siena, Lucha, Massa, Volterra, Sangimignano, Saminiato e Città di
Castello, e così i detti comuni sieno liberi e quieti di cabelle e
maletolte nel contado loro.
[…]
Cronaca
Senese attribuita ad Agnolo di Tura del Grasso detta la Cronaca
Maggiore,
in Lisini Alessandro e Iacometti Fabio (a cura di), Cronache
Senesi,
in Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XV, parte VI-A, Nicola
Zanichelli, Bologna, 1939, pp. 340-341.
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