a cura di Francesco Fiumalbi
E’ la scultura più antica conservata a
San Miniato: il bassorilievo raffigurante l’Annunciazione, fu realizzato
nel 1274 da Giroldo da Como o, per meglio dire, da Giroldo di Jacopo da Lugano.
Si tratta di uno dei pannelli che fungevano da balaustra al primigenio pulpito
dell’allora Pieve dei SS. Maria e Genesio, oggi Cattedrale, di San Miniato.
Un’opera straordinaria che, dopo il
danneggiamento dovuto alla cannonata statunitense che il 22 luglio 1944
determinò la morte di 55 civili nella cosiddetta Strage
del Duomo di San Miniato, trovò definitiva collocazione nell’ambito del Museo
Diocesano d’Arte Sacra, inaugurato nel 1966.
Foto pubblicata da Guido
Carocci, Il Valdarno. Da Firenze al mare,
Istituto Italiano d'Arti
Grafiche, Bergamo, 1906, p. 85
(prima del danneggiamento
del 1944)
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 c. 1-bis della Legge 22 aprile 1942 n. 633
In questi giorni il bassorilievo ha
lasciato la sala del museo sanminiatese per essere esposto a Roma, presso la
Mostra Con gli occhi di Dante. L’Italia artistica nell’età della Commedia,
promossa dall’Accademia Nazionale dei Lincei, curata da Maria Luisa Meneghetti
e Alessio Monciatti e allestita presso la Palazzina dell’Auditorio nel
comprensorio di Villa Farnesina, visitabile fino al 25 giugno 2022.
Si tratta di una mostra importante, in
cui l’opera sanminiatese riveste un ruolo centrale. La curatrice Maria Luisa Meneghetti, intervistata dalla RAI, non ha
esitato a descrivere il bassorilievo come di una raffinatezza straordinaria.
Di seguito le sue parole:
Le lastre del pulpito, che stava
nella Cattedrale di San Miniato, in Provincia di Pisa, di Giroldo di Jacopo da
Lugano sono interessantissime per varie ragioni. In primo luogo è di una
raffinatezza straordinaria e si legge questa nuova spazialità, che è dominante.
[Ad esempio] la spazialità dell’angelo
che è dotato di movimento che prima non c’era nella tradizione bizantina, l’angelo
nunziante era molto statico. In più [nel bassorilievo] c’è il ritrattino,
probabilmente dell’autore, ed è una cosa molto interessante: Giroldo, nel suo
piccolo, fa quello che farà sempre Dante, ovvero è autore e personaggio
presente nella sua opera. Ebbene questo scultore fa la stessa operazione [di
Dante], si piazza in un angolo, come se stesse vedendo lui stesso la scena.
Nella lastra sono scolpite le parole dell’angelo e la risposta della Vergine,
ma la cosa ancora più interessante è che le parole dell’angelo vanno da
sinistra a destra, la risposta della Vergine va da destra verso sinistra, cioè
proprio per indicare il senso dello scambio del dialogo.
A questo link è possibile approfondire sul sito dell'Accademia Nazionale dei Lincei
A questo link è possibile ascoltare il Podcast su RaiPlaySound dedicato alla mostra
A questo link è possibile vedere la video intervista
di Maria Luisa Meneghetti sul portale Rai Cultura