di Francesco Fiumalbi
La strada che da Piazza Santa Caterina conduce, attraverso l’antica porta di Giano, alla frazione di Calenzano è un percorso antico almeno quanto la stessa San Miniato. Questo fu il tracciato che utilizzò Francesco Ferrucci per liberare San Miniato dagli spagnoli di Carlo V nel 1529 e da sempre è la strada privilegiata per giungere dalla Valdelsa alla Città della Rocca. Sembrerebbe anche il percorso privilegiato, dopo la distruzione di San Genesio nel 1248, per coloro che intraprendevano i lunghi e faticosi viaggi lungo la via Francigena (1).
Appena fuori dal centro abitato, ai piedi della collina denominata Scacciapuce, al di sotto dell'antico insediamento di Castiglione (2), si trova la cosiddetta "Cappellina".
La "Cappellina"
Foto di Francesco Fiumalbi
Si tratta di una piccola costruzione in muratura, edificata alla fine del XVII secolo, probabilmente, attorno ad un tabernacolo precedente. Vi si accede attraverso una scalinata che, staccandosi dalla strada principale, conduce fino alla porta del piccolo edificio, la cui presenza è segnalata da un filare di cipressi ormai secolari. La costruzione, coperta da un modesto tetto a capanna, è costituita da due ambienti: la "cappellina" vera e propria e un locale di servizio situato sul retro che funge da piccola sagrestia.
Vi era anticamente una formella in cotto, probabilmente dipinta, raffigurante una Madonna della Cintola inserita all’interno di un piccolo tabernacolo ligneo. La costruzione della Cappellina avvenne nel 1695, su un terreno di proprietà pubblica, e fu portata a pieno compimento l’anno successivo (come ricorda anche la data segnata nella croce metallica, posizionata al termine dei lavori) (3).
Il 22 luglio 1695 fu consacrata con una solenne cerimonia iniziata nella Chiesa di Santa Caterina dove fu benedetta la pittura, probabilmente un olio su tavola, eseguita da Giovanni Battista di Leonardo di Zanobi Lurchini (lo stesso autore della pala raffigurante “L’Immacolata e Santi” per l’altare laterale destro del Santuario del SS. Crocifisso (4)).
La "Cappellina"
Foto di Francesco Fiumalbi
Tutte queste informazioni le possiamo trovare all’interno di un documento redatto da Antonio Vensi, tratto dalle sue Memorie per Servire alla Storia di San Miniato al Tedesco, 1874, vol. I, cc 437-438 e trascritto in Giolli Giorgio, Restauro e riattivazione al culto religioso di un edificio devozionale - 11 maggio 1980, in Bollettino dell'Accademia degli Euteleti, n. 57, 1990, pagg. 160-161.
DELLA FONDAZIONE DELLA CAPPELLINA POSTA SOTTO CASTIGLIONI PER ANDARE AI CAPPUCCINI
Fino da antico tempo, sotto un ciglione di certo poderetto dei PP. Eremitani di S. Agostino detto Castiglioni nella cura di S. Caterina V. e M., e precisamente all’imboccatura di una stradella che porta in luogo detto Valicondoli, era un tronco di albero foggiato a guisa di Cappellina, e costì un’immagine della SS Vergine effigiata in coccio in questo luogo, al certo posta per incitare il popolo alla devozione e alla venerazione di Maria SS. E per sicura scorta di quelli che passavano per andare al Convento dei RR. PP. Cappuccini.
Mossi da puro zelo di devozione, con la scorta di Alessandro di Santi di Bartolommeo Mazzei, 4 devoti e pii uomini Rosmindo Tommaso di Maestro Francesco di Paolo Sani, Giuseppe di Cammillo di Domenico Gonnellini, Lorenzo di Domenico Puccini e Vincenzo di Pietro di Vincenzo Bartolozzi, con Giuseppe di Domenico Attillati (che in seguito fu Religioso Converso o Servente della Congregazione di Lecceto e figlio di questo Convento della SS.ma Annunziata), benché nati di stirpe povera, ma di animo devoto e pio, ed incitati dalla devozione di Maria sempre Vergine, l’anno 1695 andaro(no) alla questua per erigere a maggior decoro di Maria SS. una Cappellina fabbricata di materiale. E tanto fecero che principiarono la fabbrica prossima alla strada ove era l’antico tronco e nel terreno di proprietà della Potesteria di S. Miniato; ed in breve fu terminata. Per l’elargizione dei devoti fu fatto fare da Giovanni Battista di Leonardo di Zanobi Lurchini di santa memoria, in tela, la figura di Maria Vergine con il Figlio tra le braccia, (la) quale tiene in mano la cintola rappresentando la Consolazione; ai piedi della medesima erano rappresentati due Angeli, che uno dei quali tiene parimenti la Santa cintola.
La mattina del 22 Luglio 1695, giorno di Domenica e festività di S. Maria Maddalena, dopo la prima Messa celebrata dal molto Reverendo P. Fra Giovanni Antonio Bassini, Curato della Parrocchiale si S. Caterina V. e M. fu benedetta la pittura del quadro suddetto e processionalmente, con cere e molto popolo con lumi accesi fu portato alla Cappellina cantando inni alla Vergine. E così giunti fu posto il quadro al suo largo e, cantando le Litanie Lauretane, fu con solennità aperta la Cappellina. E detto il “Maria Mater gratiae” se ne ritornarono, sempre processionando, alla Cura.
Nell’anno 1696, avendo fatto di questua altri quattrini, i medesimi pensarono fare un’aggiunta e su due pilastri posarono e si fermavano al cancello per adorare la Vergine. E piantarono nella sommità di detta tettoia la S. Croce posata sopra un Monte Calvario, con base riquadrato in pietra e vi fecero incidere queste parole: “EX ELEMOSINIS. A. D. MDCLXXXXVI”.
Tutti quanti di qui passano, si fermano ad adorare la Vergine, ed il Sabato si accende il lume. Questa descrizione è stata fatta non per illustrae un monumento patrio, ma per far conoscere che ancora i poveri volenterosi trovano il modo d’eternare la loro memoria in questo mondo ed ottenerne la giusta ricompensa nell’altro.
Monsignor Vescovo Andrea Cattani nell’anno 1730 concesse quaranta giorni di indulgenza, come inciso in una pietra esterna vedesi dalla seguente inscrizione: “QUARANTA GIORNI /DI INDULGENZA / A CHI RECITERA’ / TRE AVE MARIA / CONCESSA DALL’ILL:MO E REV:MO / MONS. ANDREA LUIGI CATTANI / L’ANNO MDCCXXX”.
Epigrafe collocata presso la "Cappellina"
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
Sul finire degli anni ’70 la Cappellina versava in condizioni di completo abbandono. Nonostante le difficoltà economiche, un gruppo di volenterosi, assieme al Canonico Don Eugenio Bellaveglia, parroco di Santa Caterina, intraprese importanti lavori di restauro al fine di ripristinare la funzionalità dell’antico edificio sacro (5). I lavori durarono alcuni mesi e l’11 maggio 1980, ripetendo la stessa cerimonia del 1695, la Cappellina fu riattivata.
La mensa dell’altare fu sostituita con una nuova, donata da Maria Teresa e Medoro Pontanari; la cornice posta ad un metro da terra fu realizzata con pannelli di mezzane e dipinta dai bambini della Parrocchia, con rappresentati i simboli dell’Eucarestia; Duilio Zingoni fornì le mezzane in cotto; l’impianto elettrico fu donato da Giovanni Benvenuti, il cancello in ferro battuto fu offerto da Rita e Mario Sonetti; la campanella fu donata dalle Suore della Casa di Riposo (6). Da segnalare l’avanzamento della copertura a protezione del fronte principale e di quelli laterali.
L’opera fu portata a definitivo compimento nell’estate 1985, con la realizzazione della rampa di gradini di collegamento fra strada e il sagrato della Cappellina (7).
Epigrafe collocata presso la Cappellina
Foto di Francesco Fiumalbi
La nuova immagine sacra, eseguita dal pittore sanminiatese Giorgio Giolli, rappresenta la Madonna Addolorata, così come voluto dal Canonico Bellaveglia. Si tratta di un opera a tecnica mista su tavola di legno multistrato. La Vergine è rappresentata in posizione seduta e tiene nella mano destra la “Cappellina” a lei dedicata. La mano sinistra, invece, è posata sul seno, sul cuore, sul “vuoto del bene grande che Le è stato tolto, Gesù Cristo, il figlio, l’amore che nel dolore diventa accettazione e speranza” (8). Sullo sfondo si nota un paesaggio agreste, contraddistinto da geometrie sfumate, imperfette, concatenanti. E’, forse, l’animo della Madonna, che però volge alla serenità, al candore e alla perfezione geometrica della luna in alto a destra.
Giorgio Giolli, Madonna Addolorata, 1985 circa
Foto di Francesco Fiumalbi
Giorgio Giolli, Madonna Addolorata, 1985 circa
Foto di Francesco Fiumalbi
NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Stopani Renato, Guida ai Percorsi della Via Francigena in Toscana, Le Lettere, 1995, pagg. 82-89.
(2) Piombanti Giuseppe, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tipografia Ristori, San Miniato, 1894, pag. 126, in Matteoli Anna (a cura di), Guida storico-artistica di San Miniato, Bollettino dell'Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975.
(3) Giolli Giorgio, Restauro e riattivazione al culto religioso di un edificio devozionale - 11 maggio 1980, in Bollettino dell'Accademia degli Euteleti, n. 57, 1990, pag. 154.
(4) Giolli, Op. Cit., pag. 161.
(5) Giolli, Op. Cit., pagg. 149-150.
(6) Giolli, Op. Cit., pagg. 152-157.
(7) Giolli, Op. Cit., pag. 158.
(8) Giolli, Op. Cit., pag. 155.