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(1390) Trattato di ribellione in San Miniato
«Del
mese di Gennaio [1390,
n.d.r.] fu rivelato à
detti 10 [si tratta dei
“Dieci di Balìa”, che governavano a Firenze, n.d.r.] uno
trattato, il quale si teneva per certi cittadini di S.
Miniato del
Tedesco, ò vero Fiorentini, con M. Giovanni d'Azzo degli Ubaldini,
che all'hora era à Siena per capitano delle genti del conte di virtù
[ovvero Gian Galeazzo
Visconti, n.d.r.], di
dargli la rocca, e terra di S.
Miniato detto, per
dimestichezza che tenevano col castellano, col quale dovevano al
tempo dato cenare, & ucciderlo, & fare cenno à Siena à
detto M. Giovanni & richiesono i detti traditori à ciò fare
altri cittadini di Santo Miniato, i quali lo vennono à rivelare à
Firenze a' 10 & i traditori si fuggirono, di poi ne fu preso uno
de' principali trattatori, detto Stolfo cimatore, e fu menato à
Firenze, e strascinato insino a' frati del castagno, & fu
impiccato in su uno poggio, perché fosse veduto da chi venisse da S.
Miniato, & ivi
à due anni ne fu preso un'altro detto Batista orafo, & fu
attanagliato per Firenze, & impiccato, per questa cagione, &
per altri trattati tenuti pe' Pisani di torre altre nostre terre, &
per havere poco innanzi cavalcato, & rubato i Montepulcianesi
contro à ogni patto fatto, & havere fatto il simile in Maremma
al conte Bartolo degli Orfani aderente de' Fiorentini [...]».
Piero
[Domenico] Buoninsegni, Historia
Fiorentina, appresso
Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, Libro Quarto, pp. 693-694.
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