domenica 8 febbraio 2015

10/49 NOTIZIE DI S. MINIATO NEGLI “ANNALI” DI S. GIMIGNANO DI G. V. COPPI


10/49 [1268] I Montaionesi si ribellano a S. Miniato dandosi a S. Gimignano

1268
[…] Era in quest'anno 1268 restato disgustato il Popolo del Castello di Montaione del presidio, e custodia, che ne avevano i San Miniatesi, onde fatto tra se stesso consiglio, deliberò di sottoporsi alla guardia, e custodia de' S. Gimignanesi, che però inviò due Ambasciadori, quali rappresendandosi a i Nove Conservatori, gli presentarono le Chiavi del loro Castello, pregandogli a volergli prendere sotto il loro dominio. I S. Miniatesi sentita questa risoluzione, si sturbarono fuori modo, e ne dettero parte a i Fiorentini, a i quali, parendo, che allora non fusse tempo di disgustare le Terre Guelfe fra di loro, presero compenso di tenere a propria custodia il Castello; e così questo Castello poco tempo dimorò sotto il dominio S. Gimignanese, e questo è quello, che vuol dire Messer Giulio Nori, parlando de i Castelli sottoposti. Alter locus erat, ubi fiant pocula Bacchi. Essendo in questo Castello gl'edifizzj, e fornace da far Vetri, e bicchieri. […].

G. V. Coppi, Annali, memorie ed huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerre della Repubbliche Toscane, Stamperia Cesare e Francesco Bindi, Firenze, 1695, Libro Secondo, pp. 126-127.

G. V. Coppi, Annali, memorie ed Huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerra delle Repubbliche Toscane, Firenze, 1695, frontespizio.

1 commento:

  1. A proposito di questo brano così scrivevo [FRANCO CIAPPI, Sulle origini del castello di Montaione, «Miscellanea Storica della Valdelsa», CXII (2006), 2-3 (304-305), pp. 121-152, alla p. 141]:
    «Una notizia fornita dall’Angelelli [ANGELELLI, Memorie cit. pp. XIX-XX], che non sembra trovare alcun riscontro documentario, riferisce di una presunta sottomissione di Montaione a San Gimignano nel 1268. In realtà in quell’anno si ebbe effettivamente una sottomissione al Comune sangimignanese, ma fu quella di Gambassi [Cfr. DUCCINI, Il castello di Gambassi cit., pp. 199-202.]. L’Angelelli trae la notizia dal Coppi [G. V. COPPI, Annali, memorie ed huomini illustri di Sangimignano, Firenze 1695 (rist. anast., Bologna 1976), pp. 126-127.] che a sua volta cita il manoscritto quattrocentesco di Mattia Lupi [M. LUPI, Annales Geminianenses, «lib. 5. 112. f. 2», manoscritto che il Fiumi (Storia economica cit., p. 9) colloca in BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE.]. Se di equivoco fra i due castelli si tratta, questo non può certo essere imputato al fatto che, all’epoca in cui l’Angelelli scriveva la sua storia, Gambassi era ancora una frazione di Montaione (istituita nel 1774 in seguito all’unificazione amministrativa dei due territori [Cfr. S. ISOLANI, Storia politica e religiosa dell’antica comunità e potesteria di Gambassi (Valdelsa), Castelfiorentino 1924, p. 44, e Della separazione della frazione di Gambassi dal Comune di Montaione, in appendice a Notizie storiche sulla Valdelsa, a cura di S. MARCONCINI, Castelfio-rentino 1979, pp. 239-332.]), poiché il Coppi dava la notizia già alla fine del ’600. Tuttavia considerando i particolari che questi riporta, qualche dubbio – su documenti forse andati perduti – rimane [...].»

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