La
prima parte delle Historie universali de' suoi tempi
di
Giovan Villani Cittadino Fiorentino,
Venezia, 1559
37 [anno 1344] LIBRO XII. CAPITOLO XXIX.
Ancora
della guerra dalla gente di meser Luchino Visconti co’ Pisani.
«Nell’anno
MCCCXLIIII, a dì V d’aprile, avendo la gente di Pisani ch’erano
in Versilia e in Lunigiana fatto uno grande fosso con isteccati e
bertesche dalla marina al castello di Rotaia, e poi infino alla
montagna al castello di Montegioli ch’ellino tenieno, acciò che
lla gente di meser Luchino ch’erano in Lunigiana no lli potessono
correre e guerreggiare sopra il contado di Pisa, e quelle fortezze si
guardavano di dì e di notte co lloro gente assai grossa a cavallo e
a piè; e quella notte la gente di meser Luchino ruppono la fortezza
tra Rotaia e Montegioli, e passaro, e vigorosamente assaliro la gente
di Pisani; e dopo la grande battaglia la gente de’ Pisani furono
sconfitti, e molti presi e morti, onde i Pisani molto isbigottiro. E
poi a dì II di maggio menando meser Benedetto Maccaioni di Gualandi,
rubello di Pisa, CCC cavalieri di que’ di meser Luchino, ch’erano
vernati in Maremma, co llui a guerreggiare i Pisani e lloro terre per
accozzarli colla gente grossa di meser Luchino che per la vittoria
avuta a Rotaia volieno passare il Serchio, e venire di qua in su
quello di Pisa, essendo albergati a Santa Gonda, provedutamente e
posta fatta furono sopresi da D cavalieri di Pisani e molti
balestrieri, ch’erano stati al Ponte ad Era per attenderli; e
rimasene tra presi e morti più di C a cavallo, e tutti erano tra
presi e morti, se non che si fuggiro sopra le spiagge di San Miniato,
e quivi coll’aiuto di Saminiatesi quelli che iscampati erano si
ridussono a salvamento. Sentendo questa novella meser Giovanni
Visconti capitano della gente di meser Luchino si partì di Versilia
con LXX bandiere, che furono da MD a cavallo, e passarono il Serchio
al ponte a Moriano, e vennero per la Cerbaia e passato la Guisciana a
Rosaiuolo, e poi guadarono l’Arno e ricolsono la loro gente da
Santa Gonda, e acamparsi a Castello del Bosco, e in sulla Cecina
guerreggiando il contado di Pisa per più tempo, e prendendo più
loro terre e castella. La gente de’ Pisani, ch’erano da M
cavalieri, s’afforzaro al fosso Arnonico e al Ponte ad Era a
guardare la frontiera, sanza avisarsi co’ nimici. E partiti da
Castello del Bosco, osteggiando per più campi la Valdera e lla
Maremma infino all’agosto, e più vi sarebbono dimorati, se non
fosse che per lo soperchio caldo e disagi vi si cominciò una
corruzione, onde assai ve ne malarono e morirono. E infra gli altri
caporali ne morì meser Benedetto Maccaioni grande nimico di Pisani,
e Arrigo di Castruccio che ffu signore di Lucca. E per la mortalità
e pestilenza si partì la detta oste, que’ ch’erano scampati, e
tornarsi in Versilia con grande loro dannaggio di gente. Lasceremo
alquanto di questa guerra, e diremo d’altre novità occorse in
questi tempi.»
Croniche
di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e
corredate di note filologiche e storiche,
Vol. I, Trieste, 1857, pp. 462-463.
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