lunedì 16 settembre 2013

SAN MINIATO, STORIA E OREFICERIA - 20 SETTEMBRE 2013 ORE 18.00



Venerdì 20 settembre 2013, alle ore 18.00, presso i locali dell’ex-Frantoio di San Domenico, a San Miniato in via Ser Ridolfo, il gruppo Smartarc – San Miniato Arte e Architettura in collaborazione con l’Associazione Kampino, invita alla conversazione: “San Miniato, Storia e Oreficeria”.
Presenteranno le proprie Tesi di Laurea:

Dott. PAOLO TOMEI
Università degli Studi di Pisa, Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere
«Locus est Famosus» Borgo San Genesio ed il suo territorio (secc. VIII-XII)

Grazie allo spoglio delle pergamene conservate nell’Archivio Storico Diocesano di Lucca, la tesi vuole ricostruire dall’VIII al pieno XII secolo la storia di Borgo San Genesio, insediamento del Medio Valdarno distrutto a metà Duecento, e del territorio circostante, area nella quale sorge l’odierna cittadina di San Miniato. Borgo San Genesio, conosciuto in età longobarda come vicus Wallari, è tornato recentemente alla luce grazie agli scavi archeologici condotti da Federico Cantini dell’Università di Pisa, dai quali emerge la straordinaria rilevanza politica ed economica del centro. La tesi presenta il primo e inedito ritratto dello scomparso borgo valdarnese e contribuisce a chiarire alcuni snodi fondamentali della storia del castello di San Miniato: la sua fondazione da parte di una famiglia aristocratica lucchese e il suo passaggio sotto il controllo imperiale, episodi che vanno posticipati rispettivamente alla seconda metà del IX e agli anni Sessanta del XII secolo.

Dott.ssa VERONICA SENIGAGLIESI
Università degli Studi di Pisa, Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere
Oreficeria sacra d’età medievale nell’attuale Diocesi di San Miniato. Calici e reliquiari.

Nel territorio corrispondente all’odierna Diocesi di San Miniato sopravvive un ricco patrimonio di oreficeria sacra risalente ai secoli XIV e XV. Dell’intero corpus di opere, mai studiato prima d’ora in termini monografici, la tesi indaga i calici ed i reliquiari, la cui successione consente di ripercorrerne le tappe problematiche fino alle soglie del Rinascimento. Avvalendosi del confronto tra i dati documentari a nostra disposizione e gli esiti di una rigorosa analisi stilistica, si è giunti ad una puntuale lettura di ciascun manufatto. Nel caso del sostegno in argento firmato dall’orafo Nofri di Buto, l’interpretazione dello stemma sul basamento ha consentito di identificare negli Embriachi – ben noti agli storici dell’arte per aver fondato a Venezia nel 1396 una fiorente impresa di lavorazione dell’osso – i committenti dell’opera, facendo luce sul “periodo fiorentino” della casata, quando, verso il 1380, ordinarono a Nofri l’opera che tutt’oggi ammiriamo.


Dopo l'esposizione, l'appuntamento prevede un momento di dibattito e l'aperitivo conclusivo. L'ingresso è libero.

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