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(1369) Verso l’Assedio di San Miniato
«Di
nuovo il Patriarca d'Aquileia che teneva San
Miniato per lo
Imperadore in vergogna di Santa Chiesa colla bandiera spiegata delle
chiavi, colle sue genti cavalcò più volte in sul terreno de'
Fiorentini, & assai chiaro dimostrò che ciò che lo Imperadore
haveva fatto contro a' Fiorentini, tutto era suto à richiesta del
Papa, nondimeno molte volte le genti de' Fiorentini gli assaltarono,
& presonne alcuni, & insieme con messer
Giovanni Mangiadori
sbandito di San Miniato, che teneva Cigoli,
& monte
Bicchieri, &
altre castella, gli stringevano si in S.
Miniato che poco
ne potevano uscire, & presono Monte
Arso, che è
presso S. Miniato
uno miglio.
In
questi tempi fu fatto noto al Papa, come lo Imperadore haveva quasi
conchiuso accordo per danari con M. Bernabò di lasciarlo vicario di
Pisa, & di Lucca, di che assai si turbò, & aoperò tanto con
lettere, & con minacce che s'annullò, & non lo fece, anzi
fece suo vicario di S.
Miniato, & di
Lucca, il cardinale di Bologna; […].
Nonostante tutte le sopradette cose lo Imperadore essendo à Lucca, &
dubitando della sua persona si ridusse per sua sicurtà fuori in sul
ceruglio, lasciato in Lucca per suo vicario il sopradetto Cardinale
di Bologna, & volendosi ritornare à casa richiese i Fiorentini
delle loro genti d'arme che l'accompagnassono allo andare per l'alpe
di Modona insino à Bologna, & mandovvisi due cavalieri di
Firenze colle nostre genti, che furono M. Iacopo degli Alberti, &
M. Rosso de' Ricci, i quali fedelmente accompagnarono lui, & la
Imperadrice sotto la insegna del comune di Firenze del mese di Luglio
1369 & tennesi bene servito dal nostro comune, & tornossi in
suo paese ricco, ma con poco honore. Come appare le scritture passate
i Fiorentini per sdegno conceputo co' Pisani, s'erano levati dal
trafficare in porto Pisano, & per convegna fatta co' Sanesi
trafficavano à Talamone, la qual cosa citava à Pisani gran danno, &
insalvatichiuane la città, per la qual cosa i Pisani havevano
tentato per molti modi, che i Fiorentini vi ritornossono à
trafficare, seguì che incorsono nella tirannia di Giovanni
dell'Agnello, & funne cacciato fuori M. Piero [Domenico]
Gambacorti, & suoi seguaci per essere riputati amici de'
Fiorentini, disfatta che fu la tirannia di M. Giovanni detto, &
ritornato M. Piero [Domenico], & i suoi amici, consentirono i
Fiorentini di ritrarsi da Talamone, & tornare à fare porto a
Pisa, & questo fu à primo di Luglio 1369, perché era loro più
commodo, & i Sanesi anche in verità non tenevano molto sicura la
strada da Talamone, & Siena, & spesso accadeva che chi usa
detta strada gliera fatto villania, & ancora tutto di da' Sanesi
si riceveva delle ingiurie.»
Piero
[Domenico] Buoninsegni,
Historia Fiorentina,
appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, Libro Quarto, pp.
537-539.
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