di
Francesco Fiumalbi
Il
Diario
di Giovanni di Lemmo da Comugnori è senza dubbio una piccola miniera
di informazioni e di curiosità relativamente ai primi anni del '300
a San Miniato. Infatti, il notaio e cronista sanminiatese, originario
di Comugnori (località al confine con il Comune di Montopoli),
riporta una serie di notizie che non è possibile trovare nei
documenti pubblici o notarili.
La presenza di un uomo
ultracentenario nel territorio sanminiatese nei primi anni del '300,
di cui Giovanni di Lemmo registra la sopraggiunta morte, è senza
dubbio un fatto curioso e degno di nota. Oggigiorno sono pochissime
le persone che riescono a spegnere le 100 candeline, nonostante il
benessere economico, l'alimentazione sicuramente più ricca e
completa, la medicina straordinariamente evoluta. Pensiamo a cosa
poteva voler significare campare per un secolo o più, in un'epoca in
cui era facile morire anche per una banale influenza. I contemporanei
dovevano considerare una persona così longeva come una sorta di
Matusalemme vivente.
Incisione, Amidei,
Roma, 1751
L'uomo si chiamava
Forciore, era figlio del fu Diotifeci ed era originario di Montalto,
località nei pressi di Comugnori, al confine con Montopoli. In
realtà non sappiamo esattamente quanti anni avesse. Era sicuramente
anziano, e lui stesso affermava di avere più di cento anni. Morì il
18 ottobre del 1307, un mercoledì.
Se effettivamente era
ultracentenario, significa che nacque nei primissimi anni del '200. E
quindi durante la sua vita poté essere testimone oculare di
tantissimi eventi, legati alle alterne vicende del nostro territorio.
Quando era ancora bambino, nel 1208, l'Imperatore Ottone IV
ripristinò l'amministrazione imperiale nel castello di San Miniato
che fu rafforzato negli anni di Federico II. E' infatti intorno al 1220 che venne costruita la Rocca, l'alta torre che da otto secoli domina sul centro della Toscana. Forciore avrebbe saputo
dirci come era l'organizzazione all'interno del castello e se Pier
delle Vigne si suicidò veramente durante la prigionia sanminiatese.
Di sicuro assistette, quarantenne, alla distruzione del Borgo di San
Genesio nel 1248 e vide la costruzione della Pieve di S. Maria
Assunta e Genesio Martire, ovvero l'attuale Cattedrale. Avrebbe
saputo dirci, con certezza, se il campanile era preesistente alla
chiesa oppure no, se la facciata era intonacata oppure concepita in
laterizio facciavista come la conosciamo oggi. Ormai anziano, avrebbe
potuto raccontarci come furono cacciati i Vicari Imperiali nel 1288 e
di come San Miniato aderì alla Lega Guelfa. Questo e molto altro
avrebbe saputo dirci il vecchio Forciore.
Di seguito sono
proposte le parole utilizzate da Giovanni di Lemmo da Comugnori per
registrarne la morte:
«Forciore
quondam Diotifeci de Montalto, qui habeat annos centos et ultra, ut dicebat, obbivit sub anno Domini MCCCVIII, indictione sexta, die
mercurii XVIII octobris»*.
Giovanni
di Lemmo da Comugnori, Diario
(1299-1319),
edizione a cura di Vieri Mazzoni, Leo S. Olschki Editore, Firenze,
2008, p. 16, c. 13v.
*La
data è da leggere secondo lo “stile pisano”. Quindi il 18
ottobre 1308, secondo lo stile fiorentino ed anche secondo l'uso
moderno, deve essere considerato il 18 ottobre 1307. Per approfondire
la questione si veda Wikipedia alla voce “Calendario
Pisano”.
← TORNA ALL'INDICE DELLE “PILLOLE”
← TORNA ALL'INDICE DELLE “PILLOLE”
Nessun commento:
Posta un commento