lunedì 2 settembre 2013

S. MINIATO NELLA NUOVA CRONICA DI GIOVANNI VILLANI 37/38


La prima parte delle Historie universali de' suoi tempi
di Giovan Villani Cittadino Fiorentino, Venezia, 1559

37 [anno 1344] LIBRO XII. CAPITOLO XXIX.
Ancora della guerra dalla gente di meser Luchino Visconti co’ Pisani.

«Nell’anno MCCCXLIIII, a dì V d’aprile, avendo la gente di Pisani ch’erano in Versilia e in Lunigiana fatto uno grande fosso con isteccati e bertesche dalla marina al castello di Rotaia, e poi infino alla montagna al castello di Montegioli ch’ellino tenieno, acciò che lla gente di meser Luchino ch’erano in Lunigiana no lli potessono correre e guerreggiare sopra il contado di Pisa, e quelle fortezze si guardavano di dì e di notte co lloro gente assai grossa a cavallo e a piè; e quella notte la gente di meser Luchino ruppono la fortezza tra Rotaia e Montegioli, e passaro, e vigorosamente assaliro la gente di Pisani; e dopo la grande battaglia la gente de’ Pisani furono sconfitti, e molti presi e morti, onde i Pisani molto isbigottiro. E poi a dì II di maggio menando meser Benedetto Maccaioni di Gualandi, rubello di Pisa, CCC cavalieri di que’ di meser Luchino, ch’erano vernati in Maremma, co llui a guerreggiare i Pisani e lloro terre per accozzarli colla gente grossa di meser Luchino che per la vittoria avuta a Rotaia volieno passare il Serchio, e venire di qua in su quello di Pisa, essendo albergati a Santa Gonda, provedutamente e posta fatta furono sopresi da D cavalieri di Pisani e molti balestrieri, ch’erano stati al Ponte ad Era per attenderli; e rimasene tra presi e morti più di C a cavallo, e tutti erano tra presi e morti, se non che si fuggiro sopra le spiagge di San Miniato, e quivi coll’aiuto di Saminiatesi quelli che iscampati erano si ridussono a salvamento. Sentendo questa novella meser Giovanni Visconti capitano della gente di meser Luchino si partì di Versilia con LXX bandiere, che furono da MD a cavallo, e passarono il Serchio al ponte a Moriano, e vennero per la Cerbaia e passato la Guisciana a Rosaiuolo, e poi guadarono l’Arno e ricolsono la loro gente da Santa Gonda, e acamparsi a Castello del Bosco, e in sulla Cecina guerreggiando il contado di Pisa per più tempo, e prendendo più loro terre e castella. La gente de’ Pisani, ch’erano da M cavalieri, s’afforzaro al fosso Arnonico e al Ponte ad Era a guardare la frontiera, sanza avisarsi co’ nimici. E partiti da Castello del Bosco, osteggiando per più campi la Valdera e lla Maremma infino all’agosto, e più vi sarebbono dimorati, se non fosse che per lo soperchio caldo e disagi vi si cominciò una corruzione, onde assai ve ne malarono e morirono. E infra gli altri caporali ne morì meser Benedetto Maccaioni grande nimico di Pisani, e Arrigo di Castruccio che ffu signore di Lucca. E per la mortalità e pestilenza si partì la detta oste, que’ ch’erano scampati, e tornarsi in Versilia con grande loro dannaggio di gente. Lasceremo alquanto di questa guerra, e diremo d’altre novità occorse in questi tempi.»

Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e corredate di note filologiche e storiche, Vol. I, Trieste, 1857, pp. 462-463.

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