La
prima parte delle Historie universali de' suoi tempi
di
Giovan Villani Cittadino Fiorentino,
Venezia, 1559
08
[anno 1260] LIBRO VI. CAPITOLO LXXXI.
Come
i ghibellini di Toscana ordinarono di disfare la città di Firenze, e
come messer Farinata degli Uberti la difese.
«Per lo simile modo ch' uscirono i guelfi di Firenze così feciono quegli di Prato, e di Pistoia, e di Volterra, e di Samminiato, e di Sangiminiano e di più altre terre e castella di Toscana, le quali tornarono tutte a parte ghibellina, se non fu la città di Lucca, la quale si tenne a parte guelfa uno tempo, e fu rifugio de' guelfi di Firenze, e degli altri usciti di Toscana; i quali guelfi di Firenze feciono loro stanza in Lucca in borgo intorno a San Friano, e la loggia innanzi a San Friano feciono i Fiorentini. E ritrovandosi i Fiorentini in quello luogo, messer Tegghiaio Aldobrandi veggendo lo Spedito che nel consiglio gli avea detta villania, e che si cercasse le brache; s'alzò e trassesi de' caviglioni cinquecento fiorini d' oro ch'avea, e mostrogli allo Spedito che di Firenze era uscito assai povero: disse per rimproccio: vedi com'io ho conce le brache? a questo hai tu condotto te e me, e gli altri per la tua audacia e superbia signorìa. Lo Spedito rispose: e voi perchè ci credevate? Avemo di queste piccole e vili parole fatta menzione per esempio, che niuno cittadino, e massimamente i popolani o di piccolo affare, quando ha signorìa non dee essere troppo ardito o prosuntaoso. In questo tempo i Pisani, e' Sanesi, e gli Aretini col detto conte Giordano, e con gli altri caporali
ghibellini di Toscana, ordinerò di fare parlamento a Empoli, per riformare lo stato di parte ghibellina in Toscana, e fare taglia ; e così feciono. E perocché al conte Giordano convenìa tornare in Puglia al re Manfredi, per mandato del detto Manfredi fu ordinato suo vicario generale e capitano di guerra in Toscana il conte Guido Novello de' conti Guidi di Casentino e di Modigliana, il quale per parte disertò il conte Simone suo fratello, e 'l conte Guido Guerra suo consorto,
e lutti quegli del suo lato che teneano parte guelfa, e disposto era al tutto di cacciarne chi guelfo fosse di Toscana. E nel detto parlamento tutte le città vicine, e' conti Guidi, e' conti Alberti, e que' da Santafiore, e gli Ubaldini, e tutti i baroni d'intorno proposono e furono in concordia per lo migliore di parte ghibellina, di disfare al tutto la città di Firenze, e di recarla a borgora, acciocché mai di suo stato non fosse rinomo, fama, né podere. Alla quale proposta si levò e contradisse il valente e savio cavaliere messer Farinata degli liberti e nella sua diceria propose gli antichi due grossi proverbi che dicono: com' sino sape, così minuzza rape; e vassi capra zoppa, se 'I lupo non la 'ntoppa: e questi due pro-verbi rimesti in uno, dicendo: com'asino sape, si va capra zoppa; così minuzza rape, se 'I lupo non la 'ntoppa; recando poi con savie parole esempio e comparazioni sopra il grosso proverbio, com'era follia di ciò parlare, e come gran pericolo e danno ne potea avvenire, e s'altri eh' egli non fosse, mentre ch'egli avesse vita in corpo, colla spada in mano la difenderebbe. Veggendo ciò il conte Giordano, e l'uomo, e dell'autoritade ch'era messer Farinata, e il suo gran seguito, e come parte ghibellina se ne potea partire, e avere discordia, sì si rimase, e inlesono ad altro; sicché per uno buono uomo cittadino scampò la nostra città di Firenze da tanta furia, distruggimento, mina. Ma poi il detto popolo di Firenze ne fu ingrato, male conoscente contra il detto messer Farinata, e sua progenia e lignaggio, come innanzi faremo menzione. Ma per la sconoscenza dello ingrato popolo nondimeno è da commendare, e da fare notabile memoria del virtudioso e buono cittadino, che fece a guisa del buono antico Cammino di Roma, come racconta Valerio, e Tito Livio.»
Croniche
di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e
corredate di note filologiche e storiche,
Vol. I, Trieste, 1857, p. 105.
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