domenica 8 febbraio 2015

01/49 NOTIZIE DI S. MINIATO NEGLI “ANNALI” DI S. GIMIGNANO DI G. V. COPPI


01/49 [N/A] S. Miniato e S. Gimignano secondo Annio da Viterbo

Senza anno
[…] E ciò, è proceduto perché non hanno voluto eliminare la Tavola d'Alabastro, che Fra Annio da Viterbo compose scioccamente, e sognando, con fingere, che questa la facesse Desiderio per iscusarsi appresso a' Francesi, contro Adriano Papa, e che il detto Fra Annio, pensando di nobilitar maggiormente Viterbo, con questa, ed altre sue solite menzogne la fece apporre in una pariete del Palazzo della Signoria di detta Città, nella quale si leggono queste parole tra l'altre
“Nos non sumus Tuscia destructores, un Nos apud Gallos accusat Adrianus Papa, &c. nam in Tuscia edificamus à fundamentis, &c.”
e più sotto continuando la serie delle Città, e Terre da lui edificate, soggiungne
“Phocensibus autem Sanctos Geminianu, & Miniatem, &c.”.
Non posso ne meno con studio applicato, per scusa di Fra Annio, addurre quello, che dice Fra Leandro della Città di Perugia, cioé che molte state, gli Antichi Scrittori, dicono, che una Città sia stata principiata da qualcheduno, dal quale solamente fu aggrandita, e rifatta. Ma, buono Iddio, e che non sa, come testimonia Giugurta Tommasi, nelle sue Istorie Senesi, che Pisa, Fiorenza, Lucca, Pistoia, Arezzo, Cortona, Volterra, Prato, Colle, S. Gimignano, e S. Miniato, costituivano una parte della Toscana de' Longobardi? E poi, che si mettesse a leggere la seconda parte de' discorsi di Monsignore Don Vincezio Borghino, acerrimo dimostratore delli spropositi di questa Tavola, resterebbe a pieno soddisfatto, ed io non m'attendio apporne qui le sue istesse parole, che sono queste:
“Dice poi, che ha edificato a' Focensi San Miniato, e S. Gimignano: Se egli intende di Fucecchio, in quali scrittori, o per quali riscontri, potrà egli mai mostrare, o altri innanzi, o dopo lui, che Fucecchio sia stata Terra di tanto dominio, e potere, che i confini suoi passassero l'Arno, e si distendessero per tante miglia verso Oriente? E pure Carlo Magno in qua ci sono, come io dico, di queste Terre nostre vicine, buone notizie; lasciando per ora, che S. Gimignano è della Diocesi Volterrana, che in quei tempi non così agevolmente si mescolavano, onde potessero questi Focensi tanto distendersi.
E chi è, che abbia pur mezzana notizia delle cose di questi Paesi, che non se ne rida? Ma forse intese de Fosci, che era in quei tempi, ed è ancor oggi un piccol Torrente fra S. Gimignano, e Colle, in sul quale era, come si vede per scritture intorno all'anno millesimo della salute, un piccol Borgo col medesimo neme de' Fosci, che sarebbe in questo minor melensaggine la sua, che di Fucecchio, e porterebbe seco tutte le difficoltà, e molto maggiori ancora: E S: Miniato è Diocesi Lucchese, dove non aggiugnevano i Fosci, e non si troverà questo nome, se non in contratti privati, o d'un Borgo, o Villa. Ne mai vi fu Terra alcuno di questo nome, dove Fucecchio da qualche centinaia d'anni in qua, è pur Castello, come che troppo grande, e molto nominato non sia,”
che tanto parla il sopraddetto Monsignor Borghino […].

G. V. Coppi, Annali, memorie ed huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerre della Repubbliche Toscane, Stamperia Cesare e Francesco Bindi, Firenze, 1695, Libro Primo, pp. 9-10.

G. V. Coppi, Annali, memorie ed Huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerra delle Repubbliche Toscane, Firenze, 1695, frontespizio.

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