ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
999,
8 settembre – Tebaldo San Miniato
SPOGLIO «Milone
del fu Teuperto, e Sighiberto del fu Ildebrando vendono a Tebaldo prete figlio
della fu Rozia la loro porzione di una pezza di terra che aveano nel luogo
Battuta per venti soldi, nell’anno sudd. 999. Arch. Arc. + G. 57».
Foto
di Francesco Fiumalbi
Il
documento originale è conservato presso l'Archivio Arcivescovile di Lucca,
Fondo Diplomatico Antico, † G.57.
Trascrizione del
testo contenuto in:
D.
Bertini, Memorie e Documenti per servire all'Istoria del Ducato di
Lucca, Tomo V, parte III, Francesco Bertini Tipografo Ducale, Lucca, 1841, doc.
MDCCXLV, pp. 615-616.
+
In nom. S. et individ. Trinitatis. Otto gratia Dei imp. augusto filio b. m.
Ottoni imp. et nepus b. m. Ottoni imp. anno imp. ejus in Italia quarto, sexto
idus septembris, indit. tertiadecima. Manifesti sumus nos Milo filio b. m.
Teuperti, qui Teutio vocabatur, et Sighiberto filio b. m. Ildibrandi, qui
Ilditio vocabatur, quia per hanc cartulam venundavimus et tradimus tibi Tetbaldo
presb. filio b. m. Rotie, idest nostra portionem ex integra de una petia de
terra illa, que esse videtur in loco et finibus ubi dicitur Battuta, tenentes
uno capo in terra S. Salvatoris, et in aliquantulo de ispo capo tenet in terra
Tetbaldi et Fraolmi et Ughi gg. et alio capo tenet in terra suprascripti
Tetbaldi, et de suprascripti germani, et alio lato tenet similiter in terra
predicti Tetbaldi, et in terra Raineri filio b. m. Walteri. De has suprascripta
petia de terra qualiter circundata est per designatas locas conpeti exiunde
nobis quarta portionem, ipse vero ex integra nostra portionem cum inferioribus
et superioribus suis, seo cum accessionibus et ingressoras suas, tibi eas
venundamus, et tradimus. Pro quibus ad te pretium recepimus argen. solid. viginti
in prefinito: unde repromittimos nos q. s. Milo, et Sighilberto una cum nostris
hered. tibi q. s. Tetbaldo presb. vel ad tuis heredes aut eidem homini, cui vos
suprascripta nostra venditio dederitis, vel abere decreveritis, ut si nos vobis
eas aliquando tempore in aliquod exinde intentionaverimus aut retolli vel
subtrafi quesierimus, nos vel ille homo cui nos eas dedissemus, aut dederimus
per quoliber ingenio, et eam vobis ab omnis homines defendere non potuerimus et
non defensaverimus: spondimus nos vobis componere suprascripta nostra venditio
in duplum infer quidem loco sub estimarionem, quales tunc fuerit. Sic tamen si
nos exinde autores nec defensores querere nec dare nolueritis, licentiam
abeatis asque nostra persona, si vestra fuerit voluntas exinde causas agendi,
responsum reddendi, finem ponendi, modis omnibus vobis eas defensandi cum
cartula ista, qualiter justa legem melius potueritis, quia in tali ordinem hanc
cartula Hubertam not. et judex dn. Imp. scribere rogavimus. Actum in loco et
finibus ad castello et monte ubi dicitur S. Miniato.
Signum + ms. suprascr. Mili et Sighiberti qui hanc
cartulam fieri rogaverunt.
Signum + ms. Teudici et Lamberti, qui Tetbaldo vocatur
gg. filii Tetbaldi testes, et pretio dante viderunt.
+ Ego Tetbaldo rogatus testis, et pretio dande vidi.
+ Ego Hubertus not. et judex dn. Imp. post traditam
ec.
COMMENTO (a
cura di Francesco Fiumalbi)
Tecnicamente
si tratta di una cartula venditionis,
ovvero di un atto di compravendita: da una parte i venditori, Milo del fu Teuperti, chiamato Teutio,
e Sighiberto del fu Ildibranti, detto
Ilditio; dall’altra il compratore, Tetbaldo, sacerdote, figlio di una
donna, la fu Rotie. Questo dettaglio
relativo all’indicazione della madre, omettendo il nome del padre, lascia
intendere che Tetbaldo fosse figlio
di un alto prelato, probabilmente nella cerchia dei sacerdoti appartenenti al
Capitolo della Cattedrale, o comunque fra i più vicini al Vescovo di Lucca, che
all’epoca era Gherardo II. Purtroppo non conosciamo praticamente niente di Tetbaldo se non il fatto, acclarato dai
documenti superstiti, che avesse interessi patrimoniali nel territorio
sanminiatese.
Come
mai un atto di compravendita fra privati è finito nell’Archivio Arcivescovile
di Lucca? Semplicemente perché i medesimi beni indicati in questo documento furono
nuovamente oggetto di un passaggio di proprietà e l’atto precedente era
probante dell’effettiva proprietà. Infatti, il 22 luglio 1026 Tetbaldo offrì i suoi beni al Monastero
di San Salvatore, fondato dai Cadolingi intorno all’anno 1000 e situato presso
al Ponte di Bonfiglio, nelle vicinanze di Fucecchio, salvo poi riottenerli,
almeno parzialmente, a livello. [A. Malvolti, L’abbazia di S. Salvatore di Fucecchio nell’età dei Cadolingi, in La Valdinievole tra Lucca e Pistoia nel
primo medioevo, Atti del Convegno, Fucecchio 19 maggio 1985, Società Pistoiese
di Storia Patria, Pistoia, 1986, pp. 35-64: 48]. In proposito ADDSM 1016, 22luglio - Tetbaldo, Monastero di San Salvatore ↗
Tornando
al documento si apprende che l’oggetto di compravendita è la quarta parte di una
petia de terra, venduta per 20 soldi
d’argento, situata in località Batuta,
che dal documento del 1026 apprendiamo che si trovava a sud di San Miniato, “in
Ensi”, ovvero nella valle del rio Ensi, un affluente di destra del torrente
Egola. Difficile individuare la precisa posizione di Batuta in quanto non vi sono altri riferimenti e la valle del rio
Ensi si distende fra San Quintino e La Serra.
L’indicazione
geografica viene completata con l’elenco delle proprietà contermini: da una
parte un terreno di proprietà di San Salvatore (Monastero di San Salvatore di
Fucecchio? Monastero di San Salvatore di Sesto di Lucca, che aveva proprietà
nella zona?); da un’altra parte c’era la terra di Raineri figlio del fu Walteri e, infine, confinava col terreno di Tetbaldi, Fraolmi, e Ughi, ovvero i
dei Lambardi o “Signori” di San
Miniato. Si tratta in particolare di Teobaldo I e dei suoi due figli Fraolmi I
e Ugo I. Nel documento del 1026, invece figurano i nipoti di Teobaldo. [P.
Tomei, Locus est famosus. Come nacque San
Miniato al Tedesco (secoli VIII-XII), Edizioni ETS, Pisa, 2018, pp. 84-85;
144].
Infine,
è interessante l’indicazione del luogo in cui venne stipulato l’atto: in loco et finibus ad castello et monte ubi
dicitur S. Miniato.
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