a
cura di Francesco Fiumalbi
Durante
il periodo della monarchia italiana, dal 1861 al 1946, un solo
sovrano di casa Savoia fece visita a San Miniato. Si trattò di
Vittorio Emanuele III,
che si recò all'ombra della Rocca nel giorno di domenica 6 novembre
1932.
Il
motivo della visita fu l'inaugurazione della nuova sede della
Misericordia, il Palazzo Roffia, acquistato grazie anche ai proventi
di una lotteria nazionale (la stessa lotteria con la quale
fu comprato il faro della Rocca)
e dell'inaugurazione della Cappella Votiva presso Santa Maria al
Fortino. Per creare l'apposito ambiente celebrativo nell'oratorio
quattrocentesco, si costituì un apposito comitato cittadino
presieduto dal Canonico Francesco Maria Galli Angelini (San Miniato,
1882-1957). Quest'ultimo, molto attivo nella vita culturale
sanminiatese, si occupò in prima persona della decorazione pittorica
del presbiterio, probabilmente assieme ai suoi collaboratori Amerigo
Ciampini e Alessandro Bongi.
L'apparato
decorativo fu poi sostituito dagli affreschi di Luciano Guarnieri (Firenze, 1930-2009)
negli anni '60 del '900.
Foto di Francesco
Fiumalbi
Tornando
alla visita del sovrano, occorre prestare attenzione alla data. Il 28
ottobre ricorreva il decennale della cosiddetta marcia su Roma,
che portò alla formazione del primo governo Mussolini il successivo
30 ottobre, mentre il 4 novembre
cadeva il quattordicesimo anniversario della vittoria dell'Italia
nella Prima Guerra Mondiale. Considerando che in quei giorni Vittorio
Emanuele era senz'altro impegnato in altre manifestazioni di
carattere celebrativo, la prima data in cui poteva essere
disponibile, probabilmente, fu proprio il 6 novembre.
Il re giunse a San
Miniato attorno alle tre del pomeriggio, con l'automobile reale che
lo condusse al Municipio fra due ali di folla. Qui trovò ad
attenderlo il Podestà (carica analoga a quella del sindaco odierno)
Guarnieri Ricciotti, il Prefetto di Pisa Marchese Francesco Dentice
d'Accadia e il Podestà di Pisa On. Guido Buffartini Guidi.
Di
questo momento rimangono un paio di fotografie della visita del re (almeno
che ci sia dato di sapere), di cui non conosciamo l'autore. Una è stata pubblicata anche nel volume dal titolo
“Come
eravamo”,
edito a cura de “Il Tirreno” nei primi anni '80. Purtroppo sul libro non c'è scritta la data di stampa.
Nelle immagini notiamo il sovrano circondato da varie personalità, accolto all'interno di un palco con baldacchino allestito nel cortile interno di Palazzo Roffia. La collocazione del palco la possiamo apprezzare grazie alla seconda immagine, realizzata a campo più largo. La presenza di due saracinesche rimanda allo spazio di fronte gli annessi dove ancora oggi sono parcheggiate le ambulanze.
Nelle immagini notiamo il sovrano circondato da varie personalità, accolto all'interno di un palco con baldacchino allestito nel cortile interno di Palazzo Roffia. La collocazione del palco la possiamo apprezzare grazie alla seconda immagine, realizzata a campo più largo. La presenza di due saracinesche rimanda allo spazio di fronte gli annessi dove ancora oggi sono parcheggiate le ambulanze.
Dall'espressione dei
volti delle persone immortalate, traspare il tono solenne del
momento. Vittorio Emanuele III si trova al centro della scena,
affiancato dalle autorità civili, mentre ai lati si possono notare
diversi uomini in uniforme, con il cappello in mano, in segno di
rispetto verso il sovrano.
a
cura de “Il Tirreno” nei primi anni '80, p. 117.
Utilizzo ai sensi dell’art. 70
comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633
Il Re a San Miniato, Autore?
Immagine Collezione di Silvia Campani
Immagine condivisa "pubblica" su Facebook, questo il link
Utilizzo ai sensi dell’art. 70
comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633
Il Re a San Miniato, Autore?
Immagine Collezione di Silvia Campani
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Durante l'incontro al
Palazzo Comunale, il Podestà Guarnieri Ricciotti fece dono al
monarca di un album fotografico contenente 36 fra immagini
panoramiche e riproduzioni di opere d'arte sanminiatesi. Di questo
preziosissimo documento, purtroppo, sembra che non vi sia rimasta
traccia. Nemmeno una copia.
Nell'occasione sappiamo che il monarca firmò il cosiddetto "Libro d'Oro" o "Libro della Nobiltà" di San Miniato. Si trattava di una copia del 1822, fedele all'originale conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, del libro in cui erano elencate con tanto di stemma e di albero genealogico, le famiglie sanminiatesi "nobili". Il libro originale di San Miniato, creato dopo la "Legge per Regolamento della nobiltà e cittadinanza" promulgata a Vienna il 31 luglio e a Firenze il 1 ottobre del 1750 era andato distrutto durante quei moti filo-giacobini del 1799, come ricorda anche Giuseppe Piombanti nella sua Guida della Città di San Miniato al Tedesco con notizie storiche antiche e moderne, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, p. 42.
Nell'occasione sappiamo che il monarca firmò il cosiddetto "Libro d'Oro" o "Libro della Nobiltà" di San Miniato. Si trattava di una copia del 1822, fedele all'originale conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, del libro in cui erano elencate con tanto di stemma e di albero genealogico, le famiglie sanminiatesi "nobili". Il libro originale di San Miniato, creato dopo la "Legge per Regolamento della nobiltà e cittadinanza" promulgata a Vienna il 31 luglio e a Firenze il 1 ottobre del 1750 era andato distrutto durante quei moti filo-giacobini del 1799, come ricorda anche Giuseppe Piombanti nella sua Guida della Città di San Miniato al Tedesco con notizie storiche antiche e moderne, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, p. 42.
Dopo
la visita istituzionale, Vittorio Emanuele III si recò a Palazzo
Roffia dove presiedette all'inaugurazione della nuova sede della Misericordia, fondata nel 1717 per volontà del Vescovo Mons. Francesco Poggi. Al Re, in tale occasione e alla presenza dei rappresentanti delle confraternite toscane, venne anche attribuita la carica di "Presidente Onorario". Di questo episodio, rimane una epigrafe, collocata sulla parete di fondo del vano scala di sinistra, quello che conduce all'attuale Museo. Di seguito la trascrizione:
Terminata la cerimonia a Palazzo Roffia, Vittorio Emanuele III ripartì alla volta di Santa Maria al Fortino, che divenne la Cappella Votiva in memoria dei 456 Caduti sanminiatesi nella Prima Guerra Mondiale e dei “martiri” della rivoluzione fascista. Qui fu accolto dal Vescovo Mons. Ugo Giubbi e dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale al completo. Fu benedetta la chiesa così rinnovata e, successivamente, furono scoperte due targhe in bronzo collocate sulla facciata, ai lati della porta di ingresso.
ALLA AUGUSTA PRESENZA
DI S. M. VITTORIO EMANUELE III
ALTO PATRONO E PRESIDENTE ONORARIO
DELLA ULTRASECOLARE
VEN. ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA
VEN. ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA
CON L'INTERVENTO DEI RAPPRESENTANTI DELLE CONSORELLE TOSCANE
QUESTO STORICO E VETUSTO PALAGIO
QUESTO STORICO E VETUSTO PALAGIO
GIA' COSTRUITO DALLA NOBIL FAMIGLIA
ROFFIA DEGLI ANTELMINELLI
ROFFIA DEGLI ANTELMINELLI
PER VOLERE DEL MAGISTRATO E DEL CONSIGLIO DEL PIO SODALIZIO
ALLA CRISTIANA CARITA'
FU CONSACRATO
ALLA CRISTIANA CARITA'
FU CONSACRATO
IL VI DI NOVEMBRE DELL'ANNO MCMXXXII
L'epigrafe di Palazzo Roffia che ricorda l'inaugurazione della nuova sede
Foto di Francesco Fiumalbi
Terminata la cerimonia a Palazzo Roffia, Vittorio Emanuele III ripartì alla volta di Santa Maria al Fortino, che divenne la Cappella Votiva in memoria dei 456 Caduti sanminiatesi nella Prima Guerra Mondiale e dei “martiri” della rivoluzione fascista. Qui fu accolto dal Vescovo Mons. Ugo Giubbi e dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale al completo. Fu benedetta la chiesa così rinnovata e, successivamente, furono scoperte due targhe in bronzo collocate sulla facciata, ai lati della porta di ingresso.
dell'oratorio di Santa
Maria al Fortino nel particolare di
una cartolina d'epoca
[37743 Fototipia Beretta – Terni]
Utilizzo ai sensi dell’art. 70
comma 1-bis, della Legge 22 aprile 1941, n. 633
Questi due elementi
furono probabilmente rimossi nel primissimo dopoguerra, forse perché
contenenti simboli che in qualche modo richiamavano al fascismo e
alla monarchia. Non sappiamo con certezza che fine abbiano fatto, ma
ancora oggi sul paramento in laterizio della cappella è possibile
apprezzare il profilo delle due targhe.
Si notano i segni delle
targhe in bronzo
Foto di Francesco
Fiumalbi
L'inaugurazione vide la
partecipazione anche del Presidente della sezione sanminiatese
dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, prof. Sabatino Novi.
Quest'ultimo è conosciuto sia per il ruolo all'interno del PNF, che
per essere stato il Preside dell'Istituto Magistrale fino al 1944,
quando fu sostituito da Emilio Baglioni, membro del CLN e primo
Sindaco di San Miniato del dopoguerra.
La
maggior parte delle informazioni di questo post sono desunte da un
articolo dell'epoca, pubblicato sul quotidiano torinese “La
Stampa”, di cui proponiamo l'estratto.
Estratto
da “La Stampa”, lunedì 7 novembre 1932, p. 2.
IL
RE INAUGURA A SAN MINIATO LA CAPPELLA VOTIVA DEI CADUTI
Firenze,
7 mattino.
Il
Re ha inaugurato ieri la cappella votiva che San Miniato ha dedicato
alla memoria dei suoi cinquecento Caduti. Verso le quindici
l'automobile reale, fra un interrotto scrosciare di applausi, ha
percorso lentamente le vie della città, dirigendosi al palazzo del
Comune, dove erano ad attendere il Sovrano, il prefetto di Pisa,
Dentice, il podestà di Pisa, onorevole Buffartini e moltissime
personalità.
Nel
salone del Comune, il podestà Guarnieri ha pronunciato un discorso
di saluto offrendo poi al Re un artistico album, in cui sono raccolte
trentasei fotografie panoramiche e di opere di arte di San Miniato.
Dopo
le presentazioni delle autorità, il Re si è affacciato al balcone
del palazzo, e gli applausi del popolo si sono ancor più
intensificati. La dimostrazione si è rinnovata allorché il Sovrano
si è recato ad inaugurare la nuova sede della Misericordia; e subito
dopo, a presenziare alla inaugurazione della Cappella votiva di Santa
Maria al Fortino.
Dinanzi
all'edificio, qui, si erano adunate alcune centinaia di combattenti.
Incontro al Sovrano si è mosso il Vescovo con tutto il capitolo
della cattedrale dopo che mons. Giubbi, indossati i sacri paramenti,
ha impartito la benedizione liturgica alla Cappella, sono state tolte
le bandiere tricolori, ricoprenti le due targhe bronzee, situate
all'ingresso della cappella stessa, in memoria dei Caduti in guerra e
della Rivoluzione fascista. Ha pronunziato poi un discorso il
presidente della sezione mutilati di San Miniato prof. Novi, le cui
parole sono state salutate da vivi applausi. Dopo la visita alla
cappella, il Sovrano ha espresso il suo alto compiacimento al
canonico Galli e a tutti i membri del Comitato: quindi, risalito in
automobile, è partito alla volta di San Rossore.
[terza redazione - aggiornamento 6 novembre 2016]
[terza redazione - aggiornamento 6 novembre 2016]
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