di Francesco Fiumalbi
APSM-ISVP-001
SACRA FAMIGLIA, VIA RONDONI ANGOLO VIA MANGIADORI A SAN MINIATO
SCHEDA SINTETICA
Oggetto:
Formella con Sacra Famiglia
Luogo: San
Miniato, via Rondoni angolo via Mangiadori
Tipologia:
Formella in ceramica
Tipologia immagine: Formella in ceramica dipinta
Soggetto:
Sacra Famiglia (Gesù Bambino, San Giuseppe e Madonna)
Altri soggetti: No
Autore: Dilvo Lotti
Epigrafe:
SI
Indulgenza:
SI, 100gg
Periodo:
1957
Riferimenti:
Ente Provinciale per il Turismo di Pisa, Mons. Felice Beccaro, Dilvo Lotti
Id: APSM-ISVP-001
Uno degli scorci più
caratteristici di San Miniato è sicuramente l'angolo fra via Pietro Rondoni e
via Mangiadori. E' qui che dal 1957 è collocato un bassorilievo in ceramica,
realizzato da Dilvo Lotti, e raffigurante La
Sacra Famiglia (1).
L'opera fu
commissionata al celebre artista sanminiatese dall'Ente Provinciale per il
Turismo di Pisa, all'interno di un programma di valorizzazione della Città di
San Miniato, gravemente rimaneggiata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu così,
per esempio, che furono commissionate negli stessi anni, le pitture sotto la
Loggetta del Fondo.
Trattandosi di un
crocicchio, venne naturale pensare ad un'immagine a tema religioso in analogia
con l'altra realizzazione di Dilvo Lotti, La
Crocifissione, collocata, nello stesso periodo, all'incrocio fra viale
Matteotti, via Pietro Rondoni e via Angiolo Del Bravo.
Dilvo Lotti,
La Sacra Famiglia, San Miniato, 1957
comunemente
detta "Madonna della Frittata"
Foto di
Francesco Fiumalbi
Si tratta di un'opera
in ceramica che si inserisce nella variegata, e mai banale, ricerca formale di
Dilvo Lotti (2) che nelle forme appare molto diversa rispetto ad una immagine
sacra di tipo "tradizionale", anche se concettualmente molto vicina. L'ideale
unità della famiglia di Nazareth è interpretata da Dilvo Lotti attraverso una
complessa orchestrazione, con contorni non propriamente definiti, con innesti
inconsueti, e con quella dinamicità interna che coinvolge le figure di San
Giuseppe, di Maria e di Gesù Bambino.
I sanminiatesi, lo
sappiamo, sanno essere anche molto pungenti. E di fronte a questa ceramica,
alla sua complessità, al suo sistema figurativo per parti disomogeneo ma
omogeneo nella sua unità, è scappata quella battuta irriverente che ha segnato,
e segna ancora oggi, il bassorilievo del Lotti.
Ma quale Sacra Famiglia! Quella è la
Madonna della Frittata!!
Effettivamente i
personaggi risultano un po' schiacciati ed anche la tecnica con la quale è
stata modellata la ceramica, contribuisce a creare quell'effetto
"pasticcio" (si vedano, per esempio, le aureole), che ha ispirato
l'ilarità dei sanminiatesi.
Dilvo Lotti,
La Sacra Famiglia, San Miniato, 1957
comunemente
detta "Madonna della Frittata"
Foto di
Francesco Fiumalbi
Tuttavia l'opera
presenta diversi spunti di interesse. Certamente la figura di Maria è centrale
in questa opera, ma quella da notare con particolare attenzione è il Bambino.
Gesù è raffigurato
come un fanciullo vivace, che quasi "scappa" dall'abbraccio della
Madre, la quale sembra scambiare uno sguardo preoccupato con San Giuseppe. E'
una figura che manifesta chiaramente la propria autonomia: le dita della mano
destra sono in segno benedicente, mentre la mano destra tiene in mano un
uccello, il cardellino. La sua connessione con il Bambino deriva da una antica
leggenda cristiana: sorvolando la testa di Gesù durate la salita verso il Monte
Calvario, il cardellino tolse una spina dalla fronte di Cristo, macchiandosi
con una goccia del suo sangue. Quindi la presenza del Cardellino è un'allusione
ad un momento della Passione di Cristo, e quindi alle vicende terrene che Gesù
dovrà superare per compiere la sua missione, prima
ricongiungersi col Padre. Si tratta di una "prolessi", cioè di un
elemento che anticipa una situazione appartenente alla parte conclusiva di un
periodo. Questo particolare è molto frequente nell'iconografia di Gesù Bambino,
come ad esempio, nella cosiddetta Madonna
di Cigoli che certamente Lotti aveva avuto modo di apprezzare (3).
Al
di sopra della testa di Gesù, si staglia chiaramente la figura di una colomba,
lo Spirito Santo, che guida Cristo attraverso la sua vita. Tutt'attorno gli
angeli, che circondano anche le due figure di Maria e Giuseppe. Interessanti anche le parole Ave Maria, che costituiscono la frase pronunciata dall'Arcangelo Gabriele nell'episodio dell'Annunciazione. Le parole sono affiancate da tre stelle, simbolo della verginità della Madonna, prima, durante e dopo il parto.
Sotto alla ceramica è
collocata una targa che informa dell'indulgenza concessa a chi, soffermandosi,
reciterà una Ave Maria:
A chi reciterà l'Ave Maria
davanti a questa immagine
è concessa l'indulgenza
di cento giorni ogni volta
21.4.1957 Felice Beccaro Vescovo
Al di sotto della
composizione del Lotti trova posto una fontanella, con una piccola e graziosa
vasca in pietra, sorretta da un basamento in mattoni. Un piccolo angolo, ricco
di particolari e di spunti, che sicuramente ha arricchito uno degli scorci più
caratteristici, e amati, di San Miniato.
NOTE BIBLIOGRAFICHE:
(1) Macchi Luca, Immagini sacre per le pubbliche vie di San
Miniato e del suo territorio comunale, in Bollettino dell'Accademia degli
Euteleti della Città di San Miniato, n. 61, San Miniato, 1994, n. 26, p. 198.
(2) Macchi Luca, Dilvo Lotti, l'arte e la fede. L'impegno di
un artista nella vita del suo tempo, in Macchi Luca (a cura di), Dilvo Lotti. L'arte e la fede, Edizioni
ETS, Pisa, 2008, pp. 29-30.
(3) Dilvo Lotti, fra
il 1935 e il 1937, dipinge presso il Santuario di Cigoli la Storia del grande miracolo. Macchi Luca,
Dilvo Lotti: l'itinerario artistico di un
maestro della pittura, in Luca Macchi (a cura di), Dilvo Lotti. Un maestro della pittura, Cassa di Risparmio di San
Miniato, pp. 26, 228-229.