lunedì 2 febbraio 2015

LA COMMEMORAZIONE SANMINIATESE IN OCCASIONE DELLA MORTE DI CAVOUR

a cura di Francesco Fiumalbi

In occasione di particolari avvenimenti, era uso abbastanza diffuso quello di compiere delle vere e proprie “celebrazioni” o “commemorazioni” pubbliche all'interno delle chiese, specialmente quelle dei centri urbani principali. Era una consuetudine diffusa, e largamente utilizzata, quella di associare l'aspetto “politico”, o comunque istituzionale, alla sfera propriamente religiosa. Al tempo in cui San Miniato faceva parte del Granducato di Toscana, ad esempio, si verificò lo scoprimento del SS. Crocifisso di Castelvecchio in occasione della nascita di Maria Teresa, primogenita di Pietro Leopoldo e di Maria Luisa di Borbone. Di questo ne abbiamo parlato nel post IN PILLOLE [012] 1767 – IL ROYAL BABY DEL GRANDUCA PIETRO LEOPOLDO DI TOSCANA. Tali occasioni si verificavano tanto per segnalare e condividere con la popolazione i “lieti eventi”, quanto per commemorare la morte di sovrani o di personaggi di particolare rilevanza storico-politica.

Ciò avvenne anche in occasione della morte di Camillo Benso Conte di Cavour, personaggio di primissimo piano del Risorgimento, uno dei “padri nobili” dell'Unità nazionale. Nato a Torino il 10 giugno del 1810, fu il primo Presidente del Consiglio dei Ministri del neonato Regno d'Italia, dal 23 marzo 1861 fino al giorno della sua morte, che avvenne il 6 giugno dello stesso 1861. Durò in carica, praticamente, nemmeno 3 mesi. Tuttavia la sua rilevanza politica, sia in campo economico, sia in quello della diplomazia internazionale, che aveva maturato come Ministro e poi come Primo Ministro nel periodo del regno piemontese, aveva certamente elevato Cavour al rango di “padre” della Patria, al pari di Garibaldi, Verdi e Vittorio Emanuele II.

Francesco Hayez, Ritratto di Camillo Benso Conte di Cavour
Olio su tela, 79x64 cm, Milano, Pinacoteca di Brera
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis
della Legge 21 aprile 1941, n. 633

Le esequie, celebrate in forma pubblica (oggi si direbbe “Funerale di Stato”) si svolsero a Torino, nella chiesa francescana di Santa Maria degli Angeli, il giorno 7 giugno 1861. Celebrazioni e cerimonie commemorative si svolsero anche nei giorni successivi, un po' in tutta Italia. A San Miniato ciò avvenne il 22 giugno 1861, nella chiesa dei SS. Jacopo e Lucia, comunemente detta di San Domenico.

Siamo nel primissimo periodo della cosiddetta “Questione Romana”, crisi diplomatica fra Regno d'Italia e Stato Pontificio, che tra l'altro si riverberò anche nella scomunica comminata allo stesso Cavour. Ecco spiegata la logica dietro al motivo per cui la commemorazione non avvenne nella chiesa principale di San Miniato, ovvero la Cattedrale dei SS. Maria Assunta e Genesio, bensì in una chiesa conventuale, quella officiata dai Padri Domenicani. Anche lo scarto temporale, fra il funerale del 7 giugno e la commemorazione del 22 giugno, ben due settimane, deve essere letto in questa chiave. Evidentemente si attendevano disposizione dalla Santa Sede sul comportamento da tenere, che molto probabilmente vide la negazione all'utilizzo di chiese “diocesane”, dunque le Cattedrali e gli edifici parrocchiali in senso stretto. Quella di San Domenico, in realtà, costituiva un caso molto particolare, in quanto la chiesa era parrocchiale, anche se officiata dai Padri Domenicani fin dalla prima metà del '300.

Chiesa dei SS. Jacopo e Lucia, detta San Domenico
Foto di Francesco Fiumalbi

Di questa commemorazione si ha notizia tramite un piccolo opuscoletto, stampato nel 1861 dalla sanminiatese Tipografia Ristori, e contente le “iscrizioni” compilate da Adolfo Brogialdi, Socio Ordinario dell'Accademia degli Euteleti e Professore di Logica Razionale e Morale presso il Ginnasio di San Miniato, lo stesso dove insegnò Giosué Carducci, di cui fu “collega”, e col quale intrattenne anche una modesta corrispondenza. Successivamente Brogialdi, nominato Cavaliere, fu professore presso il Regio Liceo Torricelli di Faenza.
Anche la pratica delle “iscrizioni” era molto frequente e serviva in qualche modo per dare solennità all'avvenimento e tracciarne, in forma sintetica, il significato. Una cosa simile l'abbiamo già incontrata nel post 1769 – LA RIAPERTURA DEL DUOMO DI SAN MINIATO.
Interessante, infine, il contenuto delle epigrafi. Nonostante non manchi la retorica, a distanza di oltre 150 anni, trasmette ancora oggi i sentimenti del tempo. Sentimenti ed emozioni figli di un lungo periodo che poteva dirsi concluso, a favore di una nuova stagione, in cui l'Italia era divenuta finalmente un'unica nazione.

Di seguito è proposta la trascrizione di A. Brogialdi, Iscrizioni poste nella chiesa dei SS. Jacopo e Lucia in S. Miniato nei solenni funerali dell'insigne italiano Camillo Benso Conte di Cavour ivi celebrati il dì 22 giugno 1861, Tip. Ristori, San Miniato, 1861.

Avvertenza: i numeri nelle parentesi quadre, di colore blu, rappresentano l'effettivo numero di pagina dell'opuscoletto.




[01] ISCRIZIONI

POSTE NELLA CHIESA DEI SS. JACOPO E LUCIA

IN S. MINIATO

NEI SOLENNI FUNERALI DELL'INSIGNE ITALIANO

CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR

IVI CELEBRATI IL Dì 22 GIUGNO 1861

S. MINIATO
TIP. RISTORI
1861

[02] [03] Sulla porta maggiore del Tempio

CITTADINI ACCORRETE AI SOLENNI SUFFRAGI
PER LA GRANDE ANIMA

DI CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR

AD ONORARE LA MEMORIA DI LUI
CHE NEI TEMPI DIFFICILI E PERIGLIOSI
PARVE IL GENIO TUTELARE D'ITALIA
DESTINATO DALLA PROVVIDENZA
A VINDICE DELLA SCHIAVITU' DELLA PATRIA
E DIFENSORE DEL DRITTO DEI POPOLI
CONTRO LE VIOLENZE DEI TIRANNI

[04] A destra guardando l'Altare

MINISTRO DI STATO
PER VASTITA' DI DOTTRINA E PROFONDITA' DI CONSIGLIO
INCOMPARABILE
LA CUI GRANDEZZA
E' TESTIMONATA DALLE SUE OPERE
LA REDENZIONE E L'UNITA' D'ITALIA

A sinistra

OPPRESSORI DEGLI UOMINI
SU QUESTO FUNEBRE VELO LEGGETE
CHE DIO NON DIMENTICA GLI OPPRESSI
E CHE MENTRE POSATE SECURI SUL TRONO DELLA FORZA
EGLI ADOPERA IL SUO BRACCIO
PER INFRANGERE LE VOSTRE CATENE

[05] In faccia alla Porta

QUI SULLA TOMBA DEL GRANDE CONCITTADINO
ITALIANI GIURATE QUELLA CONCORDIA
CHE FU IL SUPREMO DE' SUOI DESIDERJ
IL PIU' DOLCE DEI SUOI CONFORTI
GIURATE CH'ELLA SARA' IN VOI INESTINGUIBILE FIAMMA
GIURATE E L'ITALIA SARA' SALVA PER SEMPRE

In faccia all'Altare

GRAN DIO CHE TANTA ORMA DI TE STAMPASTI
NEL MAGNANIMO SPIRITO DELL'ILLUSTRE ITALIANO
FA' CHE IN LUI SEMPRE RIGUARDINO
CON AMMIRAZIONE I POPOLI
POICHE' NELLE GRANDI MEMORIE
SONO L'AVVANIRE E LE SPERANZA D'UNA NAZIONE

Adolfo Brogialdi

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