a cura di Francesco Fiumalbi
INTRODUZIONE
Presso l'Archivio di Stato di Firenze sono conservati
numerosi documenti appartenenti ad istituzioni sanminiatesi. Si tratta per la
maggior parte di atti molto antichi, che riguardano anche le comunità
conventuali e monastiche che un tempo erano presenti a San Miniato e che
vennero soppresse o che comunque pervennero alla cessazione. Fra questi
troviamo anche gli atti del Monastero di Santa Chiara.
Grazie alla vasta catalogazione e al regesto operato
nei primi anni del secolo scorso, abbiamo preziose informazioni circa la
consistenza e i contenuti di migliaia e migliaia di documenti medievali
conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze. E fra questi ci sono anche
quelli del Monastero di Santa Chiara. Si tratta di 14 atti sottoscritti in un
arco temporale che va dal 1338 al 1540. Va segnalato che molti dei documenti
potrebbero sembrare non inerenti alla comunità religiosa. In realtà potrebbero
essere stati utilizzati per dimostrare la proprietà di immobili al momento
della loro donazione al convento. In questa pagina, più avanti, è proposta la
trascrizione integrale dello “spoglio” dei documenti di questa comunità
religiosa nata a San Miniato nel medioevo.
Il complesso monumentale dell'ex Monastero di Santa Chiara
Foto di Francesco Fiumalbi
IL MONASTERO DI SANTA CHIARA A SAN MINIATO
Il
Monastero di Santa Chiara, secondo la tradizione riportata da vari autori,
sarebbe stato fondato nella prima metà del '300, a partire da un lascito
testamentario del 1338 e intorno ad un precedente cenobio benedettino [G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco.
Con notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 73-75]. Tuttavia la
fondazione del Monastero di Santa Chiara va retrodatata al XIII secolo, anche
se in circostanze non conosciute. Infatti,
già nel 1298 la comunità beneficiò di un lascito da parte di donna Ciarfa [Archivio di Stato di Firenze, Notarile
Antecosimiano, Lascito di donna Ciarfa alle clarisse di S. Miniato, 8
marzo 1298; cfr. G. Giannoni Rocchi, Santa Chiara. Venerabile monastero e
regio conservatorio, Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato,
Tip. Palagini, San Miniato, 1996, p. 28].
Successivamente
nel 1315 le religiose si trovarono coinvolte nelle azioni militari operate da
Uguccione della Faggiola per sottoporre il territorio sanminiatese alla
dominazione pisana [Ser
Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario (1299-1319), edizione a
cura di V. Mazzoni, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008, cc. 44r, 50r e 54v,
pp. 55, 60 e 65].
Il
Monastero è documentato anche negli Statuti sanminiatesi del 1336, in
cui viene concessa da parte del Comune un'oblazione annuale di 100 libbre in
denaro, da corrispondere metà nel mese di febbraio e metà in quello di
settembre [Statuti del Comune di San Miniato al Tedesco (1337), a cura
di F. Salvestrini, Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo, Comune di San
Miniato, Edizioni ETS, Pisa, 1994, Libro IV, rubr. 85 <89>, pp. 377-378].
Con le
riforme leopoldine, nel 1785 il Monastero divenne Conservatorio e in questo
modo, essendo sottoposto all’autorità civile e non a quella religiosa, non fu
colpito dalle soppressioni napoleoniche (1810). Con l’Unità d’Italia mantenne
il ruolo di centro di educazione femminile, passando al Ministero della Pubblica
Istruzione nel 1935, gestito da un ordine religioso fino al 1975. Dal 2006 il
patrimonio è gestito dalla Fondazione Conservatorio di Santa Chiara.
IL VERSAMENTO DEI DOCUMENTI ALL'ARCHIVIO
DIPLOMATICO
POI CONFLUITO NELL'ARCHIVIO DI STATO
Con motuproprio del 24 dicembre 1778, il
Granduca di Toscana Pietro Leopoldo istituì il cosiddetto Archivio
Diplomatico. Tale provvedimento prevedeva l'obbligo di consegna dei
documenti pergamenacei da parte degli uffici periferici del Granducato, i
Comuni, i conventi e i monasteri, nonché le università e le opere pie. Rimase
un provvedimento facoltativo per i soggetti privati. Il versamento dei
documenti all'Archivio Diplomatico fu effettuato, infatti, dal
Monastero di Santa Chiara nel 1779. Questo archivio confluì nel 1852 all'Archivio
Centrale dell'allora Granducato di Toscana (istituito da Leopoldo II
con decreto del 30 settembre 1852), divenuto Archivio di Stato di Firenze con
l'Unità d'Italia.
IL REGESTO DEI DOCUMENTI PROVENIENTI
DAL MONASTERO DI SANTA CHIARA
I documenti oggetto del regesto, antecedenti l'anno
1400, sono stati digitalizzati e sono oggi disponibili per la consultazione via
web. Per ciascuno di questi è proposto anche il link alla pagina specifica.
AVVERTENZA: per facilitare la lettura ad un pubblico
più vasto possibile, le abbreviazioni sono state tutte esplicitate. In azzurro
le indicazioni del numero di carta.
[054r]
Monastero di S.
Chiara
di S. Miniato
[054v] [055r]
1
3 maggio 1338
Sentenza data dal
Dottore Pollio di Trento nelle cause vertenti fra le Monache di San Paolo di
San Miniato del Comune di Firenze, e quelle di San Jacopo e San Filippo di
Castelfranco del Val d’Arno. Rogato per Ser Piero del fu Michele di Rainaldo
Portigiani di San Miniato.
2
28 gennaio 1371
Indizione X
Naparello del fu
Nepi di Cojano del Comune di San Miniato vende, per il prezzo di 15 fiorini d’oro
del conio fiorentino, a Michele di Ser Niccolò di Carmignano del Comune di
Firenze, abitante nella Cura di S. Frediano, un pezzo di terra, posto nei
confini di Cojano, luogo detto Cerreta, dentro i suoi confini, facendo al
medesimo donazione fra i vivi del di più che esso pezzo di terra valeva. E
donna Tessa del fu Corsi di Cojano cede al suo compratore le ragioni che per
sicurtà delle sue doti in esso pezzo ritiene. [055v] Il compratore poi affitta il pezzo di terra al venditore sotto l’obbligo
di [?]ivi. Fatto nel pezzo di terra medesimo, e rogato per Ser Ferdinando del
fu Coverino di Collepatti del Comune di San Miniato di Firenze.
3
16 novembre
1371 Indizione X
Gino del fu
Tommaccio di Cojano del Distretto di San Miniato di Firenze per Guido Gnolfi
del distretto medesimo, indicato a procuratore, vende per il prezzo di 14
fiorini d’oro ad Antonio del Provinciale del Comune di Santo Stefano di San
Miniato suddetto, tre pezzi di terra lavorati, vitati, dei quali il primo
situato nel detto Comune di Santo Stefano luogo detto Ponte, il secondo luogo
detto Fontanelle del Comune medesimo, ed il terzo Camporsi del suddetto Comune,
dentro i loro propri confini. Dei quali 14 fiorini fa la dovuta ricevuta al
detto compratore solvente. Fatto nel Castello di Santo Stefano di San Miniato,
e rogato per Ser Niccolò del fu Michele di Carmignano Giudice Ordinario Notaro pubblico.
4
29 Giugno 1384
Indizione VII
Michele del fu
Martino Cecchi di San Miniato vende per il prezzo di 30 fiorini d’oro, donando
fra vivi la maggior valuta, a Antonio del Provinciale una casa posta nella
Contrada di Pancoli di San Miniato descritta nei suoi confini. Fatto nella
Contrada Pancoli di San Miniato e rogato per Ser Orlandino di Jacopo del fu Drea
del detto luogo Giudice ordinario e Notaio pubblico.
[056r]
5
8 settembre
1388 Indizione XII
Michele del fu
Gherardo Ceuli del Comune di Firenze confessa aver ricevuto da Jacopo figlio di
Buccio di Ser Giovanni di San Miniato, fiorini d’oro 16 in prestito, quali s’obbliga
restituire dentro il termine di mesi tre, al pagamento dei quali fu mallevadore
Miniato del fu Jacopo Ceuli del luogo suddetto. Fatto in San Miniato, nel Contrafforte
e nella bottega di Marchionne del fu Bartolommeo.
Nel 15 settembre
1392 Indizione I, Iacopo suddetto, col consenso di detto suo padre ivi
presente, costituisce procuratore a risquotere il detto credito da Michele debitore
a Miniato mallevadore Nerio del fu Redi di San Miniato. Fatto in San Miniato
avanti la bottega di Giovanni di Jacopo Franchini e rogato per Ser Giovanni di
Ser Pietro Gucci di San Miniato Giudice Ordinario e Notaio pubblico.
6
26 novembre
1390 Indizione XI
Frammento d’imbreviature
di Meo di Jacopo di Ser Matteo del fu Zanni pubblico notaio di Pistoia, scritto
e rogato per Ser Luca del fu Beghino del fu Nello di Pistoia Giudice ordinario
e notaio pubblico.
7
20 gennaio
1393 e 1394 Indizione II
Commissioni, Atti
e Sentenze del Dottor Giovanni Ciacchi dall’Alto Giudice Assessore, e Potestà del
Comune di San Miniato, nel tempo della Potesteria in Firenze del nobilissimo e
potente milite Michele de’ Medici. Scritta da Tommaso del fu Gherardo di San
Miniato notaio pubblico e scrivano del detto Comune.
[056v]
8
13??
Piero confessa d’aver
ricevuto dalla signora Mea di Benedetto Grifoni 200 fiorini d’oro in dote, e si
obbliga alla restituzione di quella in tutti i casi di ragione, alla qual restituzione
pure si obbligano due suoi fratelli e la di lei madre. Rogato per Ser Giovanni
del fu Piero d’Andrea Ciarri di San Miniato. La medesima è tagliata in principio.
9
1 luglio 1420
Indizione XIII
Testamento
noncupativo di Aldo [?] del fu Gherardo
Landucci di San Miniato di Firenze, mediante il quale dopo varj legati
instituisce sua erede universale la fanciulla Margherita sua figlia legittima,
e naturale, alla quale morendo senza marito, o maritata senza figli,
sostituisca in generale tutti i poveri ad elezione dei curatori testamentari.
Fatto in San Miniato nella casa di Marco di Bartolommeo Corri e rogato per Ser
Bartolomeo del fu Ser Niccolò di San Miniato Giudice ordinario e Notaio pubblico.
10
19 gennaio
1434 Indizione XIII
Donna Mea del fu
Giovanni Bottari di San Miniato di Firenze e moglie del fu Antonio di Giovanni
per Ser Davino pure di San Miniato elegge per suo mondualdo Antonio di [??]gno Melchiorre
di Firenze ivi abitante, col consenso e licenza del quale nomina, ed elegge,
suo [057r] speciale e generale procuratore in tutte le sue liti,
negozj, Ser Nanni di Niccolò Bottari di detto luogo. Fatto in San Miniato nella
Contrada chiamata Lonferno [vicolo
dell’Inferno? L’Ontraino?] e rogato per Ser Niccolò di Ser Lodovico di Ser
Duccio di Giovannastra di detto luogo notaio fiorentino e giudice ordinario.
11
4 luglio 1444
Indizione XII
Sentenza data dai
cinque ufficiali conservativi della comunità e distretto di Firenze, deputati
sopra i contratti illeciti, ed usurarj, i nomi dei quali sono: Castello di
Pietro Quaratesi; Piero di Simon Mariotto Orlandini; Dino di Matteo Azzi; Gentile
di Ghino Cortigiani; Paolo di Niccolò Paolo Benci; onorati cittadini
fiorentini, mediante la quale fu dichiarato come illecito, usurario e fatto con
frode il contratto di cessione di una casa posta sulla piazza di San Miniato. Qual
casa [che era di] Leonardo di Agnolo
da San Miniato, essendo in prigione per non aver con che soddisfare a fiorini
31 dei quali andava creditore Lando di Andrea del Lando per aver pagati detti
fiorini nell’anno 1432 a Niccolajo del Maestro Cristofano pagatore di fiorini
70 a Piero Baroncelli di Firenze, che ne aveva prestati 130 al detto Leonardo
sulla fede e mallevadoria dei due suddetti, aveva ceduta al detto Lando d’Andrea
per anni 8 con patto che pagando esso Leonardo al medesimo [057v] fiorini 36, egli dovesse a lui restituire
il libero dominio della casa medesima, e nel tempo dell’inscritto debito
permetta al cessionario e sua famiglia abitare una parte della casa medesima;
quali patti di detto Lando non essendo stati osservati, [fu] anzi detto Leonardo
discacciato dalla casa, né per molte istanze avendone potuto mallevare il dominio
non ostante l’offerta di soddisfare ai detti fiorini 36; onde fu esso Leonardo costretto
presentare la supplica ai suddetti 5 ufficiali incaricati sopra ai contratti
illeciti ed usurarj, dai quali ventilata la causa fu dichiarato come sopra, e
condannato il detto Lando a restituire la causa di cessione fattali da
Leonardo, con obbligo al medesimo di pagare a detto Lando lire 92 quali trovando
potesse detto creditore ritornare il dominio della casa senza alcuna pensione,
od obbligo. Pronunziata nel luogo della solita residenza dei detti ufficiali.
Scritta da Ser Pietro di Niccolò [058r] di
Jacopo Giudice ordinario e Notaio fiorentino, per rogato da Ser Naldo di
Giovanni Di Dio Giudice ordinario e Notaio pubblico fiorentino, e rogato dai
detti 5 uffiziali, occupato allora in altrui affari, che si rogò dalla
medesima.
12
11 giugno 1460
Indizione VIII
Piero del fu
Bindo Peri di San Miniato del Contado di Firenze, in suo nome ed in nome di
donna Betta del fu Lorenzo di Giovanni Pierucci sua moglie da una parte, e
Giovanni Pierucci del fu Lazzaro di Lorenzo di Giovanni Pierucci di San Miniato
dall’altra parte, fanno compromesso in Lodovico del fu Antonio di Ser Donato,
cittadino fiorentino, e in Ser Andrea di Ser Cristofano di Benedetto notaio di
San Miniato presenti, ed accettanti, di tutte le controversie e questioni fra
di esse parti vertenti, i quali giudici compromissarj insieme uniti terminano
amichevolmente; la medesima come sul lodo dei detti in essa cartapecora
contenuto ritrovasi. Fatto in Firenze, nel Popolo di Santo Stefano Abbazia [presso l’Abbazia di Santa Maria, o Badia Fiorentina,
presso cui esisteva una più antica chiesa dedicata a Santo Stefano detta “del
Popolo”, n.d.r.] e rogato per Ser Jacopuccio figlio di Ser Marco di Ser
Domenico di Matteo da Sofferroni.
13
18 novembre
1474 Indizione VIII
Antonio del fu
Pietro Andrea di Santa Croce del Val d’Arno di Sotto, Distretto di Firenze, non
revocando né annullando alcuno dei procuratori avuti da esso per il passato,
anzi confermandoli, costituisce suoi irrevocabili procuratori da succedere
ancora dopo la di lui morte ai suoi eredi [058v] gli illustri
uomini Sig. Francesco di Ser Jacopo Donalotti di San Miniato, Ser Andrea di Ser
Cristofano di detto luogo, Ser Donato di Antonio di San Miniato, Ser Lorenzo di
Ser Niccolò di detto luogo, Ser Piero di Pietro dal Monte San Savino, e Ser Andrea
di Cristofano Nacchianti notaio fiorentino assenti, ma come presenti, dando ad
essi speciale e generale autorità di agire in tutti i suoi affari, liti, etc.
Fatto nel Castello di Santa Croce del Val d’Arno di Sotto, in Casa del Comune
di detto Ccastello, e rogato per Ser Giovanni del fu Michele di Michele di
Bibbiena Giudice ordinario e Notaio pubblico fiorentino.
14
19 ottobre
1540 Indizione XI
Andrea del fu
Marco di San Miniato in suo nome ed in nome di Benedetto suo figlio, vende per
il prezzo di 40 fiorini d’oro di Lire 7 l’uno alla Reverenda Madre Aurelia del
fu Antonio Rossi di Firenze, Monaca del Monastero di Santa Chiara di San Miniato,
e a tutte l’altre Monache presenti, e future di detto Monastero, un pezzo di
terra lavorativa, vitata e posta nell’appendici di San Miniato, luogo detto
alle Calle, ed un altro pezzo di terra con la casa per il lavoratore, dei quali
40 fiorini fa alla detta monaca la ricevuta. [59r] Fatto fuori dalle mura di San Miniato e rogato per Ser Pietro
del fu Ser Bartolommeo di Pietro di San Miniato del Contado di Firenze Giudice
ordinario e Notaio pubblico.