venerdì 20 settembre 2013

IL RE A SAN MINIATO

a cura di Francesco Fiumalbi

Durante il periodo della monarchia italiana, dal 1861 al 1946, un solo sovrano di casa Savoia fece visita a San Miniato. Si trattò di Vittorio Emanuele III, che si recò all'ombra della Rocca nel giorno di domenica 6 novembre 1932.
Il motivo della visita fu l'inaugurazione della nuova sede della Misericordia, il Palazzo Roffia, acquistato grazie anche ai proventi di una lotteria nazionale (la stessa lotteria con la quale fu comprato il faro della Rocca) e dell'inaugurazione della Cappella Votiva presso Santa Maria al Fortino. Per creare l'apposito ambiente celebrativo nell'oratorio quattrocentesco, si costituì un apposito comitato cittadino presieduto dal Canonico Francesco Maria Galli Angelini (San Miniato, 1882-1957). Quest'ultimo, molto attivo nella vita culturale sanminiatese, si occupò in prima persona della decorazione pittorica del presbiterio, probabilmente assieme ai suoi collaboratori Amerigo Ciampini e Alessandro Bongi. L'apparato decorativo fu poi sostituito dagli affreschi di Luciano Guarnieri (Firenze, 1930-2009) negli anni '60 del '900.

L'oratorio di Santa Maria al Fortino
Foto di Francesco Fiumalbi

Tornando alla visita del sovrano, occorre prestare attenzione alla data. Il 28 ottobre ricorreva il decennale della cosiddetta marcia su Roma, che portò alla formazione del primo governo Mussolini il successivo 30 ottobre, mentre il 4 novembre cadeva il quattordicesimo anniversario della vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Considerando che in quei giorni Vittorio Emanuele era senz'altro impegnato in altre manifestazioni di carattere celebrativo, la prima data in cui poteva essere disponibile, probabilmente, fu proprio il 6 novembre.
Il re giunse a San Miniato attorno alle tre del pomeriggio, con l'automobile reale che lo condusse al Municipio fra due ali di folla. Qui trovò ad attenderlo il Podestà (carica analoga a quella del sindaco odierno) Guarnieri Ricciotti, il Prefetto di Pisa Marchese Francesco Dentice d'Accadia e il Podestà di Pisa On. Guido Buffartini Guidi. 
 
Di questo momento rimangono un paio di fotografie della visita del re (almeno che ci sia dato di sapere), di cui non conosciamo l'autore. Una è stata pubblicata anche nel volume dal titolo “Come eravamo”, edito a cura de “Il Tirreno” nei primi anni '80. Purtroppo sul libro non c'è scritta la data di stampa.
Nelle immagini notiamo il sovrano circondato da varie personalità, accolto all'interno di un palco con baldacchino allestito nel cortile interno di Palazzo Roffia. La collocazione del palco la possiamo apprezzare grazie alla seconda immagine, realizzata a campo più largo. La presenza di due saracinesche rimanda allo spazio di fronte gli annessi dove ancora oggi sono parcheggiate le ambulanze.
Dall'espressione dei volti delle persone immortalate, traspare il tono solenne del momento. Vittorio Emanuele III si trova al centro della scena, affiancato dalle autorità civili, mentre ai lati si possono notare diversi uomini in uniforme, con il cappello in mano, in segno di rispetto verso il sovrano.

Il Re a San Miniato, Autore?
Immagine tratta da Come eravamo”, pubblicazione edita
a cura de “Il Tirreno” nei primi anni '80, p. 117.
Utilizzo ai sensi dell’art. 70 comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633


Il Re a San Miniato, Autore?
Immagine Collezione di Silvia Campani
Immagine condivisa "pubblica" su Facebook, questo il link
Utilizzo ai sensi dell’art. 70 comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633

Durante l'incontro al Palazzo Comunale, il Podestà Guarnieri Ricciotti fece dono al monarca di un album fotografico contenente 36 fra immagini panoramiche e riproduzioni di opere d'arte sanminiatesi. Di questo preziosissimo documento, purtroppo, sembra che non vi sia rimasta traccia. Nemmeno una copia.
Nell'occasione sappiamo che il monarca firmò il cosiddetto "Libro d'Oro" o "Libro della Nobiltà" di San Miniato. Si trattava di una copia del 1822, fedele all'originale conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, del libro in cui erano elencate con tanto di stemma e di albero genealogico, le famiglie sanminiatesi "nobili". Il libro originale di San Miniato, creato dopo la "Legge per Regolamento della nobiltà e cittadinanza" promulgata a Vienna il 31 luglio e a Firenze il 1 ottobre del 1750 era andato distrutto durante quei moti filo-giacobini del 1799, come ricorda anche Giuseppe Piombanti nella sua Guida della Città di San Miniato al Tedesco con notizie storiche antiche e moderne, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, p. 42.
Dopo la visita istituzionale, Vittorio Emanuele III si recò a Palazzo Roffia dove presiedette all'inaugurazione della nuova sede della Misericordia, fondata nel 1717 per volontà del Vescovo Mons. Francesco Poggi. Al Re, in tale occasione e alla presenza dei rappresentanti delle confraternite toscane, venne anche attribuita la carica di "Presidente Onorario". Di questo episodio, rimane una epigrafe, collocata sulla parete di fondo del vano scala di sinistra, quello che conduce all'attuale Museo. Di seguito la trascrizione:


ALLA AUGUSTA PRESENZA
DI S. M. VITTORIO EMANUELE III
ALTO PATRONO E PRESIDENTE ONORARIO
DELLA ULTRASECOLARE
VEN. ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA
CON L'INTERVENTO DEI RAPPRESENTANTI DELLE CONSORELLE TOSCANE
QUESTO STORICO E VETUSTO PALAGIO
GIA' COSTRUITO DALLA NOBIL FAMIGLIA
ROFFIA DEGLI ANTELMINELLI
PER VOLERE DEL MAGISTRATO E DEL CONSIGLIO DEL PIO SODALIZIO
ALLA CRISTIANA CARITA'
FU CONSACRATO
IL VI DI NOVEMBRE DELL'ANNO MCMXXXII

L'epigrafe di Palazzo Roffia che ricorda l'inaugurazione della nuova sede
Foto di Francesco Fiumalbi

Terminata la cerimonia a Palazzo Roffia, Vittorio Emanuele III ripartì alla volta di Santa Maria al Fortino, che divenne la Cappella Votiva in memoria
dei 456 Caduti sanminiatesi nella Prima Guerra Mondiale e dei “martiri” della rivoluzione fascista. Qui fu accolto dal Vescovo Mons. Ugo Giubbi e dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale al completo. Fu benedetta la chiesa così rinnovata e, successivamente, furono scoperte due targhe in bronzo collocate sulla facciata, ai lati della porta di ingresso.

Si notano le due targhe in bronzo ai lati della porta d'ingresso
dell'oratorio di Santa Maria al Fortino nel particolare di
una cartolina d'epoca [37743 Fototipia Beretta – Terni]
Utilizzo ai sensi dell’art. 70 comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633

Questi due elementi furono probabilmente rimossi nel primissimo dopoguerra, forse perché contenenti simboli che in qualche modo richiamavano al fascismo e alla monarchia. Non sappiamo con certezza che fine abbiano fatto, ma ancora oggi sul paramento in laterizio della cappella è possibile apprezzare il profilo delle due targhe.

L'oratorio di Santa Maria al Fortino
Si notano i segni delle targhe in bronzo
Foto di Francesco Fiumalbi

L'inaugurazione vide la partecipazione anche del Presidente della sezione sanminiatese dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, prof. Sabatino Novi. Quest'ultimo è conosciuto sia per il ruolo all'interno del PNF, che per essere stato il Preside dell'Istituto Magistrale fino al 1944, quando fu sostituito da Emilio Baglioni, membro del CLN e primo Sindaco di San Miniato del dopoguerra.

La maggior parte delle informazioni di questo post sono desunte da un articolo dell'epoca, pubblicato sul quotidiano torinese “La Stampa”, di cui proponiamo l'estratto.

Estratto da “La Stampa”, lunedì 7 novembre 1932, p. 2.

IL RE INAUGURA A SAN MINIATO LA CAPPELLA VOTIVA DEI CADUTI

Firenze, 7 mattino.
Il Re ha inaugurato ieri la cappella votiva che San Miniato ha dedicato alla memoria dei suoi cinquecento Caduti. Verso le quindici l'automobile reale, fra un interrotto scrosciare di applausi, ha percorso lentamente le vie della città, dirigendosi al palazzo del Comune, dove erano ad attendere il Sovrano, il prefetto di Pisa, Dentice, il podestà di Pisa, onorevole Buffartini e moltissime personalità.
Nel salone del Comune, il podestà Guarnieri ha pronunciato un discorso di saluto offrendo poi al Re un artistico album, in cui sono raccolte trentasei fotografie panoramiche e di opere di arte di San Miniato.
Dopo le presentazioni delle autorità, il Re si è affacciato al balcone del palazzo, e gli applausi del popolo si sono ancor più intensificati. La dimostrazione si è rinnovata allorché il Sovrano si è recato ad inaugurare la nuova sede della Misericordia; e subito dopo, a presenziare alla inaugurazione della Cappella votiva di Santa Maria al Fortino.

Dinanzi all'edificio, qui, si erano adunate alcune centinaia di combattenti. Incontro al Sovrano si è mosso il Vescovo con tutto il capitolo della cattedrale dopo che mons. Giubbi, indossati i sacri paramenti, ha impartito la benedizione liturgica alla Cappella, sono state tolte le bandiere tricolori, ricoprenti le due targhe bronzee, situate all'ingresso della cappella stessa, in memoria dei Caduti in guerra e della Rivoluzione fascista. Ha pronunziato poi un discorso il presidente della sezione mutilati di San Miniato prof. Novi, le cui parole sono state salutate da vivi applausi. Dopo la visita alla cappella, il Sovrano ha espresso il suo alto compiacimento al canonico Galli e a tutti i membri del Comitato: quindi, risalito in automobile, è partito alla volta di San Rossore.


[terza redazione - aggiornamento 6 novembre 2016]

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