a
cura di Francesco Fiumalbi
Indice
del post:
01_PREMESSA
02_INTRODUZIONE
03_L'ORATORIO
DEI SS. MICHELE ARCANGELO E ANTONIO ABATE
04_BACCIO
MORALI E LA COSTRUZIONE DELL'ORATORIO
05_IL
PATRONATO MORALI
06_DAI
MORALI AI BERTACCHI
07_DAI
BERTACCHI AI ROSSI
08_LA VENERAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO
09_L'ORATORIO
E L'OSTERIA “DELLA BILANCIA”
10_LA VENERAZIONE DI SANT'ANTONIO ABATE
11_IL
PANE DI SANT'ANTONIO A SAN MINIATO BASSO
12_LA
COSTRUZIONE DELLA PIAZZA E LA DEMOLIZIONE DELL'ORATORIO
13_NOTE
E RIFERIMENTI
01_PREMESSA
In
questo post parleremo della piccola chiesetta che si trovava al
centro di San Miniato Basso, in prossimità dell'incrocio fra la via
Tosco-Romagnola Est – SS. n. 67 e il viale Guglielmo Marconi,
esattamente davanti alla pensilina di Piazza della Pace e a pochi
metri dall'antico ponte sul Rio
Pidocchio (oggi
invisibile sotto l'incrocio).
E'
proposta anche la trascrizione di vari documenti d'archivio,
rintracciati partendo dai riferimenti delle pubblicazioni fin qui
edite ed in particolare nell'articolo del canonico
F.
M. Galli Angelini, S.
Miniato Basso e le sue vicende storiche
[in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», Anno VI,
Fascicolo 1-2, San Miniato, 1925], nelle note proposte in M.
Parentini,
Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
[FM Edizioni, San Miniato, 2002] e poi nell'articolo di D.
Fiordispina e M. Parentini, Quattro
chiese scomparse
[in «Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San
Miniato», n. 76, 2009].
Un particolare e sentito
ringraziamento va alla Dott.ssa Francesca Ruta per le preziosa e
dettagliata ricerca nei documenti che sono conservati presso
l'Archivio Storico della Diocesi di San Miniato. Ulteriori
informazioni sono state rintracciate nell'Archivio Storico del Comune
di San Miniato.
02_INTRODUZIONE
La
popolazione di San Miniato Basso indica abitualmente la chiesa dei
SS. Martino e Stefano come la “chiesa
vecchia”,
in virtù della costruzione di quella “nuova”
inaugurata il 4 aprile 2009. Tuttavia forse non tutti sanno che prima
della “chiesa vecchia”, costruita alla fine del '700, esisteva un
edificio religioso più antico e demolito nel 1920. Un'epoca ormai
lontana – è passato quasi un secolo – tanto che non ci sono più
persone viventi in grado di ricordarlo. Volutamente nel titolo del
post si parla della prima chiesa del “Pinocchio”, proprio perché
il nome di San Miniato Basso fu
dato solamente nel 1924.
L'oratorio
dei SS. Michele e Antonio al Pinocchio
Fotoinserimento
di Francesco Fiumalbi
03_L'ORATORIO
DEI SS. MICHELE ARCANGELO E ANTONIO ABATE
La
chiesa fu costruita fra il 1739 e il 1740 ed era una “cappella
privata”, o meglio un “oratorio”, anche se per alcuni decenni
venne utilizzata dalla popolazione locale. D'altra parte il nucleo
del Pinocchio cominciava a contare un buon numero di abitanti e non
c'era ancora una chiesa. Infatti la Parrocchia dei SS. Martino e
Stefano fu istituita nel 1780 e la chiesa fu inaugurata il 15 agosto
1783, per la Festa dell'Assunta (01).
L'oratorio
aveva una duplice dedicazione a San Michele Arcangelo e a
Sant'Antonio Abate. Architettonicamente doveva essere molto piccolo,
costituito da un'unica piccola aula, con lo spazio appena sufficiente
a contenere l'altare e a consentire ad un piccolo gruppo di persone
di poter partecipare alle funzioni religiose. Probabilmente era del
tutto simile alle tante chiesette che si trovano lungo le strade
della Toscana. Per rimanere in zona, si può ricordare l'oratorio
di San Genesio fra La Scala e Ponte a Elsa.
Da
un punto di vista ecclesiastico, all'epoca della sua erezione,
ricadeva nella giurisdizione parrocchiale di San Martino in Faognana
(02).
Si trattava di una chiesa parrocchiale sorta anticamente a San
Miniato (zona dei vecchi macelli, appena fuori dall'antico abitato)
che fu soppressa e unita a quelle di Santa Lucia a Scoccolino, di
Santa Maria a Soffiano e di Santo Stefano all'Ontraino, per
costituire la nuova Parrocchia dei SS. Martino e Stefano “al
Pinocchio” nel 1780 (03).
L'oratorio
dei SS. Michele e Antonio al Pinocchio
Fotoinserimento
di Francesco Fiumalbi
04_BACCIO
MORALI E LA COSTRUZIONE DELL'ORATORIO
Il
giorno 5 giugno 1739 Baccio Morali presentò ufficialmente la propria
supplica a Mons. Giuseppe Suares de la Concha Vescovo di San Miniato,
al fine di poter erigere un oratorio all'interno del territorio
giurisdizionale della Prepositura di San Martino in Faognana (04):
Illustrissimo
e Reverendissimo Monsignor Vescovo
Il
Cav. Baccio Morali
[…] domanda
con tutto l'ossequio che rappresenta, come desiderando d'erigere una
cappella, o sia oratorio, col titolo di S. Michele Arcangelo e S.
Antonio Abbate nel luogo detto al Pidocchio, dentro aj confini della
Propositura di S. Martino, supplica la somma bontà di Vostra
Signoria Illustrissima, e Reverendissima, a concedergliene
l'opportuna licenza...
Nel
medesimo giorno, il Vescovo concesse la licenza richiesta, fissando
tuttavia alcune condizioni. Baccio Morali doveva stabilire l'entità
della dote, dei frutti, degli obblighi e si sarebbe dovuto accollare
la manutenzione in perpetuo della fabbrica. L'oratorio, inoltre,
doveva essere dotato di tutto il necessario pro
ornamento Altari, qua pro celebratione sacrificij.
Confermò la dedicazione a San Michele Arcangelo e a Sant'Antonio
Abate proposta da Baccio Morali e fissò la condizione che l'oratorio
non arrecasse pregiudizio alla Prepositura di San Martino, nel cui
territorio giurisdizionale doveva essere costruito. Per questo
motivo, il prelato stabilì che la licenza da lui accordata potesse
avere effetto a condizione che anche il Preposto della chiesa di San
Martino fosse concorde.
Appena tre giorni dopo, il sacerdote
Carlo Portigiani, in qualità di rettore della Prepositura di San
Martino, manifestò formalmente il proprio assenso. Queste le sue
parole:
Adì
8 Jugnio 1739
Io
Carlo Portigiani Preposto della Propositura di S. Martino vicino alle
mura della città di S. Miniato, spontaneamente acconsente che il
Nobilissimo Illustrissimo Cavaliere Baccio Morali della città
suddetta, essendo stata la licenza dall'Illustrissimo e
Reverendissimo Monsignor Vescovo di Sanminiato di potere fabbricare
nella Propositura di Sammartino in luogo detto al Pidocchio, lontano
dalla chiesa propositura suddetta, un Oratorio sotto il titolo di S.
Michele Arcangiolo e di S. Antonio Abbate...
Estratto
dal Catasto Generale della Toscana (1834)
con
l'indicazione dell'Oratorio dei SS. Michele e Antonio Abate
Progetto
CASTORE, Geoscopio – Regione Toscana
05_IL
PATRONATO MORALI
A
seguito della licenza accordata, Baccio Niccolò Morali costruì
l'oratorio al Pidocchio/Pinocchio,
dove possedeva un consistente numero di terreni. Baccio Niccolò
Morali [San Miniato, 31 agosto 1680 – Pisa, 25 settembre 1749] si
sposò con la nobildonna pisana Barbara Vittoria Ceuli-Gaetani, dalla
quale ebbe Ranieri Maria [Pisa, 16 giugno 1721 – 31 gennaio 1800]
(05).
Alla morte del padre, i beni, comprensivi anche della cappella,
passarono al figlio che ne detenne il “patronato”, così come
risulta dalla Visita Pastorale del 6 ottobre 1777 (06):
Oratorio
di San Michele al Pidocchio
Visitò
l'Oratorio di S. Michele e di S. Antonio Abate al Pidocchio di
padronato dell'Ill.mo Sig.re Ranieri Morali, che trovò ben tenuto e
ben corredato l'unico Altare che vi esiste, non vi sono obblighi, ma
per devozione vi si fa la Festa ogn'anno di detti Santi; come pure
trovò esser provvisto di tutto il bisognevole per celebrarvi la S.
Messa, e rimessosi in viaggio, arrivò al Palazzo Vescovile all'Ave
Maria della Sera.
Stesse
identiche parole anche per la visita del 27 giugno 1782 (07):
Oratorio
di S. Michele Arcangelo al Pidocchio
Mons.re
Ill.mo e R.mo visitò l'Oratorio di S. Michele e S. Antonio Ab.e al
Pidocchio di Padronato del Nobile Sig. Ranieri Morali, il quale trovò
ben tenuto, e corredato l'unico altare che vi esiste, come provvisto
di tutto il bisognevole per celebrare la S. Messa; non vi sono
obblighi, ma si fa la festa ogn'anno di detti Santi per devozione del
Sudd.to...
Ranieri
Maria Morali si era sposato nel 1754 con Maria Caterina di Benedetto
Lanfranchi Lanfreducci, dalla quale ebbe diversi figli, fra cui
Giuseppe [San Miniato, 29 giugno 1764 – 4 giugno 1835] al quale
pervenne l'eredità paterna, fra cui la cappella (08).
Infatti, negli atti della Visita Pastorale del 1814, la chiesa
risultava di patronato proprio di Giuseppe Morali (09).
Nel
1822 l'oratorio fu visitato un'altra volta dal Vescovo Pietro Fazzi.
Di seguito la descrizione e le disposizioni impartite in
quell'occasione (10):
[Adì
15 Ottobre 1822]
«Oratorio
dei Sigg.ri Morali
Dopo
di ciò visitò l'Oratorio di San Michele di patronato del Sig.
Giuseppe Morali, poco distante dalla sud.a chiesa [la
chiesa del Pinocchio, n.d.r.] e
fu ordinato che fossero rinnovati i fogli delle Cantaglorie, ridorata
la patena e il gambo dell'ostensorio, anzi del calice, che fossero
apposti i segnaletti al Canone del Messale, da crin., fatta la croce
ad alcuni corporali, palle, e quinficatoj, e che fosse provveduta una
berretta.
Quindi
si andò tutti in Canonica del Pinocchio e vi si desinò.»
Estratto
dal Catasto Generale della Toscana (1834)
con
l'indicazione delle proprietà Morali nella zona del Pinocchio
Progetto
CASTORE, Geoscopio – Regione Toscana
Schema
di Francesco Fiumalbi
06_DAI
MORALI AI BERTACCHI
L'oratorio
passò poi alla famiglia dei Bertacchi in seguito al matrimonio fra
Leopoldo di Giuseppe Bertacchi [Pisa, 1802 – San Miniato, 5 aprile
1883] con Caterina figlia di Giuseppe Morali, che fu celebrato il 24
dicembre 1834. A seguito di queste nozze, nel 1838 i Bertacchi furono
ammessi alla nobiltà di San Miniato (11).
Ed
infatti, la mutata proprietà fu registrata negli atti della Visita
Pastorale del Vescovo Francesco Maria Alli Maccarani, che il 5 maggio
1855 visitò la Parrocchia del Pinocchio e il vicino oratorio (12):
[Adì
5 Maggio 1855]
«Fu
visitato l'Oratorio di S. Michele Arcangelo di proprietà della
famiglia Bertacchi da S. Signoria Ill.ma e Rev.ma unita al R.mo
Can.co Dori, e tutto fu trovato decentemente tenuto.»
Una
nuova visita si tenne a distanza di quattro anni esatti, il 5 maggio
1859 (13):
«Oratorio
di S. Michele Arcangelo in Cura del Pinocchio
Fu
visitato l'Oratorio di S. Michele Arcang. dal Sacerd. Luigi Biagioni
e dal sottoscritto per ordine dell'Ill.mo e R.mo Monsignor Vescovo, e
nulla fu ritrovato degno di censura»
Tuttavia,
negli atti della visita del 21 novembre 1867, compiuta dal Vescovo
Annibale Barabesi, si legge solamente che l'oratorio era di patronato
dei Morali (14).
Probabilmente si tratta della “memoria” del suo patronato
originario per cui la piccola chiesetta, nel lessico comune, poteva
essere indicata come l'“Oratorio dei Morali”:
«Nel
dopo pranzo di sabato 21 9mbre, circa le ore 3, il Prelato accompagnò
con l'ombrellino il SS. Viatico ad una inferma della cura del
Pinocchio, e al ritorno visitò l'Oratorio di S. Michele dei Sigg.
Morali. Quindi tornato alla Can.ca....»
Immagine
aerea dell'attuale abitato di San Miniato Basso
con
l'indicazione delle proprietà Morali (dal CGT, 1834)
Geoscopio
– Fototeca, Regione Toscana
Schema
di Francesco Fiumalbi
07_DAI
BERTACCHI AI ROSSI
Successivamente,
come si apprende dalla visita del 1914, l'oratorio cambiò nuovamente
proprietà, passando alla famiglia Rossi di Ponte a Egola (15):
«Oratorio
pub.o di S. Michele presso il ponte del Pinocchio di proprietà del
Sig. Rossi del Ponte a Egola, nel quale vengono celebrate una o due
messe all'anno quasi costantemente. Esso oratorio è sprovvisto di
quasi tutto il necessario ed è in stato mediocre.»
Nel
conclusivo elenco degli oratori pubblici, viene specificata meglio la
proprietà, ovvero la chiesetta risultava appartenere alla Signora
Amalia Rossi (16):
«Oratorio
Bertacchi – oggi della Sig.ra Amalia Rossi del Ponte a Egola.
Trovato in mediocre stato. Si ordina di provvedere l'inceratino per
la Pietra Sacra e per le Carteglorie.»
Infine,
l'ultima memoria negli atti delle visite pastorali, risale al 1931
quando venne ricordata la presenza della chiesa, demolita per far
spazio al nuovo piazzale (17):
«L'Oratorio
Bertacchi sulla strada provinciale fu distrutto a tempo del Parroco
Sestini per la costruzione del Piazzale.»
08_LA VENERAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO
«Or
in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui
figli del tuo popolo»
[Daniele, 12,1].
San
Michele Arcangelo,
in generale, è considerato protettore del “popolo cristiano”:
non a caso è raffigurato con la spada, intento a sconfiggere il
maligno rappresentato con le sembianze di un drago. Spesso in mano ha
una bilancia (che utilizzerebbe per “pesare le anime”, anche se
questo particolare non trova fondamento nelle scritture cristiane).
E' considerato il “protettore” di varie categorie, ed in
particolare delle forze di polizia. Tuttavia sembra che venisse
invocato anche dai pellegrini medievali, e più in generale dai
viandanti, che chiedevano protezione contro le malattie, contro lo
scoraggiamento dovuto all'azione del maligno, nonché contro le
imboscate dei banditi. Non è un caso che l'oratorio sorgesse lungo
una delle strade più antiche e importanti della Toscana: la via
Tosco-Romagnola Est era la vecchia Strada
Regia,
che in epoca medievale veniva chiamata Strata
Pisana,
erede della romana via
Quinctia (anche
se probabilmente i tracciati non coincidono).
09_L'ORATORIO
E L'OSTERIA “DELLA BILANCIA”
La
chiesetta si trovava nell'attuale Piazza della Pace, con la facciata
rivolta in direzione sud, ovvero verso la via Tosco Romagnola Est.
Dall'altro lato della strada, di fianco alla Piazzetta XXV Aprile,
proprio nel caseggiato che oggi ospita alcune attività commerciali,
era presente l'antica “Osteria
del Pidocchio”
o “del
Pinocchio”.
Praticamente la chiesetta e l'osteria si trovavano una di fronte
all'altra, a
pochi metri dal ponte del Rio Pidocchio.
Non
è certamente un caso che l'osteria venisse chiamata anche “Osteria
della Bilancia”.
Come riporta il Canonico Galli Angelini, aveva «per
insegna San Michele con la bilancia nella mano sinistra e la spada in
quella destra»
(18).
L'osteria
è documentata già nelle Piante
di Popoli e Strade
redatte dai Capitani di Parte Guelfa fra il 1580 e il 1595 (19),
mentre l'oratorio è del 1740. E' possibile che i proprietari della
locanda avessero tratto l'insegna dal titolo del vicino oratorio,
dedicato a San Michele Arcangelo e a Sant'Antonio Abate? Oppure,
proprio nel luogo dove venne costruita la chiesetta esisteva un più
antico tabernacolo con l'immagine dell'Arcangelo? Pur non essendo
disponibili documenti che lo attestano, vicino alle infrastrutture
stradali come i ponti, generalmente era presente un'immagine sacra a
titolo di protezione. E gli episodi che vedono la costruzione di un
oratorio a partire da un'immagine sacra preesistente sono
innumerevoli. Non va poi dimenticato che l'osteria si rivolgeva
prevalentemente ai viandanti e dunque il richiamo a San Michele
sarebbe stato ugualmente coerente.
10_LA VENERAZIONE DI SANT'ANTONIO ABATE
Sant'Antonio
Abate
è considerato il protettore dei contadini e degli allevatori, ma
anche soprattutto degli animali domestici, e per questo
nell'iconografia lo ritroviamo spesso affiancato da un maiale. E'
invocato anche per il soccorso dalle malattie (fra tutte il
cosiddetto “Fuoco” di Sant'Antonio). Il legame fra Sant'Antonio
Abate e gli animali è una tradizione antichissima, che si perde nei
secoli del medioevo, forse legata ai doni – sotto forma di animali
– che venivano portati agli ospedali gestiti dall'ordine
ospedaliero e monastico militare dei Canonici
Regolari di Sant'Antonio di Vienne.
Tali istituti si ispiravano ai carismi dell'Abate e furono fondati
nella cittadina francese di Vienne. Erano chiamati anche “Cavalieri
del Tau”, dal simbolo che portavano sulla veste (da non confondere
con i Cavalieri del Tau di Altopascio!). L'ordine fu poi inglobato in
quello dei Cavalieri di Malta nella seconda metà del '700. Uno di
questi ospedali si trovava anche a San Miniato, presso la chiesa dei
SS. Stefano e Michele, eretto nel 1352 (20).
A San Miniato è ancora presente la tradizione della benedizione
degli animali in occasione della festività di Sant'Antonio Abate.
11_IL
PANE DI SANT'ANTONIO A SAN MINIATO BASSO
Ancora oggi, nel giorno della
memoria liturgica di Sant'Antonio Abate, il 17 gennaio, nella
Parrocchia di San Miniato Basso viene distribuito il cosiddetto “Pane
di Sant'Antonio”. E' una tradizione che l'attuale parroco Don
Luciano Niccolai ha raccolto dal predecessore Don Vinicio Vivaldi,
che a sua volta aveva preso da Don Nello Micheletti e, ancora prima,
da Don Pio Sestini. Probabilmente si potrebbe andare ancora più
indietro.
A San Miniato Basso la tradizione
del “Pane di Sant'Antonio” è legata, verosimilmente, proprio
alle celebrazioni che venivano officiate in onore del co-titolare
dell'oratorio fatto costruire dai Morali nel 1740. Abbiamo visto,
infatti, che la chiesetta fu il punto di riferimento degli abitanti
della zona per alcuni decenni, prima che venisse costruita la chiesa
parrocchiale. La venerazione di Sant'Antonio Abate era diffusissima
in tutte le campagne. Intorno ad ogni casa di contadino c'era infatti
una moltitudine di animali, utili per il sostentamento domestico, ma
anche come valido supporto alle attività agricole. Non dobbiamo
dimenticare che fino a pochi decenni fa la popolazione di San Miniato
Basso era costituita prevalentemente da contadini e la devozione per
l'Abate probabilmente era molto sentita.
12_LA
COSTRUZIONE DELLA PIAZZA E LA DEMOLIZIONE DELL'ORATORIO
Nel
1919 la Giunta Municipale di San Miniato deliberò di costruire i due
“piazzali” a La Scala e al Pinocchio, ovvero le attuali Piazza
Trieste e Piazza della Pace. Certamente i due centri urbani, di
recente espansione, avevano maturato la necessità di poter disporre
di uno spazio pubblico come la piazza: un luogo di ritrovo, di
socializzazione, ma adatto anche per lo svolgersi di mercati, senza
contare che le due piazza si trovavano lungo l'attuale Strada Statale
n. 67 “Tosco-Romagnola Est”, una delle strade più importanti
della Toscana. E poi mancavano, al di fuori del capoluogo, gli spazi
per le adunanze, le commemorazioni e tutto ciò che atteneva alle
ritualità civili, nonché per i comizi elettorali che
rappresentavano lo strumento più efficace della comunicazione
politica, in un epoca in cui i mezzi di comunicazione di massa erano
solo una lontana utopia. Per dare un'idea, la prima emittente radio
italiana nacque nel 1924.
E
poi la costruzione dei due piazzali avrebbe dato lavoro e dunque
sollievo ad una popolazione alle prese con la difficile congiuntura
economica del primo dopoguerra.
Di
seguito la trascrizione della Delibera di Giunta n. 398 del 15
settembre 1919: si tratta del primo atto formale che il Comune di San
Miniato predispone per la costruzione dei nuovi piazzali, anche se i
costi preventivati fanno sì che la proposta sia lasciata in sospeso
(21).
Proposte
per costruzione di Piazzali al Pinocchio e Scala
Viste
le informative dell'Ing. Comunale relative alle proposte di
costruzione di un Piazzale Pubblico al Pinocchio ed alla Scala, il I°
per la spesa di £ 24,200 e il II° per la spesa di £32,500
LA
GIUNTA
ne
prende atto e stante la rilevante spesa passa all'ordine del Giorno
le dette proposte.
La
questione venne nuovamente affrontata dalla Giunta quasi un anno
dopo, nel luglio del 1920. In quest'occasione venne deliberata la
sottoscrizione di un mutuo presso la Cassa di Risparmio di San
Miniato per poter finanziare i lavori di costruzione dei due
piazzali, di cui uno al Pinocchio e uno a La Scala. Di seguito il
testo (22):
Mutuo
di £ 62,000# con la locale Cassa di Risparmio per la costruzione di
Piazzali al Pinocchio e alla Scala
Visto
come i lavori approvati con deliberazione d'urgenza della Giunta
Comunale, in data 1 marzo 1920 ratificata dal Consiglio Comunale in
prima e seconda lettura nelle sedute del 28.4 e 26.5 stesso anno per
l'importo di £ 240,000 previste anche in Bilancio e da conseguirsi
mediante Mutuo per provvedere ai lavori di varia natura, sì anzi per
quelli per la costruzione di due pubblici
piazzali
di cui uno nella frazione del Pinocchio e l'altro in quella della
Scala.
Visto come in attesa delle
ulteriori pratiche da espletarsi per il conseguimento del mutuo per
la suddetta somma con la locale Cassa di Risparmio in ordine a
Deliberazione d'urgenza della Giunta Comunale del 31 maggio p.p.
Approvata dalla G.P.A. Con decisione 30 giugno u.s. Ne 1920 urga
metter mano alla costruzione dei piazzali anzidetti per i quali
secondo il rapporto dell'Ing. Comunale in data 1° maggio detto
occorre la spesa di £ 62,000 considerato come tale somma possa
conseguirsi dalla Cassa di Risparmio suddetta come anticipo del
maggior mutuo da contrarsi con la medesima in ordina alle sopra
citate deliberazioni della Giunta e del Consiglio,
LA GIUNTA
Assunti
i poteri del consiglio delibera 1° di contrarre con la locale Cassa
di Risparmio un mutuo cambiario per l'anzidetta somma di £ 62,000
per provvedere alla spesa soprindicata del maggior mutuo di £
240,000 come sopra autorizzato all'epoca del suo conseguimento.
A
questo punto, fatto il progetto e trovati i soldi, i lavori poterono
iniziare. Tuttavia c'era un ultimo ostacolo da superare: il luogo
dove costruire la piazza del Pinocchio non era completamente libera.
Proprio sul lato della Strada Statale c'era la vecchia cappella dei
Morali, ormai passata attraverso varie proprietà. La chiesetta
andava abbattuta e presso l'Archivio Storico della Diocesi di San
Miniato è conservato il carteggio inerente la richiesta di
demolizione dell'oratorio avanzata dal Comune di San Miniato alla
Curia Vescovile nel settembre 1920 (23).
Lettera
datata 6 settembre 1920 dell'Assessore Alfredo Conti per conto del
Sindaco, indirizzata a Mons. Carlo Falcini Vescovo di San Miniato a
richiesta del consenso per la demolizione dell'oratorio:
COMUNE
DI S. MINIATO
6
Settembre 1920
OGGETTO:
Costruzione
di piazzale
al
Pinocchio
A
nome di questa Amministrazione Comunale rivolgo vive preghiere
all’E.V. onde voglia compiacersi disporre perché sia concesso
l’opportuno consenso per la demolizione della Cappella posta al
Pinocchio lungo la via della Stazione, significandole che la Sacra
verrebbe passata alla Chiesa del Pinocchio e l’ossario al vecchio
Cimitero della stessa frazione.
Con
distinto ossequio ringrazio
IL
SINDACO
(per
il sindaco) Alfredo
Conti
Memoria datata 11 settembre 1920
redatta da Mons. Giovacchino Rosati per Mons. Carlo Falcini Vescovo
di San Miniato a motivo della richiesta di demolizione dell'oratorio:
VICARIATO
VESCOVILE DI SAN MINIATO
11
settembre 1920
La
cappella situata al quadrivio nel paese del Pinocchio era di
proprietà dei Rossi figlii di Leopoldo. Vi ufficiava il Can. Morandi
nel Novembre di ogni anno, celebrandovi 3 o 4 volte fino agli ultimi
anni della sua vita.
Era
forse un obbligo esistente al Canonicato? Ora tale cappella è stata
acquistata dal Comune che chiede il consenso per demolirla.
Il
defunto Can. Morandi celebrava ogni anno sulla d.a cappella alcune
Messe per incarico della Sig. Amelia V.a Rossi, la quale sembra ne
avesse l’obbligo.
Risposta del 16 settembre 1920
redatta da Mons. Giovacchino Rosati per conto di Mons. Carlo Falcini
Vescovo di San Miniato indirizzata al Sindaco del Comune di San
Miniato, in cui è espresso il consenso alla demolizione
dell'oratorio:
CURIA
VESCOVILE DI S. MINIATO
16
settembre 1920
[all']
Ill.mo Sig. Cav.
Sindaco del Comune di S. Miniato
Oggetto:
Consenso di demolizione della Cappella del Pinocchio lungo via della
Stazione
Sua
Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo concorde a cotesta rispettabile
Amministrazione Comunale il richiesto consenso per la demolizione
della Cappella posta al Pinocchio lungo la via della Stazione,
approvando che la Pietra Sacra venga passata alla Chiesa del
Pinocchio e l’ossario venga trasferito nel vecchio Cimitero della
stessa frazione. Significa pure alla prelod. Amministrazione di avere
deputato il M.R. Parroco del Pinocchio per assistere a detto
trasferimento, ricevere la Pietra Sacra, e per quante altre cose
possa occorrere. Dichiara infine che con tale consenso non sieno
pregiudicati diritti dell’Ordinario che possano a lui spettare
circa legati ed obblighi spirituali annessi a detta cappella.
Con
perfetto ossequio
Can.
Giovacchino Rosati V.C.le
13_NOTE
E RIFERIMENTI
(01)
M.
Parentini, Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
FM Edizioni, San Miniato, 2002, p. 28.
(02)
F.
M. Galli Angelini, S.
Miniato Basso e le sue vicende storiche,
in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», Anno VI,
Fascicolo 1-2, San Miniato, 1925, p. 19.
(03)
D.
Fiordispina e M. Parentini, Quattro
chiese scomparse,
in «Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San
Miniato», n. 76, 2009, pp. 258-267.
(04)
Archivio Storico Diocesi di San Miniato, Atti
beneficiali,
n. 327; cfr.
F.
M. Galli Angelini, S.
Miniato Basso e le sue vicende storiche,
in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», Anno VI,
Fascicolo 1-2, San Miniato, 1925, p. 19; cfr. M.
Parentini, Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
FM Edizioni, San Miniato, 2002, pp. 28; 32.
(05)
F.
Catta, La
commenda Morali,
in San
Miniato e l'Ordine di Santo Stefano,
a cura di D. Marrara, Atti del Convegno, San Miniato 14 maggio 2004,
Edizioni ETS, Pisa, 2004, pp. 137-140; 143.
(06)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 66.
(07)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 67 (1780-1783); cfr. M.
Parentini, Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
FM Edizioni, San Miniato, 2002, p. 32.
(08)
F.
Catta, La
commenda Morali,
in San
Miniato e l'Ordine di Santo Stefano,
a cura di D. Marrara, Atti del Convegno, San Miniato 14 maggio 2004,
Edizioni ETS, Pisa, 2004, pp. 143-146.
(09)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 69 (1814); cfr. M.
Parentini, Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
FM Edizioni, San Miniato, 2002, p. 32.
(10)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 70 (1822).
(11)
R.
Boldrini, Dizionario
Biografico dei Sanminiatesi (secoli X-XX),
Comune di San Miniato, Pacini Editore, Pisa, 2001, p. 38.
(12)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 74 (1855)
(13)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 75 (1855-1862); cfr. M.
Parentini, Quando
San Miniato Basso si chiamava Il Pinocchio,
FM Edizioni, San Miniato, 2002, p. 32.
(14)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 76 (1867).
(15)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 79 (1914).
(16)
Ibidem.
(17)
Archivio
Storico Diocesi di San Miniato, Visite
Pastorali,
n. 81 (1931).
(18)
F.
M. Galli Angelini, S.
Miniato Basso e le sue vicende storiche,
in «Bollettino
dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», Anno VI,
Fascicolo 1-2, San Miniato, 1925, p. 19.
(19)
Piante
di Popoli e Strade. Capitani di Parte guelfa (1580-1595). Archivio di
Stato di Firenze,
a cura di G. Pansini, Olschki Editore, Firenze, 1989, vol. II, c.
651.
(20)
G.
Piombanti, Guida
della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche
e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894,
p. 119.
(21)
Archivio
Storico del Comune di San Miniato, Archivio
Postunitario,
F200 S020 UF02, Deliberazioni
della Giunta Municipale,
p. 237, delibera n. 398 del 15 settembre 1919.
(22)
Archivio
Storico del Comune di San Miniato, Archivio
Postunitario,
F200 S020 UF025, Deliberazioni
della Giunta Municipale,
p. 61, delibera n. 321 del 17 luglio 1920.
(23)
Archivio Storico Diocesi di San Miniato, Atti
Beneficiali,
n. 440 (1920), fasc. 55.