mercoledì 24 giugno 2015

IN PILLOLE [036] – LE “TERME” MEDIEVALI DI SAN MINIATO

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a cura di Francesco Fiumalbi

Anche a San Miniato, in epoca medievale, c'era un “impianto termale”. Non si trattava di una struttura intesa con l'accezione moderna, cioè utilizzata anche per scopi terapeutici e ricreativi. Era una sorta di “bagno pubblico” dove era possibile lavarsi, soprattutto durante la stagione invernale, grazie al servizio dell'acqua riscaldata artificialmente. Infatti nel territorio sanminiatese non sono presenti sorgenti naturali di acqua calda da sfruttare a tale scopo. E, per questo motivo, le “terme” così concepite venivano chiamate anche “stufe”, proprio per la presenza di un sistema di riscaldamento alimentato da combustibile fossile, generalmente carbone o legna.
Erano ambienti e servizi ad uso promiscuo (donne e uomini), molto diffusi un po' in tutte le città europee. Anche in Toscana non mancano esempi: a Firenze, vicino alla Basilica di San Lorenzo, ancora oggi c'è la cosiddetta via della Stufa, che porta nel nome la memoria dell'antico servizio, gestito dalla famiglia Lotterlighi (poi ribattezzati Lotterlinghi-Della Stufa). Lo stesso anche a Siena, con via della Stufa secca nel Terziere di Camollia, e a Lucca con via della Stufa.

Curiosa è anche la fonte documentaria che attesta la presenza di tale struttura sanminiatese. Si tratta dello “Statuto” medievale fucecchiese, tra l’altro pubblicato alcuni anni fa: Lo statuto del Comune di Fucecchio (1307-1308), a cura di Giancarlo Carmignani, Comune di Fucecchio, Stabilimento Grafico Commerciale, Firenze, 1989.
Alla Rubrica numero LIII del Libro Terzo (pagine 119-120 del libro) si legge:

LIII. De illo qui fecerit teremas in Ficecchio
Et ei, qui in castro Ficecchii fecerit teremas seu stufa – dummodo sint bone et competentes et magne, prout sunt, maiores que sunt in castro Sancti Miniatis, et dummodo caveat illas manutenere trigincta annis ad minus – cammerarius Communis solvat, de pecunia dicti Comunis, libras centum denariorum florenorum parvorum sine alio decreto consilii.

Il parole povere, il Comune di Fucecchio, attraverso il pagamento di una somma annuale piuttosto consistente, si impegnava a sostenere il servizio delle “terme” fucecchiesi, dal momento che era una attività molto ben gestita e più grande di quella che si poteva trovare nel castello di San Miniato. Da questo possiamo ricavare che la “stufa” sanminiatese fosse piuttosto modesta ed avesse una conduzione “privata”. Non si ritrova alcuna menzione negli Statuti del Comune di San Miniato dell’anno 1336-37, e quindi non doveva essere “pubblica” e nemmeno considerata di particolare interesse per la comunità, a differenza invece di quella di Fucecchio. Era comunque una struttura situata all’interno del centro abitato, non al di fuori, in castro Sancti Miniatis, altrimenti le parole utilizzate sarebbero state altre. A questo punto non rimane che chiedersi: dove si trovavano le “terme” medievali a San Miniato?

Questa dello statuto fucecchiese sembra essere l’unica attestazione ed è assolutamente generica. Certamente c’era bisogno di molta acqua e di molto combustibile. Come è noto, sul colle sanminiatese ci sono diverse fonti (Fonti alle Fate, Fonti di San Carlo e Fonti di Pancole), ma si trovano tutte al di fuori del centro abitato e nessuna di queste sembra avere la necessaria portata d’acqua e le caratteristiche architettoniche per ospitare tale attività. Non rimane che supporre un’alimentazione idrica per mezzo di cisterna e quindi verrebbe da pensare alla zona dell’attuale Piazza Buonaparte (compluvio naturale sfruttato con cisterne nel corso dei secoli) e alla zona fra l’attuale via IV Novembre e via di Borgonovo dove, ancora oggi, si ritrova via della Cisterna. In entrambi i casi, la vicinanza di vicoli e vicoletti, che mettevano in comunicazione l'abitato con le carbonarie presenti intorno a tutto il centro sanminiatese, avrebbe garantito il necessario apporto di combustibile. Si tratta tuttavia di ipotesi, dal momento che non sono disponibili ulteriori attestazioni o descrizioni utili a localizzare tale struttura.

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L'immagine di una “stufa” medievale
Immagine miniata tratta dal cosiddetto “Regime dei Corpi” di Aldobrandino da Siena (XIV secolo), in Recueil de traités de médecine et Image du monde, manoscritto n. 12323 conservato presso la Bibliothèque nationale de France, Département des manuscrits. Link alla pagina.

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