di
Giovan Villani Cittadino Fiorentino,
Venezia, 1559
04
[anno 1220] LIBRO VI. CAPITOLO I.
Qui
comincia il VI libro: come Federigo secondo fue consecrato e fatto
imperadore, e le grandi novitadi che furono.
«Negli
anni di Cristo MCCXX, il dì di santa Cecilia di novembre, fue
coronato e consecrato a Roma a imperadore Federigo secondo re di
Cicilia, figliuolo che fu dello ’mperadore Arrigo di Soavia e della
imperadrice Gostanza, per papa Onorio terzo a grande onore. Al
cominciamento questi fu amico della Chiesa, e bene dovea esser; tanti
benefici e grazie avea dalla Chiesa ricevute, ché per la Chiesa il
padre suo Arrigo ebbe per moglie Gostanza reina di Cicilla, e in dote
il detto reame e regno di Puglia, e poi morto il padre, rimanendo
piccolino fanciullo, dalla Chiesa, come da madre, fu guardato e
conservato, e eziandio difeso il suo reame, e poi fattolo re de’
Romani eleggere contro a Otto quarto imperadore, e poi coronato
imperadore, come di sopra è detto.
Ma
elli figliuolo d’ingratitudine, non riconoscendo santa Chiesa come
madre, ma come nemica matrigna, in tutte le cose le fu contrario e
perseguitatore, egli e’ suoi fi gliuoli, quasi più che’ suoi
anticessori, sì come innanzi faremo di lui menzione. Questo Federigo
regnò XXX anni imperadore, e fue uomo di grande affare e di gran
valore, savio di scrittura e di senno naturale, universale in tutte
cose; seppe la lingua latina, e la nostra volgare, tedesco, e
francesco, greco, e saracinesco, e di tutte virtudi copioso, largo e
cortese in donare, prode e savio in arme, e fue molto temuto. E fue
dissoluto in lussuria in più guise, e tenea molte concubine e
mammoluchi a guisa de’ Saracini: in tutti diletti corporali volle
abbondare, e quasi vita epicuria tenne, non faccendo conto che mai
fosse altra vita. E questa fu l’una principale cagione perché
venne nemico de’ cherici e di santa Chiesa. E per la sua avarizia
di prendere e d’occupare le giuridizioni di santa Chiesa per male
dispenderle, e molti monasteri e chiese distrusse nel suo regno di
Cicilia e di Puglia, e per tutta Italia, sicché, o colpa de’ suoi
vizii e difetti, o de’ rettori di santa Chiesa che co llui non
sapessono o non volessono praticare, né esser contenti ch’elli
avessero le ragioni dello ’mperio, per la qual cosa sottomise e
percosse santa Chiesa; overo che Idio il permettesse per giudicio
divino, perché i rettori della Chiesa furono operatori ch’egli
nascesse della monaca sagra Gostanza, non ricordandosi delle
persecuzioni che Arrigo suo padre e Federigo suo avolo aveano fatte a
santa Chiesa. Questi fece molte notabili cose al suo tempo, che fece
a tutte le caporali città di Cicilia e di Puglia uno forte e ricco
castello, come ancora sono in piede, e fece il castello di Capovana
in Napoli, e le torri e porta sopra il ponte del fiume del Volturno a
Capova, le quali sono molto maravigliose, e fece il parco
dell’uccellagione al Pantano di Foggia in Puglia, e fece il parco
della caccia presso a Gravina e a Melfi a la montagna. Il verno stava
a Foggia, e la state a la montagna a la caccia a diletto. E più
altre notabili cose fece fare: il castello di Prato, e la rocca di
Samminiato, e molte altre cose, come innanzi faremo menzione. E ebbe
due figliuoli della sua prima donna, Arrigo e Currado, che ciascuno a
sua vita fece l’uno appresso l’altro eleggere re de’ Romani; e
della figliuola del re Giovanni di Ierusalem ebbe Giordano re, e
d’altre donne ebbe il re Federigo, onde sono discesi il legnaggio
di coloro che si chiamano d’Antioccia, il re Enzo e lo re Manfredi,
che assai furono nimici di santa Chiesa. E alla sua vita egli e’
figliuoli vivettono e signoreggiaro con molta gloria mondana, ma alla
fine egli e’ suoi figliuoli per gli loro peccati capitaro e finiro
male, ed ispensesi la sua progenia, sì come innanzi faremo
menzione.»
Croniche
di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e
corredate di note filologiche e storiche,
Vol. I, Trieste, 1857, pp. 75-76.
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