domenica 20 luglio 2025

STRAGE DEL DUOMO: LA RAI RIMETTE AL CENTRO AL VERITA’ STORICA

 
di Francesco Fiumalbi
 
Tutto è bene quel che finisce bene.
Quando le cose non vengono fatte nel modo corretto è giusto indignarsi, ma quando viene fatto un buon lavoro è giusto riconoscerlo. Gli autori del programma televisivo “A Sua immagine” hanno mantenuto la promessa fatta a Giuseppe Chelli che li aveva interpellati e chiamati a correggere: nella puntata del 20 luglio 2025 [è possibile rivedere la puntata su RAIPLAY, in particolare dal minuto 15 ] hanno precisato e completato, in modo chiaro e corretto, le informazioni sulla Strage del Duomo di San Miniato. Per carità, si può sbagliare tutti. L’importante è ammetterlo e cercare di rimediare. E quindi agli autori e ai responsabili di “A Sua immagine” deve andare il doveroso plauso.
 
Per chi si fosse perso l’antefatto, ricordiamo che nel pomeriggio di sabato 5 luglio 2025 su RAI 1, nella puntata del programma televisivo “A Sua immagine”, ed in particolare nella rubrica “Le ragioni della Speranza”, era stata presentata una narrazione della Strage del Duomo di San Miniato purtroppo parziale e in definitiva non corretta. Ne abbiamo parlato nel post PERCHE’ ANCORA NON PASSA LA VERITA’ STORICA SULLA STRAGE DEL DUOMO DI SAN MINIATO?. Dell’episodio, ne hanno parlato diffusamente anche le testate giornalistiche locali.
 
Nelle due settimane che sono trascorse fra la puntata del 5 luglio e quella del 20 luglio a San Miniato si sono rincorse voci e speculazioni: «È colpa di quello!», «Vedrai che è colpa della RAI», «No è stato quell’altro che ha detto, che ha fatto…». Sinceramente non ci interessa alimentare polemiche e chiacchiere di paese. L’importante è che la verità sia stata rimessa al centro.
 
Nella puntata di domenica 20 luglio 2025 è stata quindi proposta la dovuta precisazione. Queste le parole pronunciate dal conduttore Paolo Balduzzi:
 
Veniamo adesso ad una notizia storica, ma molto attuale perché parliamo sempre di guerra e della necessità di pace, perché in questi giorni a San Miniato, in Provincia di Pisa, attraverso una cerimonia religiosa e civile, si fa memoria di una strage avvenuta all’interno del Duomo di San Miniato il 22 luglio del 1944.
Noi abbiamo parlato di questo avvenimento durante una delle puntate del sabato, de “Le ragioni della Speranza”, che è andata in onda lo scorso 5 luglio, ma durante la puntata non è emerso in modo completo, in modo chiaro, lo svolgimento dei fatti. E allora, ad ulteriore chiarimento di quanto accaduto, ci preme specificare questa cosa: contrariamente a quanto si pensò inizialmente, la Strage del Duomo, in cui persero la vita, pensate, 55 persone, fu un incidente bellico provocato da un colpo di artiglieria americana, caduto su un bersaglio civile e non, non fu, una rappresaglia dei soldati tedeschi.
Perché vi diciamo questo, perché fare memoria degli avvenimenti storici, anche in modo completo, aiuta il presente, perché ci teniamo a ribadire anche con le parole di Papa Leone, che la guerra non risolve i problemi e, anzi, li amplifica, lo stiamo vedendo in questi giorni, e produce delle ferite profonde nella storia dei popoli e che poi impiegano generazioni per poterle rimarginare. Questo, ci tenevamo, appunto, tenevamo a specificarlo.
 
Toccare la Strage del Duomo, a San Miniato, vuol dire toccare i fili dell’alta tensione. Purtroppo, per la comunità sanminiatese è una ferita ancora aperta. Sono tuttora vivi alcuni testimoni e la memoria sull’eccidio non è assolutamente condivisa e forse non lo sarà mai. La memoria, lo abbiamo imparato bene a San Miniato, è un fatto che ricade nella sfera personale o al massimo familiare. Ci piacerebbe che fosse comunitaria, uguale per tutti, ma ad oggi non è possibile. E poi c’è la Storia, quella con la S maiuscola, che non è una mera narrazione, ma un percorso scientifico di ricerca che si rinnova continuamente e va a toccare il contesto, propone osservazioni e confronti con situazioni simili o distanti, si pone interrogativi, cerca risposte attraverso documenti e verifiche, senza accontentarsi di soluzioni di comodo. Anche perché, diciamolo chiaramente: se la strage del 22 luglio 1944 fosse stata effettuata dai militari tedeschi, anziché dall’artiglieria statunitense, avrebbe fatto comodo a tutti. E invece la storia ci ha messo di fronte ad un caso tanto drammatico e tanto assurdo.
 
Che ci piaccia o no, la storia deve essere anzitutto proposta con spirito di verità, senza omissioni, semplificazioni o distorsioni. Come ben ha scritto l’amico Michele Fiaschi: «Non possiamo creare identità collettive mature e solidali se fondiamo il nostro racconto su versioni alternative, su mezze verità che dividono invece di unire. Solo la memoria fondata sulla verità permette a una comunità di riconoscersi e trasformarsi.» Ed ancora: «Ogni società, che vuole evolversi, deve avere il coraggio di guardare il proprio passato, anche quello più oscuro, per imparare, correggere, migliorare. Ricordare non è fissarsi sul dolore, ma usare il dolore come carburante per un futuro più umano.» Qui il post completo “Memoria e verità: il fondamento della coscienza collettiva”




 

1 commento:

  1. A completamento della vicenda iniziata il 5 luglio con la testimonianza di Salvadori, raccontata in questo blogspot, oggi si conclude l'itinerario con la notizia che RAI UNO ha corretto la testimonianza errata di Salvadori. Grazie a Francesco che nelle due versioni ha raccontato per filo e per segno, con la professionalità sua propria, esattamente come si è svolta la vicenda ed ha completato o racconti con i riferimenti storici necessari.

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