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(1396) Rivolta di Benedetto Mangiadori
«Del
mese di Dicembre [1395,
n.d.r.] mandò il Duca di
Milano à Pisa il conte Alberico da Barbiano suo capitano, & il
conte Giovanni anche da Barbiano con le sue genti in numero di circa
5000 cavalli, il perché i conti di monte Scudaio condussono M.
Bartolommeo da Prato con le sue genti, & i Fiorentini ne
condussono molte più, & i Bolognesi mandarono in aiuto Malatesta
da Pesero loro capitano con 200 lance.
Perché
si diceva, che tutte queste genti si ragunavano à Pisa per
offerndere Lucca, & i conti di monte Scudaio, tanto aoperarono i
Fiorentini con loro ambasciadori, che fra tutti fecion pace, & il
merito che n'avemo fu, che tutte dette genti ci si rivolsono addosso.
Tutte
le sopradette genti del mese di Febbraio n'andarono in quello di
Lucca in numero di 5000 cavalli à fine che quelle de' Fiorentini si
levassino da S.
Miniato,
& così riuscì
che tutte ne vennono in valdinievole, dubirando che quelle non ci
cavalcassino da quella parte e rimase S.
Miniato voto di
gente d'arme, per la quale cosa Benedetto
Mangiadori mandato
da M. Iacopo da Piano à dì 20 di Febbraio à sera partì da Pisa
con venti compagni, & venne à S.
Miniato, &
poco fra notte entrò nel
palagio del
vicario, perché nulla guardia faceva & in sala uccise il
vicario, che era Davanzato di Giovanni Davanzati di età d'anni 65 &
infermo, & il corpo gittorono à terra delle finestre, e tutti
quelli che erano con lui furono chi presi, e chi morti, e chi ferito,
poi gridò viva il popolo, e libertàm credendo essere seguito da
tutti i cittadini, ò almeno da suoi amici, e da sua setta, e
serraronsi nel palagio, riuscigli pel contrario, perché tutto il
popolo di subito s'armò gridando viva il comune di Firenze, &
chiamando il detto Benedetto traditore, & in meno di cinque hore
vi soccorse delle terre vicine più di duemila fanti, i quali subito
furono ad affocare, e combattere il palagio, & benché si
tenessino dentro al palagio insino alle sei hore, pure non vedendo
venire il soccorso che aspettavano da Pisa si fuggirono da lato di
dietro del palagio, & andarono nelle terre de' Pisani, il detto
trattato havevano ordinato M. Iacopo da Piano sopradetto, &
Ceccolino de Michelotti da Perugia, il quale doveva soccorrervi con
dugento lance, e giunse la mattina, & fu rimandato indietro
condanno, & con vergogna dalle genti che v'erano soccorse & 6
de compagni di Benedetto che vi rimasono presi, & alcuno altro
colpevole, furono menati à Firenze, e morti di varie morti secondo
le colpe».
Piero
[Domenico] Buoninsegni, Historia
Fiorentina, appresso
Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, Libro Quarto, pp. 739-741.
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